«Ho applicato l’economia e la teoria dei giochi per salvare vite con i trapianti di rene»

A TrendSanità parla il premio Nobel 2012 per l’economia Alvin Eliot Roth: « Il nostro compito come economisti non è solo lavorare a come allocare al meglio risorse scarse ma, possibilmente, fare in modo che diventino meno scarse»

I microRNA e il loro ruolo nella regolazione genica post-trascrizionale avranno implicazioni notevoli per la nostra salute nel presente e nel futuro. E mentre celebriamo ancora per queste scoperte, e per le potenzialità che hanno, i premi Nobel 2024 per la medicina appena nominati, i biologi statunitensi Victor Ambros e Gary Ruvkun, non possiamo non pensare a chi, con un premio Nobel all’economia, ha già trasformato da tempo le sue teorie in una risorsa della sanità mondiale pienamente operativa.

«Il nostro compito come economisti non è solo lavorare a come allocare al meglio risorse scarse ma, possibilmente, fare in modo che diventino meno scarse» racconta a TrendSanità Alvin Eliot Roth, in visita in Italia in occasione di un evento organizzato da Istituto Superiore di Sanità e Centro Nazionale Trapianti.

«Non dovrebbe sorprendere che un economista si occupi di trapianti d’organo. L’economia riguarda cooperazione, coordinamento e scambio» dice ancora il premio Nobel del 2012, pioniere dell’applicazione delle teorie dei giochi e dell’economia sperimentale al sistema dei trapianti. I suoi lavori hanno rivoluzionato questo ambito aprendo la strada alla possibilità di effettuare trapianti di rene incrociati tra coppie incompatibili.

Italia eccellenza internazionale

Alvin Eliot Roth

In un’analisi approfondita del sistema italiano e internazionale dei trapianti, Roth evidenzia i progressi e le sfide ancora aperte. «L’Italia ha raggiunto nel 2023 il livello più alto nella sua storia per le donazioni di organi, ma c’è ancora molto lavoro da fare per colmare il divario tra domanda e offerta, ancora una volta, un concetto economico», aggiunge con un sorriso.

Il gap tra domanda e offerta

I numeri parlano chiaro: circa 8mila persone sono ancora in attesa di un trapianto in Italia. Un numero non casuale che riflette uno squilibrio strutturale tra disponibilità di organi e necessità dei pazienti. «È qui che entrano in gioco i principi economici dello scambio – spiega Roth –. Lo scambio di reni, per esempio, permette a persone che non possono donare direttamente ai loro cari di farlo indirettamente, creando una catena di scambi con donatori compatibili».

Una intuizione da Nobel

«Esattamente 20 anni fa, nel maggio 2004, Roth pubblicava sul Quarterly Journal of Economics (la più antica rivista di studi economici degli Stati Uniti) “Kidney Exchange”, l’articolo nel quale lo studioso esponeva la sua “teoria del matching” applicandola al problema della compatibilità tra donatore e ricevente nel trapianto di rene da vivente e alla necessità di reperire un numero sufficiente di donatori per i pazienti in attesa di un organo – spiega l’ISS in un comunicato pubblicato in occasione dell’incontro -. Roth dimostrò matematicamente che, incrociando i dati immunologici di tutte le coppie in cui una persona sana vuole donare un rene a un proprio familiare ammalato ma non può farlo per assenza di compatibilità, tutti i pazienti avrebbero potuto ricevere l’organo di cui hanno bisogno. Per i suoi studi sulle allocazioni stabili, definiti dall’Accademia reale svedese “un capolavoro di ingegneria economica”, nel 2012 Roth è stato insignito del premio Nobel».

La matematica al servizio della vita

«Quello che facciamo è aiutare i chirurghi a trovare il maggior numero possibile di abbinamenti compatibili. L’idea è che ogni paziente possa ricevere un rene dal donatore compatibile di un altro paziente. Organizzare questi scambi per ottenere il massimo numero possibile di trapianti, o la migliore qualità possibile, in fin dei conti è un problema matematico» prosegue il premio Nobel. Il sistema richiede l’analisi di grandi quantità di dati sulle coppie paziente-donatore per determinare quali pazienti possono ricevere reni da quali donatori. Un puzzle complesso che la tecnologia aiuta a risolvere, ma che richiede anche una visione più ampia del problema.

La sfida europea

Roth individua una criticità significativa nell’attuale approccio europeo: «Al momento, in Europa, Paesi come l’Italia prima cercano di effettuare gli scambi tra i loro pazienti e donatori nazionali, abbinando così tutte le coppie “facili” a livello domestico. Solo successivamente, quando cercano di cooperare con altri Paesi, mostrano loro le coppie difficili da abbinare rimaste escluse». Questa strategia, secondo l’economista, è inefficiente: «È difficile abbinare tra loro coppie già di per sé difficili da abbinare. Sarebbe molto meglio se l’Europa guardasse a tutti i pazienti e i donatori insieme, per capire come organizzare al meglio gli scambi». Primi passi l’Italia in questo senso ha già iniziato a compierli aprendosi agli scambi con una prima rete di Paesi.

Una visione internazionale

Il premio Nobel porta un esempio concreto: «Scambiamo internazionalmente molte cose. In inverno riceviamo frutta dai Paesi dove è estate. Sarebbe positivo poter scambiare reni attraverso i confini nazionali, in modo che ogni paziente che necessita di un rene abbia molte opzioni tra cui scegliere». La sfida, secondo Roth, richiede un cambio di paradigma nella gestione dei programmi di donazione e trapianto. «Apprezzo enormemente il lavoro dei professionisti e dei volontari nel campo delle donazioni e dei trapianti, ma serve un approccio più integrato a livello continentale e internazionale», sottolinea.

Il futuro dei trapianti e l’economia…

La visione di Roth per il futuro è chiara: un sistema europeo integrato che permetta di ottimizzare gli scambi di organi oltre i confini nazionali, aumentando le possibilità di trovare donatori compatibili per ogni paziente. Un obiettivo ambizioso che richiede non solo innovazione tecnologica e coordinamento medico, ma anche una nuova comprensione dei meccanismi economici che possono rendere più efficiente il sistema dei trapianti. «L’economia può sembrare distante dalla medicina, ma quando si tratta di salvare vite attraverso una migliore allocazione delle risorse, i principi economici diventano strumenti preziosi al servizio della salute pubblica», conclude Roth.

Può interessarti

Cesare Buquicchio
Giornalista professionista. Condirettore TrendSanità. Capo Ufficio Stampa Ministero della Salute dal 2019 al 2022. Direttore scientifico del corso di perfezionamento CreSP, Università di Pisa