«Decreto tariffe e nomenclatore da rifare ed ecco perché non funziona il payback dispositivi medici»

«Decreto tariffe e nomenclatore da rifare ed ecco perché non funziona il payback dispositivi medici»

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L’anno della sanità si apre con diverse grandi incognite: prime fra tutte le contestazioni al decreto tariffe e al nomenclatore che regolano i laboratori di analisi, la specialistica ambulatoriale (appena rinviato al primo aprile 2024), gli ausili e le protesi. Resta ancora aperta anche la questione payback dispositivi medici che tiene in apprensione, da una parte, le Regioni che contano su quelle entrate per chiudere i bilanci e, dall’altra, i molti produttori che rischiano di fallire se dovranno pagare quanto stabilito. Il tutto è contornato da ricorsi giudiziari e contenziosi milionari che non accennano a placarsi.

Fa il punto su questo, e su molto altro, Federico Spandonaro, professore aggregato presso l’Università degli studi di Roma “Tor Vergata” e Presidente del Comitato Scientifico di C.R.E.A. Sanità, che ai microfoni di TrendSanità spiega: «Decreto tariffe e nomenclatore sono da rifare, non si può avere una tariffa di 22 euro per una visita. Manca un monitoraggio continuo e la tecnologia e i prezzi corrono veloci. Il payback sui dispositivi medici ha una struttura del tetto molto debole perché monitora solo una parte dei dispositivi e questo crea numerosi contenziosi. Per il futuro bisogna pensare ad una gestione diversa. Questa mi pare evidente che non funzioni. Infine, per migliorare l’early access dei farmaci guardiamo ai modelli europei di Francia e Germania: ecco come funzionano».

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