Comunicazione pubblica della scienza e fiducia negli scienziati

Se da un lato si riconosce alla scienza e alle istituzioni scientifiche la legittimità e l’autorevolezza di comunicare al grande pubblico i risultati e il valore della ricerca, da un altro lato si richiede una comunicazione corretta e responsabile

Italiani e alfabetismo scientifico

Da vent’anni l’Osservatorio scienza Tecnologia e Società di Observa studia l’opinione degli italiani e delle italiane nei confronti della scienza e degli scienziati. Grazie a questa attività di indagine è possibile ricostruire il trend di conoscenza, fruizione dei media e fiducia degli Italiani anche su questioni rilevanti come l’energia, la salute, l’ambiente e tanti altri temi di grande interesse pubblico in cui la scienza e la tecnologia sono implicate.

L’aumentata alfabetizzazione scientifica è dovuta alla crescita del livello di istruzione tra la popolazione italiana

Analizzando il livello di alfabetismo scientifico, di conoscenza cioè di alcuni elementi chiave della conoscenza scientifica, si è notato un incremento rilevante considerando alcuni indicatori utilizzati a livello internazionale per verificare le competenze in materia. Si tratta ovviamente di indicatori semplici e non esaustivi di uno studio accurato sulla conoscenza, ma si può dire che quando questi elementi segnalano una crescente conoscenza essi dimostrano un effettivo miglioramento. Questa aumentata alfabetizzazione scientifica è sicuramente dovuta alla crescita del livello di istruzione tra la popolazione italiana (fig. 1).

Fonte: Annuario Scienza Tecnologia e Società 2023, a cura di G. Pellegrini e A. Rubin, Il Mulino Bologna

Italiani, media e informazione scientifica

L’esposizione degli Italiani ai contenuti mediatici su scienza e tecnologia è variata negli ultimi anni. Sino al 2021 la quota dei fruitori assidui era cresciuta sensibilmente ma, successivamente, sono cambiati i modelli di fruizione. I più giovani e più istruiti sono coloro che si informano maggiormente sui temi scientifici e gli anziani e meno istruiti utilizzano in misura minore i vari canali mediatici (tv, radio, giornali e riviste, social media). Tra i media cosiddetti tradizionali, la televisione rimane il mezzo più utilizzato dagli utilizzatori assidui (fig. 2).

Fonte: Annuario Scienza Tecnologia e Società 2022, a cura di G. Pellegrini e A. Rubin, Il Mulino Bologna

L’uso dei social è cresciuto nel tempo

L’uso dei social è cresciuto nel tempo e, nel 2021, più di metà degli italiani dichiarano di usare qualche volta o spesso Facebook, quasi quattro su dieci YouTube. Cresce sensibilmente l’uso di Instagram (quattro su dieci qualche volta e spesso) e Twitter è utilizzato da tre su dieci (Fig. 3). È cresciuta anche la condivisione di post con una percentuale del 15%, ciò dimostra che i social stanno diventando progressivamente una parte rilevante del consumo mediatico.

Fonte: Annuario Scienza Tecnologia e Società 2022, a cura di G. Pellegrini e A. Rubin, Il Mulino Bologna

Tra gli elementi di maggiore rilevanza si notano le differenze per età e livello di istruzione. L’interesse e l’impegno a seguire un esperto o un’istituzione scientifica nei canali di comunicazione diminuisce all’aumentare dell’età. Questa propensione si aggira attorno al 50% tra i più giovani e più istruiti.

Italiani, pandemia e fiducia nella scienza e negli scienziati

Nel corso dei due anni di pandemia, in modo unico e inedito, si è sviluppato un dibattito con esperti di varie discipline nei principali media. Televisione, radio, giornali, per citare i media tradizionali, hanno dato spazio all’opinione di esperti, in particolare di area medica, che hanno proposto punti di vista, idee e dati di ricerca che potessero essere utili alle varie componenti della società.

Il contributo mediatico degli esperti ha sollevato non poche perplessità tra il pubblico

Questo tipo di contributo mediatico ha sollevato non poche perplessità tra il pubblico che ha sottolineato, secondo di dati dell’Osservatorio Scienza tecnologia e Società di Observa 2022, la scarsa efficacia della comunicazione degli esperti.

