Polonia: una vita difficile per i diritti riproduttivi

Un ebook di TrendSanità fa il punto sulla questione riproduttiva in Polonia: Maria Boratyńska, Professoressa di diritto sanitario e segretaria del Comitato di bioetica dell’Accademia polacca delle scienze, riepiloga - alla vigilia delle elezioni - i nodi principali su diritto all'aborto e fecondazione in vitro nel suo Paese

«Ora è praticamente impossibile interrompere legalmente una gravidanza, da quando nel 2020 la Corte costituzionale, politicamente schierata, ha stabilito che uno dei presupposti per l’aborto è anticostituzionale: per la precisione, il sospetto di gravi difetti del feto. In questo momento, il personale medico ha paura di interrompere le gravidanze per diversi motivi previsti dalla legge. Di conseguenza, si sono verificati molti decessi di donne con gravidanze complicate, che non hanno ricevuto cure mediche adeguate». Così, Maria Boratyńska, Professoressa di diritto sanitario e segretaria del Comitato di bioetica dell’Accademia polacca delle scienze, commentò a TrendSanità nel mese di aprile la situazione polacca sull’interruzione di gravidanza.

La situazione, mesi dopo ha subito un ulteriore tracollo: lo scorso luglio, il governo liberale Tusk ha visto naufragare il tentativo di depenalizzare l’aborto in Polonia. La proposta è stata respinta dal Parlamento con 218 voti contrari, segnando una battuta d’arresto significativa per i diritti delle donne nel Paese.

Sebbene l’aborto rimanga uno dei temi più divisivi in Polonia, anche la fecondazione in vitro (IVF) continua a suscitare controversie, nonostante sia ampiamente accettata dalla maggior parte della popolazione. Attualmente, la IVF è accessibile quasi esclusivamente attraverso strutture private, rendendola di fatto inaccessibile a molte coppie. Solo per un breve periodo, dal 2013 al 2016, è stato previsto un finanziamento pubblico per questa pratica.

La Chiesa Cattolica, unita al conservatorismo di alcune frange della politica polacca, continua a etichettare la IVF come una pratica immorale, considerandola incompatibile con i principi bioetici cattolici. Accuse infondate alimentano ulteriormente la disinformazione, inquinando il dibattito pubblico e perpetuando lo stigma sociale nei confronti di chi vi ricorre.

Il prossimo 18 maggio, la Polonia tornerà alle urne per le elezioni presidenziali, un appuntamento che potrebbe segnare una svolta storica per il leader liberale Donald Tusk. Sebbene il ruolo del presidente sia perlopiù simbolico, egli ha il potere di porre il veto sui nuovi disegni di legge, influenzando significativamente il panorama politico del Paese.  

In un contesto così precario, tra tensioni politiche e sociali, nasce l’e-book Reproductive Justice in Poland: Legal Challenges and Societal Impacts della Professoressa Boratyńska, un testo necessario oggi più che mai. Non è solo un’analisi delle politiche riproduttive nel Paese, ma un invito a riflettere sull’impatto delle ideologie, e della politica, sulle vite delle persone stesse.

Con lucidità estrema, Boratyńska ci parla di un mondo in cui la salute riproduttiva è continuamente minata da false credenze e ideologie. Un mondo in cui i diritti fondamentali, in particolare quelli delle donne, vengono sistematicamente erosi e calpestati.

Un e-book pensato non solo per esperti di legislazione e politiche sanitarie, ma per chiunque voglia approfondire le complesse questioni legate ai diritti, ai propri diritti. Un’opera che ci ricorda come i diritti riproduttivi non debbano essere un privilegio riservato a pochi, né appannaggio esclusivo di una parte politica, ma una componente fondamentale della libertà individuale e della giustizia sociale, pilastri essenziali di un Paese davvero civile.

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Carmine Iorio
Laureato in Farmacia. Dottorando in Etica della Comunicazione, della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica, Università degli Studi di Perugia
Michela Perrone
Giornalista pubblicista