Il rapporto di Mario Draghi, presentato il 9 settembre 2024, offre un’analisi approfondita sulla competitività europea, con implicazioni significative per il settore farmaceutico e la sanità. Commissionato dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, il documento, dal titolo “The future of European Competitiveness”, mette in evidenza i cambiamenti strutturali necessari affinché l’Europa possa riposizionarsi come leader in un contesto mondiale in rapida evoluzione, dominato da Stati Uniti e Cina.
Il report è composto da due documenti: il primo, intitolato “Una strategia di competitività per l’Europa”, propone un piano condiviso per affrontare le sfide future e rendere l’Europa più competitiva; il secondo, “Analisi dettagliata e raccomandazioni”, descrive le azioni da intraprendere per realizzare queste strategie.
Commissionato da Ursula von der Leyen, il documento mette in evidenza i cambiamenti strutturali necessari affinché l’Europa possa riposizionarsi come leader in un contesto mondiale in rapida evoluzione
Nel report si identificano tre principali aree di intervento per stimolare la crescita: la prima si concentra sulla riduzione del divario tecnologico; la seconda propone un piano comune per decarbonizzazione e competitività, con l’obiettivo di allineare le politiche attuative per massimizzare i benefici legati alla riduzione dei costi energetici; la terza area mira a potenziare la sicurezza e a ridurre la dipendenza dalle importazioni di tecnologie digitali asiatiche.
Innovazione e settore farmaceutico
Uno dei punti chiave del rapporto è la necessità di colmare il divario di innovazione tra l’Europa e le principali economie mondiali, come gli Stati Uniti e la Cina. Questo è particolarmente rilevante per il settore farmaceutico, dove l’innovazione è cruciale per lo sviluppo di nuovi farmaci e terapie. Draghi sottolinea che l’Europa deve investire significativamente in ricerca e sviluppo (R&S), creando un ambiente favorevole per le start-up e le aziende farmaceutiche innovative. Si stima che siano necessari investimenti aggiuntivi pari a circa il 5% del PIL europeo per sostenere tali iniziative.
Anche la frammentazione normativa rappresenta una delle principali sfide per la competitività del settore farmaceutico europeo. Questa problematica si manifesta in diversi modi, influenzando negativamente l’industria e il suo potenziale di innovazione.
Tempi di approvazione prolungati
Uno degli effetti più evidenti della frammentazione normativa è il prolungamento dei tempi di approvazione per i nuovi farmaci. Nel 2022, il tempo medio di approvazione da parte delle agenzie regolatorie in Europa era di 430 giorni, rispetto ai 334 giorni negli Stati Uniti. Questo ritardo non solo ostacola l’accesso dei pazienti a nuovi trattamenti, ma limita anche la capacità delle aziende europee di competere efficacemente con quelle statunitensi e cinesi.
Accesso disuguale ai medicinali
La frammentazione normativa porta a differenze significative nell’accesso ai medicinali tra i vari Stati membri dell’UE. Alcuni paesi possono richiedere mesi o addirittura anni per avere accesso a determinati farmaci, creando disuguaglianze nella disponibilità di trattamenti essenziali. Questa situazione non solo influisce sulla salute pubblica, ma riduce anche l’attrattiva dell’Europa come mercato per le aziende farmaceutiche.
La frammentazione normativa porta a differenze significative nell’accesso ai medicinali tra i vari Stati membri dell’UE
Complessità regolatoria
Il quadro normativo complesso e variegato tra i diversi Stati membri rende difficile per le aziende navigare le diverse leggi e regolamenti. Questa complessità può aumentare i costi operativi e rallentare l’innovazione, poiché le aziende devono dedicare risorse significative per garantire la conformità alle normative locali.
Impatto sull’innovazione
La frammentazione normativa influisce anche sulla capacità dell’industria farmaceutica di investire in ricerca e sviluppo (R&S). La mancanza di un quadro normativo uniforme può scoraggiare gli investimenti, poiché le aziende potrebbero percepire un rischio maggiore associato all’ingresso in mercati con normative poco chiare o variabili. Inoltre, l’accesso limitato ai dati sanitari, necessario per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale nel settore farmaceutico, è aggravato dalla frammentazione normativa, ostacolando ulteriormente l’innovazione.
I commenti positivi di Egualia ed Efpia
«Il documento sul futuro della competitività europea presentato da Mario Draghi testimonia l’importanza strategica del settore farmaceutico per l’Europa e riafferma la necessità di urgenti e importanti politiche di supporto per incentivare l’attività delle aziende che operano nei Paesi UE» – afferma Stefano Collatina, presidente di Egualia, l’associazione che rappresenta le aziende produttrici di farmaci equivalenti, biosimilari e Value Added Medicines.
«Ci conforta in particolare che nel documento siano considerate centrali sia le misure per rafforzare l’attività di R&S sia quelle per rafforzare le catene di fornitura farmaceutica, puntando alla mitigazione delle carenze di farmaci critici, principalmente quelli fuori brevetto, e alla produzione di biosimilari insieme ai farmaci biologici brevettati – conclude il presidente di Egualia. Solo l’insieme combinato di misure che garantiscano sostenibilità a ciascun componente del comparto può aiutarci a recuperare la competitività complessiva del settore».
L’industria farmaceutica è un pilastro fondamentale dell’economia europea, ma la sua posizione di leader globale è precaria perché gli investitori guardano sempre più altrove
Un riscontro positivo confermato anche da Efpia, l’associazione delle aziende farmaceutiche europee, che in una nota sottolinea: «L’industria farmaceutica accoglie con favore il rapporto di Mario Draghi che delinea proposte su come l’Europa può riconquistare il suo vantaggio competitivo e il ruolo critico delle industrie innovative nel raggiungere questo obiettivo. Siamo lieti che il rapporto abbia una visione olistica del nostro settore, riconoscendo la sua importanza strategica per l’Europa e il suo futuro».
«L’industria farmaceutica è un pilastro fondamentale dell’economia europea, ma la sua posizione di leader globale è precaria perché gli investitori guardano sempre più altrove. Questo rapporto mostra l’ambizione al più alto livello per affrontare i problemi», ha concluso la direttrice generale Efpia, Nathalie Moll.