Dal Fascicolo Elettronico alla fiducia del cittadino: dati, dialogo e programmazione

All’evento “L’innovazione nel Sistema Sanitario Nazionale: Ecosistema Dati Sanitari – presente e futuro” il Fascicolo Sanitario Elettronico è stato discusso come leva di dialogo, fiducia e programmazione per la sanità del futuro, non solo digitale

Un dibattito aperto e concreto sull’innovazione digitale nel sistema sanitario pubblico. Questo il cuore dell’incontro “L’innovazione nel Sistema Sanitario Nazionale: Ecosistema Dati Sanitari – presente e futuro”, promosso dal Ministero della Salute in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

L’evento ha rappresentato una delle tappe del roadshow nazionale “Ecosistema dei dati sanitari. Il Fascicolo Sanitario Elettronico per modernizzare la Sanità”, che ha attraversato l’Italia coinvolgendo le Regioni in un confronto operativo sui temi della sanità digitale e sulle modalità di attuazione del Decreto sull’Ecosistema dei Dati Sanitari (EDS).

Il Fascicolo Sanitario Elettronico è al centro del dialogo per innovare la sanità, non solo digitale

«Il Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0 svolge un ruolo centrale nel percorso di trasformazione e ammodernamento del Sistema Sanitario Nazionale”, ha dichiarato Alessio Butti, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione Tecnologica. «È una piccola – ma grande – rivoluzione: ai cittadini garantiamo un canale unico, semplice e sicuro di accesso ai propri dati sanitari; al sistema sanitario offriamo uno strumento prezioso per la cura, la prevenzione e la programmazione delle politiche di salute».

Il Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0 e il ruolo del Dipartimento per la Trasformazione Digitale

Il FSE 2.0 rappresenta oggi uno degli assi portanti del percorso di digitalizzazione del SSN. Per sostenerne l’attuazione, il Dipartimento per la Trasformazione Digitale ha sviluppato tre linee guida nazionali:

  1. Operative, per orientare le Regioni nell’implementazione tecnica e nella gestione dei dati;
  2. Formative, destinate a rafforzare le competenze digitali dei professionisti sanitari;
  3. Comunicative, per coinvolgere in modo chiaro cittadini e operatori nella transizione digitale.

A queste si aggiunge un modello di governance partecipativa, che mira a coinvolgere pienamente le amministrazioni regionali attraverso gruppi di lavoro, workshop e un repository nazionale di buone pratiche, strumenti e materiali formativi.

La copertura nazionale del Fascicolo cresce grazie a collaborazione e dati condivisi

Un approccio che sta già producendo risultati tangibili: l’86% delle Regioni e Province autonome ha avviato percorsi di formazione dedicati al FSE. Di queste, il 90% ha coinvolto figure apicali del SSR (+10% rispetto a giugno 2025), l’81% i professionisti sanitari (+5%), e il 67% i medici di medicina generale e pediatri di libera scelta (+15%). Le ultime Regioni, Abruzzo e Calabria, avvieranno le attività entro fine ottobre 2025, garantendo così una copertura nazionale completa.

Butti: «Un ecosistema del buon senso, non solo dei dati»

Nel suo intervento, il Sottosegretario Butti ha ricordato che il successo del Fascicolo Sanitario Elettronico dipende dalla collaborazione tra tutti gli attori del sistema sanitario: «Vogliamo che tutte le competenze confluiscano in un contenitore unico, in cui le Regioni facilitino uno scambio continuo. È così che si cresce: incrociando competenze diverse, professionisti diversi, territori diversi».

Secondo i dati più recenti, la quasi totalità dei medici delle strutture pubbliche è abilitata all’uso del Fascicolo; tra gli specialisti la media nazionale di abilitazione è dell’87%, mentre il 98% dei medici di medicina generale e pediatri ha effettuato almeno una consultazione del FSE nel secondo trimestre 2025. Anche tra i cittadini cresce la partecipazione: il 44% ha già utilizzato il proprio Fascicolo.

Un passo importante sarà l’attivazione del nuovo portale nazionale del FSE, accessibile anche tramite IT-Wallet e App IO. «Abbiamo sperimentato l’App IO in Lombardia per gestire le liste d’attesa e ridurre i no show – ha spiegato Butti – e in 12 mesi la percentuale dei no show è scesa del 30%. Estendere questa sperimentazione a livello nazionale significa recuperare risorse da reinvestire nel SSN».

«Ma serve anche un ecosistema del buon senso», ha concluso. «Abbiamo bisogno dei giornalisti, dei medici, degli infermieri, dei farmacisti, dei direttori generali. La salute non ha colore politico: è un obiettivo comune, e l’innovazione deve essere al servizio dei cittadini».

Mennini: «Dal Fascicolo al data lake per una programmazione più efficace»

Sulla stessa linea si è espresso Francesco Saverio Mennini, Capo Dipartimento della Programmazione, dei dispositivi medici, del farmaco e delle politiche in favore del SSN: «Il Fascicolo Sanitario Elettronico è uno strumento essenziale anche per la programmazione sanitaria, perché consente di creare un vero data lake nazionale. Mettiamo in rete dati finora frammentati a livello locale e regionale, e questo ci permette di accedere a informazioni in tempo reale, identificare criticità, valutare le performance e allocare le risorse in modo più razionale».

