Il palcoscenico del recente convegno annuale ha dato vita a un’analisi approfondita condotta dall’Osservatorio sul management degli acquisti e dei contratti in sanità (MASAN) di CERGAS SDA Bocconi. Lo sguardo si è posato sullo stato attuale del procurement sanitario in Italia, delineando un quadro a quasi dieci anni dall’avvento dei soggetti aggregatori (DL 66 del 24 aprile 2014) e dall’obbligo di acquisti centralizzati per specifiche categorie merceologiche.
Tre tematiche sono emerse nell’agenda di ricerca e di lavoro del triennio appena trascorso: gli effetti della centralizzazione degli acquisti, il value-based procurement e la sostenibilità nei processi di acquisto sono tra le parole chiave di un procurement strategico che può indurre comportamenti virtuosi per tutto il sistema.
Il contesto
«Dopo 10 anni di centralizzazione, i frutti più a portata di mano sono stati colti, e ora si presentano le scelte difficili», ha esordito così Francesco Longo, Professore Associato del Dipartimento di Social and Political Sciences presso l’Università Bocconi.
Dopo 10 anni di centralizzazione, i frutti più a portata di mano sono stati colti, e ora si presentano le scelte difficili
Con una popolazione sempre più anziana e meno scolarizzata, in Italia la struttura demografica evidenzia un aumento delle esigenze e una diminuzione delle risorse: l’incremento dei pensionati fa crescere i bisogni in campo sociosanitario, mentre la diminuzione dei lavoratori accentua la carenza di risorse. La coperta è corta, le scelte politiche si fanno sempre più difficili e in questo contesto emerge un nuovo possibile ruolo dei responsabili degli acquisti, coinvolti nella definizione di cosa comprare e dove investire. Le decisioni diventano strategiche e chi compra può (o deve) assumere un ruolo attivo nell’ottimizzazione e razionalizzazione delle risorse disponibili.
Centralizzazione degli acquisti: effetti e performance
Quali sono i requisiti per i soggetti aggregatori? Aggregare e centralizzare la domanda, garantire la copertura delle categorie merceologiche obbligatorie mediante proprie iniziative, mettere a disposizione strumenti di acquisto e negoziazione alle altre stazioni appaltanti, e collaborare. L’obiettivo finale è la razionalizzazione della spesa.
Riguardo a questi obiettivi, i dati dell’Osservatorio MASAN, presentati da Niccolò Cusumano (Associate Professor of Practice, Government, Health and Not for Profit, SDA Bocconi), confermano che l’aggregazione della domanda è un trend ampiamente in corso, sebbene persista una considerevole variabilità a livello regionale e territoriale. La copertura delle categorie merceologiche definite da DCPM tendenzialmente viene garantita, e in generale le centrali di acquisto registrano un’accelerazione nelle procedure di gara, conseguendo una maggiore percentuale di aggiudicazioni (circa il 60%).
Siamo giunti a un asintoto: non è possibile né auspicabile centralizzare tutti gli acquisti
Nonostante ciò, l’obiettivo di riduzione della spesa è stato solo parzialmente raggiunto: la spesa continua a crescere per l’acquisto di beni e servizi, ma nelle realtà che hanno incrementato il tasso di centralizzazione, tale aumento è stato contenuto rispetto ad altri contesti meno centralizzati.
La fotografia scattata dall’Osservatorio MASAN evidenzia come si sia raggiunto un asintoto: se da un lato è stata ottenuta una prima razionalizzazione intesa come riduzione dell’aumento della spesa, dall’altro non è possibile né auspicabile centralizzare tutti gli acquisti. È il momento dunque di muoversi in un perimetro dove razionalizzazione della spesa significa anche analizzare come vengono allocati i fattori produttivi e come vengono consumati. In questo contesto, il procurement può svolgere un ruolo cruciale.
Appare imprescindibile riorientare le procedure di acquisto verso una prospettiva di valore. Sebbene il risparmio rimanga un obiettivo fondamentale nella funzione degli acquisti, si è giunti a un punto in cui i margini di risparmio sono stati esauriti e il mercato ha raggiunto un livello di stabilità che rende insostenibile ulteriori tagli. Di conseguenza, è necessario esplorare nuove soluzioni. Per superare il tradizionale ruolo del procurement, è essenziale fissare nuovi obiettivi, ridefinire gli indicatori di successo, rivedere il campo di azione e garantire risorse adeguate per realizzare tali obiettivi.
