L’ombra del diabete incombe su oltre 540 milioni di persone a livello globale, ma il dato più allarmante è che un milione di loro ne è all’oscuro. E le stime non sono più rassicuranti: entro il 2030 si arriverà a 630 milioni. Quali le conseguenze per la società e per il sistema sanitario e, soprattutto, come si potrà migliorare la qualità di vita dei pazienti? Per rispondere a questi interrogativi, TrendSanità ha intervistato la nuova presidente della Società italiana di diabetologia (SID), Raffaella Buzzetti, prima donna alla guida della storica società. La professoressa, titolare della cattedra di Endocrinologia alla Sapienza di Roma, ha annunciato una nuova era per la SID, con un focus particolare sulle donne con diabete.
Professoressa, cominciamo da quella che potremmo definire la base: il diabete è una delle malattie croniche con maggiore impatto sociale ed economico, che spesso comporta comorbidità e complicanze. Quali politiche sanitarie ritiene siano necessarie?
«Il diabete è una sfida che richiede una risposta coordinata e innovativa. Per affrontare questa complessa patologia, è fondamentale promuovere una stretta collaborazione tra istituzioni, professionisti sanitari, pazienti e aziende. È necessario investire in ricerca e sviluppo, per individuare nuove strategie terapeutiche e migliorare la qualità di vita dei pazienti. Inoltre, è cruciale garantire l’accesso equo a terapie innovative, dispositivi medici e servizi di telemedicina. Solo attraverso un approccio multidisciplinare e una visione di lungo termine sarà possibile ridurre l’impatto del diabete sulla salute pubblica e migliorare la qualità di vita dei pazienti.
È fondamentale promuovere interventi mirati per superare le disuguaglianze sociali e sanitarie, garantendo un supporto adeguato a chi vive in condizioni di svantaggio
Garantire l’accesso equo alle cure è una priorità assoluta per ridurre l’impatto del diabete e promuovere la salute di tutti i cittadini. La Società Italiana di Diabetologia si impegna a collaborare con le istituzioni per uniformare i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), assicurando che farmaci innovativi, dispositivi tecnologici e percorsi diagnostico-terapeutici siano accessibili a tutti, indipendentemente dal luogo di residenza. Inoltre, è fondamentale promuovere interventi mirati per superare le disuguaglianze sociali e sanitarie, garantendo un supporto adeguato a chi vive in condizioni di svantaggio».
L’innovazione tecnologica sta cambiando rapidamente il panorama della diabetologia, dall’uso dei sensori per la glicemia alla telemedicina. Come la SID vede l’integrazione di queste nuove tecnologie nella cura del diabete in Italia?
«La SID vede l’innovazione tecnologica come una grande opportunità per migliorare la gestione del diabete in Italia. L’integrazione delle nuove tecnologie deve essere centrata su equità, efficacia e sostenibilità. Si parte dal presupposto che tutti i pazienti, indipendentemente da condizione economica o residenza, possano beneficiare di sensori glicemici, microinfusori e sistemi avanzati di monitoraggio. Inoltre un aspetto molto importante è la preparazione di medici e persone con il diabete all’uso ottimale di queste tecnologie, valorizzandone il potenziale per una gestione autonoma e più precisa della malattia. La SID punta a una diabetologia tecnologicamente avanzata, ma sempre centrata sui bisogni reali di chi ha il diabete».
Capitolo ricerca: quali sono le future frontiere in diabetologia, in particolare sulla cura e la gestione del diabete in gravidanza?
«La ricerca si concentra sempre più sulla prevenzione primaria del diabete gestazionale, attraverso l’identificazione dei fattori di rischio modificabili e lo sviluppo di interventi mirati per promuovere stili di vita sani e ridurre l’incidenza della malattia. Le future frontiere della ricerca includono lo sviluppo di strumenti predittivi basati su biomarcatori genetici e metabolici per identificare precocemente le donne a rischio di diabete gestazionale, ma anche terapie personalizzate. Infatti, si sosterranno studi sull’adattamento delle terapie farmacologiche e nutrizionali per garantire un controllo glicemico ottimale senza rischi per il feto».
Sosterremo la ricerca scientifica di eccellenza e investiremo nella formazione continua degli operatori sanitari per garantire l’aggiornamento continuo delle conoscenze e delle competenze
Quali sono le principali linee di intervento che intende promuovere durante il suo mandato?
«Durante il mio mandato, le principali linee di intervento della SID si concentreranno su cinque aree strategiche:
- prevenzione e diagnosi precoce: investiremo in programmi di screening innovativi e promuoveremo stili di vita sani per ridurre l’incidenza del diabete e delle sue complicanze.
- accesso equo alle cure: ci impegneremo al fine di garantire a a tutte le persone con diabete, indipendentemente dal luogo di residenza o dalle condizioni socio-economiche, l’accesso a trattamenti di alta qualità e tecnologie all’avanguardia.
- innovazione tecnologica: integreremo la telemedicina e i dispositivi digitali nella pratica clinica per migliorare il monitoraggio continuo e la personalizzazione delle terapie.
- ricerca e formazione: sosterremo la ricerca scientifica di eccellenza e investiremo nella formazione continua degli operatori sanitari per garantire l’aggiornamento continuo delle conoscenze e delle competenze.
- educazione e sensibilizzazione: lavoreremo in completa sincronia e condivisione con le associazioni dei pazienti per implementare campagne informative finalizzate a promuovere una maggiore consapevolezza del diabete e favorire comportamenti salutari.
Attraverso queste azioni la SID mira a ridurre l’impatto del diabete sulla salute e sulla qualità di vita dei pazienti, contribuendo al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e costruendo un futuro più sano per tutti».
Uno degli obiettivi della SID riguarda anche la sensibilizzazione e l’educazione sanitaria. Quali strategie adotterete per migliorare la consapevolezza e la gestione della malattia?
«La SID crede fermamente che l’educazione sanitaria sia la chiave per prevenire e gestire efficacemente il diabete. Attraverso una serie di iniziative mirate, vogliamo costruire una cultura della prevenzione e migliorare la qualità di vita delle persone con diabete».