In vista della Giornata mondiale senza tabacco del 31 maggio, l’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa rende noti alcuni dati relativi alle abitudini al fumo tratti dallo studio IPSAD® (Italian Population Survey on Alcohol and other Drugs) condotto Laboratorio di epidemiologia e ricerche sui servizi sanitari dell’Istituto.
Lo studio evidenzia come per tutti i pattern di consumo, escluso quello giornaliero, le prevalenze siano tornate a crescere nel 2022 dopo che avevano fatto registrare un costante decremento nella popolazione adulta tra il 2006 e il 2017: sono quasi 30 milioni gli italiani tra i 18 e gli 84 anni, soprattutto uomini, che hanno fumato tabacco almeno una volta nella vita (62%), 14 milioni ne hanno fatto uso nel 2022 (29%) e poco più di 12 milioni se si considera l’abitudine al fumo negli ultimi 30 giorni (26%). Oltre 7 milioni di persone hanno fumato quotidianamente nel 2022 (15%). Nelle preferenze di consumo, alle sigarette tradizionali vendute in pacchetti seguono i trinciati e i sigari, mentre l’uso di sigarette elettroniche e dispositivi a tabacco riscaldato coinvolge una percentuale minore di italiani, seppure se in costante crescita.
Poco meno di 7 milioni di adulti hanno provato la sigaretta elettronica almeno una volta nella vita (14%) e nel 2022 l’uso di questi dispositivi ha interessato circa 4 milioni di persone nel corso degli ultimi 12 mesi (7,6%) e 2 milioni nel corso del mese (4,4%). Tra chi ha usato sigarette elettroniche il 49% le ha provate per smettere di fumare le tradizionali, il 39% per curiosità e il 12% perché offerte dagli amici. Il 71% degli svapatori le utilizza perché le ritiene meno dannose per la salute, un terzo perché sono il dispositivo che preferisce e per il 3,8% l’utilizzo è consigliato dal medico come supporto alla cessazione. I dispositivi a tabacco riscaldato sono stati provati almeno una volta dal 12% degli italiani adulti, l’8% li ha utilizzati nel corso del 2022 e il 5,5% ne ha fatto uso nell’ultimo mese e, come per le sigarette elettroniche, le percentuali maggiori si rilevano nella popolazione più giovane, tra i 18 e i 40 anni, nonché tra gli uomini.
“Per la prima volta da quando viene condotto lo studio IPSAD®, cioè il 2001, osserviamo un “ritorno” dei consumi di sigarette tradizionali, mentre d’altra parte continuano a salire quelli riferiti alle sigarette elettroniche” spiega Sabrina Molinaro, dirigente di ricerca Cnr-Ifc. “Se si guarda ai consumi cumulativi, il 63% degli adulti 18-84enni ha utilizzato almeno un prodotto a base di nicotina nel corso della propria vita, il 33% lo ha fatto nel 2022 e il 29% nell’ultimo mese. Percentuali, queste, che non si discostano molto dalle prevalenze di consumo della sola sigaretta tradizionale, e che indicano come la diffusione delle alternative elettroniche e digitali poco abbia impattato sul fumo tradizionale nella popolazione adulta, che per la gran parte ha visto nelle sigarette classiche il medium di ingresso alla dipendenza da nicotina”.
Incrociando i dati con le informazioni rilevate mediante lo studio ESPAD®Italia (European school Survey Project on Alcohol and Other Drugs), anch’esso condotto annualmente dai Cnr-Ifc, i ricercatori sono riusciti a fornire un quadro comprensivo anche delle abitudini della popolazione studentesca 15-19enne, i cui consumi sono secondi solo a quelli alcolici. Su questo target sembra aver avuto gioco più facile l’offerta di dispositivi alternativi alla sigaretta classica, più tecnologici e attraenti, che hanno modificato il panorama delle abitudini giovanili offrendo nuove possibilità di sperimentazione. Le sigarette tradizionali sono ancora le più utilizzate: il 47% degli studenti le ha provate nella vita, il 37% ha fumato nel corso del 2022, 750mila studenti nel mese e quasi il 19% ne fa un uso quotidiano. Tra i più giovani sono le ragazze a far registrare consumi superiori rispetto ai coetanei.
“Per quanto la prevalenza di fumo tradizionale risulti in costante calo tra gli studenti italiani, a eccezione di un picco rilevato nell’anno successivo alla pandemia da Covid-19, sono però soprattutto i consumi cumulativi a destare preoccupazione” prosegue Molinaro. I dati mostrano infatti che il 55% degli studenti 15-19enni ha usato almeno un prodotto a base di nicotina nel corso della propria vita, a indicare che meno della metà dei 15-19enni non è mai venuta in contatto con la nicotina, e il 37% ne ha fatto un uso corrente nel 2022. Sono quasi 1 milione i giovani che hanno sperimentato le sigarette elettroniche (40%), 750mila l’hanno usata nel 2022 (30%) e oltre 400mila ne fa un uso corrente (17%). Per quanto riguarda le sigarette senza combustione, 700mila studenti le hanno provate almeno una volta nella vita (28%), 600mila lo hanno fatto nel corso del 2022 (24%) e oltre 400mila nell’ultimo mese (16%). La prevalenza di uso duale, ossia concomitante di due dispositivi, varia in relazione ai prodotti considerati: il 33% degli studenti ha usato nella vita sigarette tradizionali ed elettroniche, il 25% ha provato sigarette tradizionali e senza combustione e il 24% ha fatto uso nella vita di sigarette elettroniche e senza combustione.
“L’apertura del mercato a una sempre più vasta offerta di prodotti alternativi rischia, soprattutto tra i più giovani, di incentivare la sperimentazione, proponendo opzioni accattivanti e accessibili che si discostano dall’idea classica di fumo, ma che si configurano come possibili precursori di una dipendenza a lungo termine da nicotina” conclude Molinaro.