Tali perplessità sono dovute sicuramente alle inevitabili contraddizioni e posizioni espresse nel corso di trasmissioni e format mediatici. Questo non ci sorprende perché normalmente nelle comunità scientifiche le controversie e i punti di vista opposti si confrontano normalmente. Ciò non si verifica in modo così intenso nell’ambito dell’arena pubblica.

Inoltre, per quanto riguarda temi molto delicati di salute, il pubblico si aspetta normalmente più certezze che dubbi e, nel caso del Sars-Cov19, questo era pressoché impossibile. Ad oggi non sappiamo molto del Sars-Cov19 ed è quindi inevitabile che i diversi punti di vista popolino l’arena pubblica senza offrire certezze sperate.

L’elemento più importante è il confronto tra il livello di fiducia che generalmente il pubblico ha nei confronti degli scienziati e delle loro istituzioni e la comunicazione degli stessi nell’arena pubblica. Il livello di fiducia nella scienza e negli scienziati è molto alto sia in Italia sia in Germania, un paese con cui ci siamo confrontati in questo ultimo anno nell’ambito dell’Annuario Scienza Tecnologia e Società 2023.

Nel nostro paese si nota un parere negativo nei confronti degli esperti e della loro comunicazione pubblica

In Italia, però, si riscontra un forte divario tra questi due livelli se si considera la comunicazione pubblica. Nel nostro paese, infatti (vedi fig. 4) si nota un parere negativo nei confronti degli esperti e della loro comunicazione pubblica. Ciò è dovuto probabilmente al fatto che molto spesso gli scienziati, quando comunicano nei media tradizionali, vengono attirati e in qualche modo trasformati in personaggi mediatici con il rischio di dover intervenire su questioni che non competono loro e accettando ruoli diversi. Inoltre, da un punto di vista comunicativo, non sembra essere molto utile presentare pareri opposti in luoghi mediatici molto seguiti. Un eccesso di comunicazione e voci diverse creano una certa confusione tra il pubblico.

Fig. 4 Esperti, fiducia e comunicazione pubblica


Fonte: Annuario Scienza Tecnologia e Società 2023, a cura di G. Pellegrini e A. Rubin, Il Mulino Bologna

In Germania non si registra questo dislivello e, in generale l’opinione su come gli esperti medici comunicano è generalmente positiva e in linea con quanto in generale si pensa dei ricercatori. Molto probabilmente l’esposizione mediatica degli esperti è stata più limitata e la loro comunicazione più circoscritta, in genere, sui temi riguardanti gli aspetti epidemiologici e sanitari.

Come si può facilmente notare nella figura 5, il livello di fiducia nei confronti del personale sanitario risulta molto alto nelle varie fasi della pandemia.

Fig. 5 Cittadini tedeschi e fiducia negli esperti scientifici nel corso della pandemia

Negli ultimi anni si è verificata una vera e propria mobilitazione degli scienziati e delle istituzioni di ricerca per intervenire nel dibattito pubblico mediante iniziative di informazione, comunicazione e coinvolgimento dei cittadini. Allo stesso tempo, i cittadini sono sempre più interessati e aperti a conoscere e a intervenire in questioni relative alla scienza e alla tecnologia che li riguardano direttamente. Questo doppio movimento può generare processi di chiarimento e comprensione reciproca, ma a volte anche cortocircuiti comunicativi.

Il tema della fiducia è di cruciale importanza

In questo doppio movimento si nota che il tema della fiducia risulti di cruciale importanza. Se da un lato si riconosce alla scienza e alle istituzioni scientifiche la legittimità e l’autorevolezza di comunicare al grande pubblico i risultati e il valore della ricerca, da un altro lato si richiede una comunicazione corretta e responsabile. Questo tipo di richiesta troverà il favore del pubblico se gli scienziati e gli enti di ricerca sapranno proporre i progressi e i risultati scientifici in modo comprensibile e con dati credibili. Ciò sarà possibile se si eviteranno gli eccessi di spettacolarizzazione e protagonismo individuale e si condurrà un’azione comunicativa costante sui fatti scientifici.

Per approfondire

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Giuseppe Pellegrini
Professore di Innovazione, Tecnologia e Società all’Università di Trento. Presidente di Observa Science in Society