“Siamo consapevoli che il Governo Meloni stia cercando di risolvere il problema del payback, ma si era impegnato a costituire un tavolo dove trovare di concerto con l’industria una soluzione per il superamento dei tetti di spesa e discutere contestualmente di come chiudere il passato sul payback. Ribadiamo che l’idea di sciogliere la questione con uno sconto, lasciando ancora in vigore il meccanismo è una via non percorribile per le nostre imprese. Significherebbe accettare una norma assurda, che aprirebbe la strada alla compartecipazione delle aziende alla spesa pubblica e che non ha precedenti nella storia del nostro Paese e di nessun altro Stato al mondo. Inoltre, come abbiamo più volte sottolineato questo decreto determinerebbe il fallimento di molte imprese e la fuga dall’Italia dei grandi gruppi globali. Confindustria Dispositivi Medici rappresenta l’80% del mercato in Italia raggruppando dalle startup alle PMI alle grandi aziende multinazionali italiane ed estere di produzione e di distribuzione. Per questo chiediamo al Governo un incontro urgente per trovare soluzioni costituzionali e che preservino la tenuta del nostro Servizio sanitario nazionale e di un’industria che offre soluzioni di salute e genera Pil”. Lo ha dichiarato il Presidente di Confindustria Dispositivi Medici, Massimiliano Boggetti, in riferimento alla norma, che impone alle imprese di pagare di sforamenti dei tetti di spesa regionale dal 2015 in poi.
“In assenza di un percorso negoziale e considerando il payback ingiusto ed illegittimo – ha continuato Boggetti – non solo continuiamo con la nostra battaglia legale, ma abbiamo depositato un esposto alla Commissione Europea affinché valuti l’apertura di una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia perché il payback viola le norme comunitarie in materia di concorrenza ed accesso al mercato. La norma sul payback è, infatti, in palese violazione del diritto europeo, con particolare riferimento alla libera circolazione delle merci all’interno del mercato unico, alla normativa sugli appalti pubblici nonché allo sviluppo delle imprese sul territorio unionale, come abbiamo denunciato nell’esposto inviato nei giorni scorsi”.