Flessibile, integrato con la società e nel contesto urbano, attento alle esigenze di pazienti, medici e caregiver. E, naturalmente, digitale e sostenibile.
Sono queste le principali caratteristiche che dovrà avere l’ospedale del futuro secondo il Joint Research Platform Healthcare Infrastractures di Politecnico di Milano e Fondazione Politecnico di Milano, che ha presentato le prime indicazioni su come realizzare le strutture ospedaliere che dovranno far parte del nuovo Sistema sanitario in corso di riforma.
“L’ospedale del futuro dovrà essere connotato da una forte flessibilità tra ricoveri brevi e lunghi e tra diverse aree specialistiche, e dovrà poter interagire con le altre strutture sanitarie del territorio. Nell’ottica di una maggiore appropriatezza”, ha affermato il direttore generale del Welfare di Regione Lombardia Giovanni Pavesi intervenendo alla presentazione del report “The Next Generation Hospital” presentato dall’ateneo milanese.
Una città nella città
In effetti, secondo gli esperti la vision è proprio quella di un ospedale di nuova generazione. Dove l’ospedale è visto come una vera e propria infrastruttura sociale urbana che non ospita solo servizi diagnostici e sanitari, ma è anche luogo di ricerca e formazione. Una sorta di “città nella città”, come l’ha definito Stefano Capolongo, docente di Hospital Design del Politecnico e responsabile scientifico dell’iniziativa.
Per assolvere tutte queste diverse finalità e rispondere alle sfide presenti e future dal nome “invecchiamento della popolazione”, “digitalizzazione”, “cambiamenti climatici” e “one health”, gli esperti di progettazione ospedaliera hanno stilato un decalogo si strategie metaprogettuali. Tra le indicazioni che dovranno essere tenute in considerazione, il fatto che l’ospedale dovrà essere dotato di flessibilità e resilienza fin dalla progettazione della maglia strutturale, essere dotato di digitalizzazione pervasiva e trasversale, essere sostenibile sotto il profilo sociale, ambientale ed economico, essere attento al well-being di tutti gli utenti e prevedere una prevalenza di camere singole.
“Oggi l’ospedale è concepito per il ricovero dei pazienti, ma dovrà diventare accogliente anche per il caregiver e per il personale sanitario. Oggi dopo il triage non è possibile accompagnare il paziente lungo il percorso di cura. Ma dobbiamo tendere all’umanizzazione delle cure”, anche a partire dalle strutture, ha precisato Pavesi.
Flessibilità e camere singole
Oggi l’80% dell’assistenza sanitaria avviene all’interno delle camere
Ecco quindi che tra gli elementi strutturali vitali per progettare l’ospedale del futuro vi è la necessità di dividere gli spazi per macroaree ospedaliere a complessità omogenea, come diagnostica, terapia e Pronto soccorso. La prevalenza delle camere singole è determinata dal fatto che oggi l’80% dell’assistenza sanitaria avviene all’interno delle camere. Se esse saranno singole ma trasformabili in doppie non per ospitare altri pazienti ma il caregiver, si genereranno risparmi operativi giacché il caregiver potrà sostituire in parte alcune attività oggi svolte dagli operatori socio sanitari. Quanto alla tecnologia abilitante, la digital health, sempre più fine e presente, dovrà servire per liberare tempo di qualità al personale sanitario da dedicare alle attività di cura.
Palese è il fatto che una rilevante quota dei nosocomi italiani possiede strutture vecchie, se non addirittura obsolete. E il classico dilemma se sia meglio ristrutturare o ricostruire torna a fare capolino. Ebbene, per guardare all’ospedale del futuro partendo da uno già esistente si dovrà prevedere un nuovo building ad alta intensità dismettendo le strutture obsolete o riconfigurandole con funzione a bassa complessità o accessoria.
Logistica 4.0 e droni
Un ruolo chiave avrà anche la logistica, che dovrà essere progettata secondo i principi del ‘just in time’, che sfrutta al massimo l’automatizzazione. Tutto per consentire di ridurre le dimensioni dei depositi e i costi di gestione. E così via libera a hub logistici esterni integrati con i sistemi dei servizi generali, logistici e farmaceutici, finanche all’utilizzo dei droni per il trasporto di medicinali e provette, persino tra strutture sanitarie differenti o all’interno dei corpi di strutture sanitarie particolarmente estese. Come già avviene dal 2018 negli Ospedali di Lugano dopo un test e come è in fase di sperimentazione all’ospedale San Raffaele di Milano.
A tutta sostenibilità
Quanto alla sostenibilità, si tratta di uno dei temi più rilevanti che dovranno essere affrontati e risolti dai progettisti dei nuovi ospedali. Partendo dalla consapevolezza che l’ospedale è l’edificio energivoro per antonomasia e che uno studio del 2018 pubblicato su The Lancet Planetary Health ci restituisce un dato inquietante: il settore sanitario produce il 3-10% delle emissioni di CO2 a livello mondiale.
Se i sistemi sanitari del mondo fossero una nazione sarebbero il quinto Paese più inquinante
Ha aggiunto Luigi Bertinato, responsabile della Segreteria scientifica della Presidenza dell’Istituto superiore di sanità: “Se i sistemi sanitari del mondo fossero una nazione sarebbero il quinto Paese più inquinante. Ecco perché l’ospedale del futuro deve essere non inquinante”. Ciò si dovrà declinare non solo pensando di sfruttare le energie rinnovabili, ridurre le emissioni climalteranti dirette e indirette, ma anche utilizzando materiali sostenibili ecologicamente ed economicamente. In questo senso vale il principio del ‘chi più spende meno spende’. Infatti gli esperti concordano nel sostenere che una progettazione sostenibile può essere più costosa rispetto all’utilizzo di materiali non sostenibili. Ma che l’adozione di progettualità volte alla sostenibilità compensa i costi elevati nel tempo, perché la riduzione di consumi energetici porterà alla diminuzione dei costi operativi dell’ospedale.
Smart and digital
Ma l’ospedale del futuro sarà anche smart. Il che significa essere progettati e realizzati in modo che l’intelligenza artificiale e la digitalizzazione sia distribuita a tutti i livelli per poter interagire con personale sanitario e pazienti in modo flessibile a seconda delle esigenze specifiche. Smart significa anche essere connesso con le altre strutture sanitarie del territorio per consentire la continuità assistenziale. Un ospedale che risulta quindi fisico e digitale, locale e in cloud allo stesso tempo.
Come ha commentato il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro: “Bisogna intervenire nel Ssn a livello di organizzazione, contratti e competenze delle diverse professionalità. Le strutture sono facilitatori del rendere operativi i modelli organizzativi. Le cure primarie e l’ospedale fanno parte dei una rete di assistenza sanitaria unica. Questi ultimi devono essere progettati in modo che possano dialogare tra loro e con il territorio con l’obiettivo della prossimità delle cure e del riuscire a rispondere efficacemente ai bisogni di salute. Dobbiamo creare una dimensione unitaria dei percorsi di cura”.