L’impatto del Long-COVID sullo stato di salute si sta mostrando rilevante dal punto di vista del Servizio Sanitario Nazionale, con il rischio di nuovo ricovero o di visite mediche che raddoppia in chi ha avuto l’infezione e oltre 4700 morti stimate proprio a causa degli effetti a distanza di mesi dell’infezione acuta. Sono i dati diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità in occasione del convegno che conclude il progetto del Ministero della Salute coordinato dall’ISS dal titolo “Analisi e strategie di risposta agli effetti a lungo termine dell’infezione COVID-19 (Long-COVID)”.
“È importante – afferma Graziano Onder, coordinatore del progetto – incrementare le conoscenze e uniformare l’approccio al trattamento del Long-COVID, assicurare una forte coesione tra tutti gli stakeholder, raccogliere le esperienze territoriali e promuovere l’utilizzo di linguaggi e strumenti comuni nella risposta e nel contrasto alla pandemia, in considerazione del numero importante di persone colpite da COVID-19 che presentano, a distanza di settimane e mesi dal termine dell’infezione acuta, un complesso eterogeneo di manifestazioni cliniche subacute e croniche che precludono un pieno ritorno al precedente stato di salute”.
Gli studi
Secondo studi recenti fino al 45% di chi sopravvive a un’infezione da Sars-CoV-2 ha esperienza di almeno un sintomo non risolto dopo 4 mesi, con una prevalenza più alta in chi è stato ricoverato. Le dimensioni del fenomeno Long-COVID sono state valutate in pazienti residenti nelle regioni Friuli Venezia Giulia, Toscana e Puglia su oltre 7 milioni di assistiti. I risultati hanno mostrato che, in chi ha contratto il COVID-19, il numero di nuovi ricoveri ospedalieri e di visite mediche nei 6 mesi seguenti l’infezione è raddoppiato come conseguenza del Long-COVID e il numero di prestazioni diagnostiche triplicato. Secondo i dati elaborati congiuntamente da ISS e Istat, presentati sempre al convegno, inoltre 2020 e 2021 sono stati registrati 4752 decessi associati a questa condizione.
Il progetto
Il progetto, iniziato nel dicembre 2021, è coordinato dal Prof. Graziano Onder e coinvolge ARS Toscana, AReSS Puglia, Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale, Rete delle Neuroscienze e Neuroriabilitazione (rete degli IRCCS), Rete Aging (rete degli IRCCS), Associazione Rete Cardiologica (rete degli IRCCS), Università Cattolica del Sacro Cuore. Scopo del convegno è stato presentare i risultati del progetto, articolati in varie attività fra cui la definizione dello spettro clinico e delle dimensioni del problema Long-COVID, la produzione di raccomandazioni cliniche per l’assistenza ai pazienti LongCovid, la disseminazione di informazioni e la formazione sul tema, e la definizione di una rete nazionale di centri di assistenza clinica. Il progetto svolge attività di diffusione di informazioni attraverso il sito ISS. Sul sito sono anche disponibili i risultati di un censimento dei centri clinici di assistenza a LongCovid sul territorio nazionale, che ha raccolto informazioni su numero, caratteristiche e distribuzione dei centri, tipologia di assistenza fornita e organizzazione dei servizi, mostrando che la maggioranza dei centri dispongono di competenze multidisciplinari, buona integrazione con le cure primarie e l’uso di tecnologie e strumenti multidimensionali. L’elenco dei centri attivi è disponibile sul sito ISS ed è stato aggiornato a gennaio 2024. Le attività di diffusione e formazione hanno inoltre incluso 3 webinar e un corso FAD dal titolo “Il Long-COVID: un nuovo scenario clinico” su piattaforma EDUISS, a cui hanno partecipato oltre 14000 partecipanti.