I medici dipendenti delle strutture sanitarie private convenzionate associate all’AIOP attendono da 18 anni il rinnovo del contratto di lavoro. Intanto, quelle stesse strutture continuano a ricevere incentivi e finanziamenti da parte di Stato e Regioni per abbattere le liste d’attesa o sopperire alle carenze della sanità pubblica. Obiettivi che, secondo la Federazione CIMO-FESMED, AIOP raggiunge sfruttando il lavoro dei medici. Una condotta ritenuta inaccettabile dal sindacato, cui aderisce anche la sigla CIMOP, unica firmataria del contratto che regola il rapporto di lavoro del personale medico dipendente di strutture private convenzionate.
“Il Ministro Speranza aveva aperto un tavolo di confronto con AIOP, CIMOP, Regioni e Ministero della Salute per sbloccare le trattative, ma senza riuscire ad arrivare ad un compromesso. Chiediamo dunque al Ministro Schillaci di riaprire quel tavolo e di convocare urgentemente le parti per risolvere un problema che ad oggi riguarda oltre 4.700 medici”, dichiara Guido Quici, Presidente della Federazione CIMO-FESMED.
“I medici dipendenti dell’AIOP sono vittime di una vera e propria discriminazione sia rispetto ai medici del pubblico che ai medici dipendenti delle strutture religiose e no profit associate all’ARIS, che invece ha rinnovato il contratto di lavoro nel 2020: i medici AIOP guadagnano il 30% in meno dei colleghi ARIS e la metà dei colleghi del pubblico; acquisiscono titoli che non risultano equipollenti a quelli del pubblico in caso di concorso e non possono godere delle tante novità in tema di diritto del lavoro intervenute dal 2005 ad oggi. Si tratta di una situazione grave che occorre risolvere al più presto”, conclude.