Più dati, migliore programmazione: servizi sanitari più vicini ai cittadini

Mennini ha anche evidenziato il valore del dialogo con le Regioni, in particolare sul fronte delle liste d’attesa: «Abbiamo costruito un sistema collaborativo. Il Ministero non si pone come controllore, ma come alleato. La piattaforma nazionale oggi funziona e riceve dati completi da tutte le Regioni, proprio grazie a questa cooperazione».

Quintavalle: «Formazione e fiducia, la chiave del successo»

Dalla prospettiva territoriale, Giuseppe Quintavalle, Direttore Generale della ASL Roma 1, ha sottolineato l’importanza della formazione e del coinvolgimento del cittadino: «Abbiamo seguito con grande partecipazione le indicazioni regionali e attivato una cabina di regia formativa. Migliaia di professionisti sono stati formati per conoscere e utilizzare il Fascicolo. L’adesione dei medici di medicina generale è al 95%, quella degli specialisti al 60%, ma vogliamo crescere ancora».

La sanità digitale cresce con la fiducia e il coinvolgimento del cittadino

L’obiettivo, ha spiegato Quintavalle, è duplice: generare fiducia e semplificare l’esperienza d’uso: «Il cittadino deve capire che il FSE non è uno strumento tecnico riservato agli esperti, ma un servizio utile e familiare, come l’app della banca o del parcheggio. La semplicità è essenziale, soprattutto per le persone anziane. Per questo abbiamo attivato una rete di volontari che li accompagna passo dopo passo all’uso del Fascicolo digitale».

Siccardi: «Telemedicina e FSE, due facce della stessa trasformazione»

Anche AGENAS è impegnata nel percorso di integrazione tra telemedicina e Fascicolo Sanitario Elettronico. «Siamo a un buon punto – ha spiegato Giulio Siccardi, Direttore UOC Sistemi Informativi dell’Agenzia – anche se non è un punto d’arrivo. Le Regioni hanno collaudato le infrastrutture e ci stanno inviando i primi dati: a dicembre 2025 dovremo certificare il raggiungimento del target di 300.000 assistiti in telemedicina, ma le proiezioni ci dicono che lo supereremo».

Serve una grande opera di comunicazione verso i cittadini

L’obiettivo ora è integrare i servizi di telemedicina nell’ecosistema dei dati sanitari entro il 2026. «Il portale nazionale del FSE sarà il punto di accesso ai servizi digitali: prenotazioni, televisite, telemonitoraggi. Ma serve una grande operazione di comunicazione verso cittadini e professionisti, per far capire che questo ecosistema non è futuro, è già realtà».

Ruggeri: «Dallo Stato alle Regioni, un confronto continuo»

Il percorso di digitalizzazione della sanità italiana poggia su un equilibrio tra autonomia regionale e coordinamento nazionale. Come ha ricordato Antonino Ruggeri, rappresentante del Coordinamento della Conferenza Stato-Regioni: «L’obiettivo comune è trovare soluzioni innovative, mantenendo i nostri valori. Il confronto con gli stakeholder – dal Garante Privacy al MEF, da AGENAS al Ministero della Salute – è continuo e costruttivo. Non c’è imposizione, ma co-progettazione: tutti i documenti che arrivano in Conferenza ricevono esito positivo perché il lavoro di confronto avviene già nella fase di costruzione».

Il dialogo Stato-Regioni rafforza l’implementazione del Fascicolo e la fiducia

Ruggeri ha evidenziato come la condivisione delle buone pratiche territoriali sia una delle leve più efficaci per garantire omogeneità e sicurezza nella trasformazione digitale del SSN.

Mandelli (FOFI): «Comunicare in modo univoco per rafforzare la fiducia»

Anche il mondo delle farmacie gioca un ruolo chiave nella sanità digitale. Andrea Mandelli, Presidente della Federazione Ordini dei Farmacisti Italiani (FOFI), ha ricordato come la “farmacia dei servizi” sia ormai parte integrante del sistema di prossimità sanitaria.

«Vent’anni fa era solo un sogno. Oggi la telemedicina in farmacia è una realtà quotidiana. I dati mostrano un interesse crescente e un impegno straordinario da parte dei farmacisti. Ma serve un ulteriore passo avanti: costruire una comunicazione sanitaria univoca, coerente, soprattutto su temi come i vaccini. È un dovere verso i cittadini».

Mandelli ha anche sottolineato l’importanza del recente disegno di legge per la semplificazione, approvato in prima lettura al Senato, che apre nuove prospettive per l’integrazione delle farmacie nei servizi digitali del SSN.

Un ecosistema in costruzione

Dall’interoperabilità dei sistemi alla formazione degli operatori, dalla collaborazione istituzionale alla fiducia del cittadino, il percorso verso un ecosistema dei dati sanitari realmente integrato è in piena evoluzione.

I numeri confermano un impegno diffuso: infrastrutture collaudate, reti regionali attive, cittadini sempre più coinvolti. Ma la sfida resta aperta – quella di rendere l’innovazione digitale non solo un progetto tecnologico, ma una leva di equità e prossimità per il Servizio Sanitario Nazionale.

Come ha ricordato Butti, «ogni rivoluzione tecnologica, grande o piccola che sia, richiede tempo, visione e pazienza». E il percorso dell’ecosistema dei dati sanitari dimostra che questa visione è già in atto.

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Rossella Iannone
Direttrice responsabile TrendSanità