“Sostenibili e Generativi”, 45 esperti di diverse discipline riuniti per pianificare le soluzioni per il futuro della sanità digitale

«Per la prima volta, 45 esperti di alto livello insieme tra medici, docenti universitari, direttori generali di strutture sanitarie, ricercatori, ingegneri, comunicatori, avvocati, psicologi, divulgatori e imprese, provenienti da ogni parte d’Italia e da diversi Paesi, hanno lavorato su tre tavoli paralleli per dare risposte concrete a un sistema sanitario in difficoltà che vede nella medicina digitale una soluzione efficace per affrontare il futuro». Esordisce così la nota che illustra il primo incontro di “Sostenibili e Generativi” un progetto di co-design che Rome Technopole e l’Università Sapienza promuovono sul tema dell’innovazione dei dispositivi medici. L’appuntamento del 15 maggio è stato curato da Culture e ospitato dall’Ambasciata di Spagna presso la Santa Sede.

Le sfide alle quali i professionisti si sono confrontati in questo evento innovativo hanno toccato i temi tecnici della telemedicina o come trasformare per esempio i dispositivi medici nel corpo umano in device che comunicano con l’esterno, la sicurezza e la gestione dei dati, preziosi per il medico e la ricerca ma altrettanto importanti per il settore privato e vittime spesso di attacchi hacker e infine il dialogo con i senior che devono imparare a gestire le proprie cronicità attraverso soluzioni tecnologiche che interagiscono con l’intelligenza artificiale.

Cesare Buquicchio e Flavia Trupia

Il cambio di paradigma che sposta il benessere tra “cura”, totalmente a carico del sistema sanitario a “prendersi cura” che prevede un atteggiamento più responsabile da parte del cittadino, è l’unica strada per una Sanità sostenibile. ll mercato della sanità digitale in Italia, che ha raggiunto i 2,229 miliardi di euro nel 2023 e si prevede cresca fino a quasi 3 miliardi entro il 2026, rappresenta una straordinaria opportunità per migliorare l’efficacia e l’efficienza del sistema sanitario.

“Il PNRR rappresenta un’occasione senza precedenti, una forte spinta per l’innovazione e lo sviluppo del sistema della formazione superiore e della ricerca in Italia. Esso, infatti, si propone di superare quella distanza che separa il mondo della ricerca da quello dell’impresa, nell’ambito di una strategia che pone la ricerca e la formazione universitaria come motore primo di un processo di innovazione necessario per il nostro sistema Paese” ha dichiarato il professor Domenico Alvaro, professore ordinario di gastroenterologia e Preside della Facoltà di Medicina dell’Università La Sapienza di Roma.

I lavori sono stati avviati da Antonio Parenti, Direttore Rappresentanza in Italia Commissione Europea, il Prof. Vincenzo Cardinale, Dipartimento di Medicina Traslazionale e di Precisione Sapienza Università di Roma e Felicia Pelagalli, Direttore Culture: i 45 esperti hanno lavorato su tre diversi tavoli paralleli in modalità co-design idealmente in conclave con il compito di formulare le soluzioni per il futuro della sanità in Italia focalizzati su Cyber Human, sensori, dati e cybersicurezza, Anziani, tecnologie per la salute e Relazioni di prossimità, modelli e buone pratiche.

Felicia Pelagalli presenta l’iniziativa

Nel pomeriggio, presso l’Ambasciata di Spagna presso la Santa Sede gli interventi di Isabel Celaá, Ambasciatore di Spagna presso la Santa Sede, Mons. Vincenzo PagliaSabrina Saccomandi, Direttore Generale Fondazione Rome Technopole e Antonio Parenti, Direttore Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, e la Cerimonia di conferimento del Premio Sapienza-Agenas al progetto.

«A 45 anni dalla sua introduzione, il sistema sanitario nazionale deve fare i conti con una delle popolazioni più anziane d’Europa e affrontare sfide sanitarie crescenti e costose: circa il 22% degli italiani ha più di 65 anni, una percentuale destinata a salire nei prossimi decenni. Questo invecchiamento demografico mette sotto pressione un sistema sanitario che già spende oltre 115 miliardi di euro all’anno, pari a quasi il 9% del PIL nazionale. Le malattie croniche, che prevalgono tra gli anziani, rappresentano il 75% di questa spesa, evidenziando l’urgente necessità di soluzioni sanitarie più efficienti e meno onerose. Nonostante l’importanza della digitalizzazione per affrontare tali sfide, l’Italia stenta a integrare pienamente le tecnologie digitali nella gestione quotidiana della salute, infatti solo il 10-15% delle strutture sanitarie ha adottato sistemi di telemonitoraggio, un dato che contrasta nettamente con la media europea del 30%. Inoltre, il 40% degli italiani sopra i 65 anni soffre di almeno due malattie croniche, sottolineando la necessità di sistemi di gestione della salute più integrati e proattivi. La sfida è trovare soluzioni che spostino l’intervento dalla cura al prendersi cura: è il cittadino e la sua casa il punto su cui lavorare e non più solo il luogo sanitario» hanno concluso gli organizzatori.

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