«Intercambiabilità»: esiste una prospettiva europea?

La risposta è sì. Sebbene l’EMA (European Medicines Agency) abbia espressamente delegato le decisioni in merito alla intercambiabilità del farmaco biosimilare rispetto al farmaco di riferimento alle singole Agenzie nazionali, esistono chiare affinità tra le posizioni ufficialmente assunte da diversi Stati dell’Unione europea, come Olanda, Irlanda, Germania, Scozia e Finlandia. Inoltre le procedure di autorizzazione all’immissione in commercio elaborate da EMA sono in grado di garantire tutti i controlli necessari per verificare l’efficacia e la sicurezza dei prodotti medicinali circolanti nell’Unione europea. A mettere in evidenza questi dati sono alcuni esperti europei, autori di un recente articolo pubblicato sulla rivista BioDrugs.

Secondo gli autori, che fanno parte delle Agenzie nazionali del farmaco di Finlandia, Olanda, Germania e Norvegia, l’approccio critico alla valutazione dei rischi potenziali correlati alla intercambiabilità è di fondamentale importanza, e a volte tali rischi vengono amplificati eccessivamente. Per rendere conto delle loro affermazioni, gli esperti europei passano in rassegna alcuni dei temi più attuali legati ai biosimilari, come l’esercizio di comparabilità e il potenziale immunogenico.

Approvazione EMA e supervisione del medico prescrittore a garanzia dell’intercambiabilità tra biosimilare e prodotto di riferimento

Come attestato dalle schede EPAR (European Public Assessment Report), i biosimilari e i rispettivi farmaci di riferimento presentano lo stesso meccanismo d’azione, con proprietà fisico-chimiche, strutturali e funzionali in vitro altamente simili, e profili di farmacocinetica/farmacodinamica, sicurezza ed efficacia comparabili. Pertanto, sottolineano gli autori dell’articolo, non appare giustificata nella pratica l’affermazione che «due versioni comparabili dello stesso principio attivo con profili farmacocinetici simili a livello di popolazione possano comportarsi in modo differente, dal punto di vista farmacocinetico, in singoli pazienti».

Definizioni

  • Intercambiabilità: «si riferisce alla pratica medica di sostituire un farmaco con un altro, che si prevede produca il medesimo effetto clinico in un determinato contesto clinico in qualsiasi paziente, su iniziativa o con l’accordo del medico prescrittore»
  • Sostituibilità: «pratica di sostituire un farmaco con un altro farmaco, spesso più economico per il Servizio Sanitario o per il paziente, che abbia la stessa composizione qualitativa e quantitativa di sostanze attive, la stessa forma farmaceutica e via di somministrazione e sia bioequivalente con il medicinale di riferimento sulla base di appropriati studi di biodisponibilità».
  • Sostituibilità automatica (valida solo per gli equivalenti): «pratica per cui il farmacista ha la facoltà, oppure è tenuto, conformemente a norme nazionali o locali, a dispensare, al posto del medicinale prescritto, un farmaco equivalente e intercambiabile, senza consultare il medico prescrittore».

Tratto dal secondo Concept Paper AIFA sui Farmaci Biosimilari (15 giugno 2016)

L’esercizio di comparabilità, che costituisce uno dei requisiti necessari per l’approvazione stabiliti dall’EMA e prevede una serie di procedure di confronto delle caratteristiche fisico-chimiche, pre-cliniche e cliniche tra il biosimilare e il farmaco di riferimento, ha proprio l’obiettivo di escludere, con ragionevole certezza, differenze clinicamente significative tra i due prodotti in termini di qualità, efficacia e sicurezza. Per questa ragione, gli autori dell’articolo mettono in evidenza come lo scopo degli studi di farmacocinetica, nel contesto dell’esercizio di comparabilità, sia l’individuazione di potenziali differenze correlate al prodotto (ad es. dovute a differenze nella formulazione) e dovrebbe essere considerato in maniera distinta dai fattori correlati al paziente, come ad esempio la variabilità intra-individuale giornaliera.

Inoltre, nell’esercizio di comparabilità, è anche inclusa la valutazione dell’immunogenicità: a questo proposito, gli autori ricordano che, «poiché i biosimilari sono altamente simili ai loro farmaci di riferimento, e il principio attivo dei biosimilari più recenti riproduce fedelmente o almeno in parte le sostanze endogene del corpo per le quali esiste una tolleranza immunologica, è ragionevole aspettarsi che i biosimilari autorizzati presentino un potenziale immunogenico comparabile ai loro farmaci di riferimento».

Secondo gli autori, la fattibilità e l’utilità dei cosiddetti “studi di intercambiabilità”, di cui alcuni esperti sostengono l’importanza, specialmente negli USA e per introdurre il concetto di sostituibilità anche per i biosimilari, sono controverse, e potrebbero rappresentare invece un ostacolo per la ricerca e sviluppo di nuovi biosimilari. Nell’Unione europea, ribadiscono gli autori dell’articolo, gli elementi normativi già predisposti, come la dimostrazione di biosimilarità secondo lo stato dell’arte, affiancata da test di equivalenza clinica in una indicazione terapeutica rappresentativa a livello di popolazione e insieme ad una intensa attività di sorveglianza post-marketing, possono essere sufficienti ad assicurare l’intercambiabilità dei farmaci biosimilari, a condizione che i biosimilari siano stati approvati nel contesto europeo e che lo switch avvenga esclusivamente sotto la supervisione del medico prescrittore.

L’Unione europea e il suo ente preposto, l’EMA, sono pertanto individuati come garanti della sicurezza e dell’efficacia dei biosimilari, grazie ai rigorosi criteri che si sono dati per le procedure di approvazione dei biosimilari, e che fanno la differenza anche rispetto ad altre realtà internazionali.

Il monitoraggio costante e l’adeguata informazione del paziente sono gli altri due elementi fondamentali che, concludono gli autori, devono essere garantiti dal medico prescrittore per una corretta intercambiabilità biologico/biosimilare. E tale approccio è ribadito dalle posizioni delle Agenzie di Olanda, Irlanda, Germania, Scozia e Finlandia.

Fonte

Kurki P, van Aerts L, Wolff-Holz E, et al.

Interchangeability of biosimilars: a European perspective.

BioDrugs. 2017 Jan 24. doi: 10.1007/s40259-017-0210-0.

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