Il grido di allarme dei fisici medici

Nella Giornata internazionale della Fisica medica, il gruppo Aifm Giovani e gli specializzandi accendono i riflettori sulle condizioni che caratterizzano la formazione di questa figura così importante nel panorama sanitario.

Per poter esercitare il ruolo di specialisti in Fisica medica all’interno delle strutture sanitarie, è infatti necessario frequentare una scuola di specializzazione, analogamente al percorso intrapreso dai medici specialisti. Si tratta di un percorso, di durata triennale, che permette ai laureati magistrali in fisica di formarsi in diverse aree che vedono l’utilizzo di radiazioni ionizzanti e non solo: si passa dalla radioterapia, alla radiologia, alla medicina nucleare e alla radioprotezione, ma anche alla risonanza magnetica, ai laser e agli ultrasuoni.

Questo periodo è caratterizzato dall’assenza di contratti di formazione, a differenza dei colleghi medici.
I risultati di una survey presentata oggi all’interno del convegno “Sulle spalle dei giganti” organizzato da Aifm ( l’Associazione Italiana di Fisica Medica e Sanitaria) a Bergamo, mostrano come solo il 22% degli specializzandi fisici medici arriva a percepire oltre i 1.000 euro mensili con finanziamenti continuativi durante tutta la durata della Scuola di Specializzazione, mentre il 40% non riceve nessun contributo o comunque non in modo continuativo.

Solo il 22% degli specializzandi fisici medici arriva a percepire oltre i 1.000 euro mensili durante la scuola di specializzazione

“Si tenga conto, in questo quadro di per sé allarmante, che nella maggior parte dei casi (circa il 70%), per accedere alle scuole di specializzazione, è richiesto il trasferimento del giovane fisico in formazione presso le sedi dislocate sul territorio nazionale”, ricordano Marco Felisi e Nicola Maffei, coordinatore ed ex coordinatore del gruppo Aifm Giovani, e Sara Parabicoli, rappresentante degli Specializzandi di Aifm.

Per contro, il fabbisogno di fisici medici è di circa 100 ogni anno, con un trend in crescita costante nell’ultima decina di anni (nel 2017 la richiesta era di 80 nuovi specialisti). Giunti al termine del percorso formativo, l’inserimento nel mondo del lavoro avviene con ottime tempistiche e prospettive: il 50% dei neo specialisti, infatti, ottiene un incarico come dirigente sanitario a tempo determinato nei primi 3 mesi dalla specialità, e praticamente la totalità lo ottiene nel primo anno, periodo durante il quale oltre il 50% del totale viene stabilizzato con un contratto a tempo indeterminato.

Il 50% dei neo specialisti ottiene un contratto a tempo indeterminato nel primo anno dalla specialità

I numeri che fin qui abbiamo presentato stridono se paragonati con la situazione delle specializzazioni mediche – sottolinea Carlo Cavedon, presidente di Aifm – Infatti, nell’ultimo bando oltre 6.100 su 16.200 contratti di formazione sono rimasti non assegnati per carenza di specializzandi. Pensare che a noi fisici medici ne basterebbero solo 100 (meno del 2% dei contratti non assegnati) rende la situazione ancora più amara e difficilmente accettabile. L’auspicio è di riuscire a risolvere questa situazione e permettere che la grande tradizione della fisica per la medicina continui a dare frutti nel futuro, così denso di importanti novità. Non si può più prescindere dal riconoscimento dei contratti di formazione”.

Può interessarti