Generare valore attraverso gli acquisti sanitari
Introducendo la seconda sessione del convegno, Giuditta Callea, coordinatore dell’Osservatorio MASAN, ha ricordato come la questione del valore occupi un ruolo centrale nel dibattito attuale della sanità e, nel settore degli acquisti, si sia trasferita nel concetto di Value-Based Procurement, per il quale sono state avviate e sono in corso diverse sperimentazioni. Il cambiamento implica sempre una fase di sperimentazione e di avvio di progetti pilota, cosa che sta avvenendo sia in Italia sia all’estero, con il fine di testare approcci di procurement più avanzati, innovativi e orientati al valore.
La sperimentazione e i progetti pilota sono fondamentali per testare approcci di procurement orientati al valore
Le esperienze accumulate costituiscono un punto di partenza fondamentale per orientare le riflessioni verso il futuro, alla ricerca di soluzioni alternative per migliorare le pratiche di acquisto.
È giunto il momento di mettere a frutto le conoscenze acquisite e la ricerca condotta, e di esplorare le buone pratiche internazionali per importarle ed esportarle, contribuendo così all’evoluzione e all’ottimizzazione del sistema di approvvigionamento sanitario.
Procurement sostenibile
Veronica Vecchi, direttore scientifico dell’Osservatorio MASAN, nell’ultima sessione della giornata, ha presentato alcune riflessioni sul possibile framework per il procurement sostenibile. Infatti oggi la sostenibilità non è più solo un’opzione ma la letteratura e le esperienze anche internazionali evidenziano come questa venga messa in atto, soprattutto nel settore pubblico, quando viene imposta da una normativa.
L’integrazione di criteri e logiche di sostenibilità nelle gare d’appalto rimane ancora parziale e residuale, limitata principalmente all’inclusione di specifiche tecniche o clausole contrattuali quando richiesto da criteri obbligatori.
Osservatorio MASAN ha proposto un framework per definire l’approccio della PA nel perseguire la sostenibilità
Per una piena interiorizzazione delle logiche del procurement sostenibile, Vecchi sottolinea la necessità di adottare una strategia basata sulle “3i”: insistere, integrare e intensificare. Ciò implica elevare le aspettative sui criteri obbligatori, integrare i criteri di sostenibilità in maniera non residuale nella valutazione e definire clausole contrattuali per monitorare la sostenibilità.
Tuttavia, mancano incentivi politici significativi per le aziende sanitarie. Il procurement sanitario richiede una valutazione su tre dimensioni: economica, ambientale e sociale, comprendendo aspetti quali la parità di genere, l’equità intergenerazionale e la qualità delle cure.
Il framework proposto dall’Osservatorio MASAN definisce un approccio reattivo, ricettivo o proattivo nel settore pubblico, a seconda del grado di conformità legislativa e dell’ambizione nel perseguire la sostenibilità. Ma tale framework deve comporsi anche in relazione all’approccio del mercato, per definire la strategia di procurement più adeguata.
Il confronto con le esperienze internazionali
Il convegno 2024 dell’Osservatorio MASAN è stato anche l’occasione per un importante confronto con tre realtà internazionali, invitate a raccontare le proprie esperienze all’interno dei tre panel.
Nella prima sessione, dedicata al tema della centralizzazione degli acquisti e alle relative performance di sistema, è intervenuto Paulo Magina, Head of the Public Procurement Unit presso l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OECD), che ha presentato il framework OECD per la misurazione delle performance.
Nella seconda sessione, dedicata al Value-Based Procurement, è stata Rossana Alessandrello, Value-Based Procurement Director dell’Agencia Sanitarias de Catalunya (AQuas) a raccontare il lungo “viaggio” della sua struttura verso l’adozione di soluzioni basate sul valore, cominciata con i primi progetti pilota già nel 2012.
Ospite internazionale della terza sessione, dedicata al tema della sostenibilità, è stata Heidi Barnard, Head of Sustainability del National Health Service (NHS) Supply Chain, per illustrare la policy specifica creata dal servizio sanitario inglese per raggiungere gli obiettivi di Net Zero entro il 2050.
Le centrali di acquisto italiane e il mercato
Osservatorio MASAN è stato uno dei primi luoghi di confronto e di condivisione tra la pubblica amministrazione e gli operatori economici, in un ambiente in grado di raccogliere esigenze e richieste da entrambe le parti, in un’ottica di sistema comune. Un aspetto che è stato possibile apprezzare anche nel corso del convegno, con la presenza e la partecipazione attiva sia di centrali di acquisto, nazionali come CONSIP (rappresentata da Gian Luigi Albano e Guido Gastaldon) e regionali come ESTAR (nella persona di Paolo Torrico) e PUNTOZERO (Pietro Leone) sia della federazione di operatori economici Confindustria Dispositivi Medici (rappresentata dal vicepresidente Luigi Mazzei).