Il farmacista clinico, per sviluppare anche in Italia una figura professionale tra innovazione e multidisciplinarietà

Una figura di “raccordo attivo” tra clinico e paziente: è il farmacista clinico, professionista già molto presente ed attivo nei Paesi anglosassoni ma ancora poco diffusa nella Penisola. A questo professionista ancora poco presente e diffuso in Italia e nel SSN è dedicato il Corso nazionale Clinical Pharmacist. The Best Experience: Innovazione e multidisciplinarietà, evento di formazione in ambito scientifico e sanitario promosso e coordinato da Anna Marra (Direttore Dipartimento Farmaceutico Azienda Ospedaliero-Universitaria ed Azienda USL di Ferrara) tenuto presso l’Aula Magna dell’Università di Ferrara che ha richiamato esperti e professionisti da tutta Italia. L’ideatrice dell’evento ha sottolineato che «ormai da qualche anno nell’ambito del Dipartimento Farmaceutico delle Aziende Ferraresi stiamo proponendo la figura del farmacista clinico come parte integrante del team di cura. Ci è sembrato quindi appropriata e puntuale la possibilità di creare un momento di riflessione e confronto con realtà regionali e nazionali che hanno già implementato nei diversi contesti clinici la figura del farmacista clinico».

L’evento è decisamente ampio e multiprofessionale e non si rivolge esclusivamente ad un ruolo e ad una funzione sanitaria, perché, precisa Marra, «visto che parliamo di contesti clinici complessi e interdisciplinari, tutti i contributi della giornata sono stati pensati con relazioni a quattro mani con interventi farmacista-clinico o farmacista-infermiere, puntando al coinvolgimento di speakers di competenze ed esperienze riconosciute». 

Chi è il farmacista clinico?

Ma chi è dunque il farmacista clinico – figura innovativa che è parte dell’ambito complesso della farmacia ospedaliera – e quali sono i macro-temi che si vogliono affrontare nell’evento? «La farmacia clinica ha le sue origini agli inizi del XX secolo negli Stati Uniti – ha precisato Marra – ma questo settore ha iniziato ad acquisire maggiore rilevanza negli anni Sessanta, in particolar modo negli ospedali, dove i farmacisti iniziarono ad assumere un ruolo più attivo nella cura dei pazienti».

Anna Marra

Sviluppato soprattutto negli USA, in Inghilterra e Germania, il farmacista clinico è oggi quel professionista che con competenze e ruoli garantisce l’uso appropriato (efficace, sicuro ed economico) dei farmaci e che, in aggiunta al controllo quali-quantitativo, alla dispensazione ed all’allestimento dei farmaci, ha un maggiore coinvolgimento nell’assistenza del paziente, collaborando attivamente con il team di cura, medico ed infermieristico, a garanzia di maggiore sicurezza ed efficacia dei trattamenti farmacologici.

Il concetto di “cura farmaceutica”, così come riportato nelle Linee guida di buona pratica della Royal Pharmaceutical Society del Regno Unito è l’erogazione responsabile di una terapia farmacologica con l’obiettivo di ottenere risultati definiti che migliorino la qualità di vita del paziente. «La funzione del farmacista clinico – prosegue Marra – pertanto non si limita alla conoscenza del farmaco, alla sua produzione e logistica, ma comprende tutte quelle attività dedicate ai pazienti con lo scopo di ottenere il miglior risultato, sia individuale che sociale (salute pubblica), anche attraverso il monitoraggio ed appropriatezza d’uso. Ciò si traduce nei fatti in una migliore qualità dell’assistenza ed in un maggior profilo di sicurezza a favore dei pazienti». 

Avviare un nuovo percorso

Nonostante queste premesse positive, c’è da registrare che attualmente la farmacia clinica viene praticata soprattutto in molti contesti del mondo anglosassone: in Italia, nonostante ci siano esperienze significative (Torino, Bologna, Ferrara, Padova…), non è ancora riconosciuta in modo formale dalle istituzioni. Anna Marra precisa che proprio per questo «il convegno di Ferrara intende dare evidenza di come l’inserimento del farmacista clinico nel team di cura potrebbe risultare utile e positivo anche nel nostro Paese nell’assistenza personalizzata al paziente. Attraverso le esperienze delle diverse realtà regionali e nazionali che verranno presentate si potrà avviare un nuovo percorso virtuoso, e cogliere così come la figura del farmacista clinico, laddove integrata nel team di cura, possa essere una figura chiave nel garantire la migliore qualità dell’assistenza al paziente con uno sguardo al futuro in particolar modo in ambito di terapie avanzate e radiofarmaci».

Dentro al programma

L’evento – che ha ottenuto il patrocinio di SIFO e SIFACT – ha proposto tre sessioni plenarie: 1°, Il Farmacista Clinico, dalla stewardship antimicrobica ad esperienze di reparto; 2°, Il Farmacista Clinico e la Chirurgia; 3°, L’officina di produzione, con Mattia Algeri (Bambino Gesù), tra i massimi ricercatori in ambito di terapie innovative, per esporre lo stato di avanzamento in Italia delle sperimentazioni con CAR-T Cell. 

Alla tavola rotonda finale sono previsti esperti e professionisti da tutta Italia, tra cui Francesco Cattel (Direttore Generale Asl VCO-Piemonte), Carlo Piccinni (Direttore area Ricerche Fondazione RES, Roma), Maria Chiara Silvani, (Direttrice Farmacia ospedaliera, Ravenna e Presidente incoming SIFACT), Alessandra Stancari (Direttrice farmacia AOU  S. Orsola – Malpighi, Bologna).

Tematiche, speakers, approccio vasto e stimolante: l’evento parla di contenuti nazionali e globali «perché ambisce a diventare un appuntamento annuale, occasione unica per presentare esperienze virtuose sia regionali che nazionali e volano di idee e collaborazioni per promuovere tale figura in realtà italiane sempre più numerose. Al tempo stesso i contenuti e le idee che verranno condivise potranno essere di supporto per la proposizione a livello istituzionale, sia regionale che nazionale, del farmacista clinico al fine della formalizzazione di tale figura nel team di cura, come accade in altri contesti europei e mondiali», conclude Marra.

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