Il Cdm approva lo scudo penale per i medici e la riforma delle professioni sanitarie

di Michela Perrone

Il Consiglio dei Ministri ha approvato ieri sera il disegno di legge-delega che riforma le professioni sanitarie. Il provvedimento interviene anche sulla responsabilità professionale e modifica la normativa attualmente vigente, introducendo il cosiddetto “scudo penale“: i medici che si attengano alle linee guida saranno perseguibili solo in caso di «colpa grave», la cui definizione non compare tuttavia nel testo del documento.

Lo scudo penale servirà anche a contrastare la medicina difensiva, che costa circa 11 miliardi all’anno

«Circoscrivere, come stiamo facendo, la responsabilità penale dei sanitari, non significa affatto favorirne l’impunità – hanno commentato in serata i ministri Schillaci e Nordio -. Significa invece porre i medici in condizione di operare con maggiore serenità, dedicandosi senza spreco di energie ai pazienti che necessitano di diagnosi e di cure urgenti ed efficaci. Con questa riforma vogliamo rilanciare le professioni sanitarie e dare risposte efficaci ai nuovi bisogni di salute della popolazione».

Il provvedimento mira anche a contrastare la medicina difensiva, che costa mediamente 11 miliardi l’anno e allunga le liste d’attesa, poiché induce i medici a prescrivere esami costosi, spesso inutili e invasivi, che non soltanto gravano sui bilanci delle ASL ma ritardano gli interventi sui pazienti.

Le denunce contro i medici sono circa 15 mila all’anno, ma la cifra è considerata sottostimata. Secondo ANAAO-ASSOMED, solo il 3% dei provvedimenti giudiziari si conclude con una condanna. 

La riforma delle professioni sanitarie

Sul disegno di legge, il Ministro della Salute Schillaci ha dichiarato: «È una riforma attesa da anni che punta a contrastare le carenze di organico, a sburocratizzare il sistema e a valorizzare le competenze delle professioni sanitarie. Sono previste misure di sostegno allo sviluppo della carriera e la revisione di percorsi formativi come l’istituzione della Scuola di specializzazione per la medicina generale. Con questa riforma diamo un ulteriore contributo al potenziamento del servizio sanitario nazionale valorizzando le professioni sanitarie per rispondere in modo sempre più efficace ai bisogni di salute dei cittadini».

Il provvedimento delega infatti il Governo ad adottare, entro il 31 dicembre 2026, misure dirette a incrementare il personale sanitario, potenziare i percorsi di formazione sanitaria specialistica e valorizzare le professionalità e le competenze dei professionisti sanitari.

Sarà introdotto anche un Sistema nazionale di certificazione delle competenze

Sono inoltre indicati i criteri per lo sviluppo delle competenze e il potenziamento della formazione sanitaria specialistica che prevedono l’istituzione di un Sistema nazionale di certificazione delle competenze, specifico per il settore sanitario nonché la ridefinizione del percorso formativo della medicina generale, con la trasformazione del corso regionale di formazione in Scuola di specializzazione, e delle specializzazioni sanitarie non mediche attraverso l’istituzione di scuole di specializzazione ad hoc.

La legge delega prevede infine l’introduzione di misure volte a valorizzare il ruolo degli Ordini professionali.

FISM: «Una risposta concreta e attesa da tempo dai medici italiani»

La FISM (Federazione Italiana delle Società Medico Scientifiche) ha espresso il proprio apprezzamento per l’iniziativa del Governo, che «rappresenta una risposta concreta e attesa da tempo dai medici italiani, perché contribuisce a restituire serenità all’esercizio quotidiano della professione. Limitare la responsabilità penale ai soli casi di colpa grave, in presenza del rispetto delle linee guida e delle buone pratiche cliniche, significa garantire un giusto equilibrio tra la tutela dei pazienti e la necessità di operare in condizioni di maggiore sicurezza e senza il timore costante di contenziosi».

La FISM guarda con interesse anche agli altri obiettivi contenuti nella delega, come la creazione di una scuola di specializzazione universitaria per la medicina generale, il rafforzamento delle politiche di valorizzazione e sviluppo del personale sanitario e le misure per la sicurezza sui luoghi di lavoro. «Questa riforma – ha dichiarato Loreto Gesualdo, Presidente FISM – è un passo avanti significativo verso un sistema sanitario più equo e sostenibile, capace di tutelare tanto i cittadini quanto i professionisti. Come Federazione continueremo a collaborare con le istituzioni per garantire che le norme siano accompagnate da investimenti, innovazione e attenzione alla qualità delle cure».

FNOPI: «Un passo nella giusta direzione»

Il riordino delle professioni sanitarie è stato accolto favorevolmente anche dalla Federazione degli Infermieri (FNOPI): «Già nel corso dell’indagine conoscitiva alla Camera, la FNOPI aveva evidenziato l’importanza di introdurre misure volte a rafforzare il personale sanitario e valorizzarne la professionalità, le competenze e la formazione specialistica, anche attraverso un maggiore coordinamento, formale e sostanziale, delle norme vigenti – si legge in una nota -. Secondo la Federazione – alla luce delle versioni attualmente disponibili del testo – il DDL va nella giusta direzione, con l’auspicio che il relativo iter parlamentare prosegua speditamente, garantendo il pieno coinvolgimento delle professioni infermieristiche e delle altre professioni sanitarie».

CIMO-FESMED: «Bene approvazione, ma sbagliato parlare di scudo penale»

«Accogliamo con cauta soddisfazione l’approvazione, da parte del Consiglio dei Ministri, del Ddl Delega sulle professioni sanitarie che prevede, tra le altre cose, la limitazione della responsabilità penale alla sola colpa grave – ha dichiara Guido Quici, Presidente del sindacato dei medici Federazione CIMO-FESMED -. Tuttavia, nel testo che abbiamo visionato è assente la definizione di colpa grave, che sarà qualificata di volta in volta dal giudice. C’è dunque il rischio che, nel concreto, in caso di contenzioso per i medici non cambi nulla. Per questo riteniamo fuorviante la definizione di scudo penale: di fatto, non c’è alcuno scudo. La Commissione Nordio, invece, nella sua proposta di riforma della responsabilità professionale, aveva quantomeno tentato di delineare le fattispecie in cui il professionista sanitario è chiamato a rispondere per colpa grave». 

Il rischio del non definire la colpa grave è che in caso di contenzioso per i medici non cambi nulla

«Apprezziamo poi la volontà di prevedere incentivi in favore del personale sanitario e la razionalizzazione delle attività amministrative volte all’ottimizzazione dei tempi di lavoro – aggiunge Quici – ma nutriamo delle perplessità in merito all’intenzione di rivedere l’apparato sanzionatorio disciplinare, che nel rapporto di lavoro dipendente è materia di competenza contrattuale, e alla proposta di introdurre forme di lavoro flessibile per gli specializzandi. Su questi temi ci riserviamo di leggere nel dettaglio i decreti legislativi prima di esprimere un parere più articolato».

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