Nel corso dell’intero 2022 sono arrivate al centralino di Pronto Senior Salute quasi 60.000 chiamate. Si tratta del punto d’ascolto (che risponde al numero 06.62274404) attivato oltre un anno fa da Senior Italia FederAnziani ed è un supporto, gratuito per i cittadini, al fine di ottenere il rispetto da parte dei servizi sanitari regionali dei tempi indicati dai medici all’interno delle prescrizioni per visite specialistiche, esami diagnostici ed eventuali ricoveri troppo spesso ignorati al momento dell’assegnazione degli appuntamenti. I cittadini hanno potuto così rivolgersi a personale specializzato e risolvere il 94% delle loro problematiche, riuscendo l’organizzazione a dialogare, in modo estremamente costruttivo, con i servizi sanitari regionali di riferimento aiutando così gli over 65 che avevano diritto a tali prestazioni secondo le normative vigenti. “Il nostro servizio Pronto Senior Salute è allo stremo e questo indica quanto sia in sofferenza anche il servizio sanitario nazionale – afferma Roberto Messina, Presidente di Senior Italia FederAnziani -. Siamo convinti che nel 2023 sarà un vero calvario per i cittadini poter accedere alle prestazioni. Infatti la carenza di oltre 25.000 medici e 63.000 infermieri non potrà aiutare la discesa delle liste d’attesa”.
L’Osservatorio GIMBE del 2019, 2020 e 2021 ha riscontrato una diminuzione complessiva delle prestazioni per oltre 144 milioni e che per il 90,2% nelle strutture pubbliche. I dati AGENAS confermano una diminuzione del 40% delle attività di screening, infine oltre l’11% della popolazione ha rinunciato a visite ed esami diagnostici o specialistici per problemi economici. Pur avendo svolto un lavoro come una goccia d’acqua nel mare della Sanità, Pronto Senior di Federanziani è riuscita per lo meno ad aiutare 60.000 over 65.
Nello specifico le chiamate maggiori sono state per i seguenti servizi, suddivisi in due tabelle che fanno riferimento alle visite specialistiche e agli esami diagnostici:
“A questo si aggiunge – dichiara il dott. Messina – che la diminuzione degli screening, specialmente in ambito oncologico, porterà ad una emersione di patologie oncologiche, ad una stadiazione maggiore, a costi raddoppiati se non triplicati e a una diminuzione dell’aspettativa di vita. Infine siamo sbalorditi dalla diminuzione degli interventi per le fratture femorali secondo i tempi stabiliti e soprattutto la non immediata riabilitazione del paziente che, come la letteratura insegna, se non fatta secondo le linee guida porta nell’arco dei dodici mesi al decesso del paziente. Infine ancora sono sopra un milione i cittadini che attendono di essere sottoposti ad intervento di cataratta e visite specialistiche oculistiche”.