Un ponte verso il futuro delle malattie croniche intestinali

Cure più efficaci, sicurezza dei trattamenti e multidisciplinarietà. Negli ultimi anni la diagnosi e la terapia delle malattie infiammatorie croniche intestinali (Ibd) sono state oggetto di una importante evoluzione, ma nei prossimi anni la gestione di queste patologie verrà completamente rivoluzionata. Al XIV Congresso Nazionale dell’Italian Group For The Study Of Inflammatory Bowel Disease (Ig-Ibd), in programma a Riccione dal 30 novembre al 2 dicembre, saranno illustrati i risultati degli studi più recenti per la cura e la gestione delle patologie. Qui si può accedere al programma completo.

“‘A bridge to the future’ è il titolo che abbiamo scelto per il Congresso, in riferimento al ponte che IG-IBD ha voluto creare con le diverse società scientifiche e le associazioni dei pazienti per migliorare la presa in carico globale: la transizione dal paziente pediatrico e la gestione del paziente con comorbidità immunologiche rappresentano due esempi di successo”, spiega Flavio Caprioli, segretario Generale di Igibd.

Consensus con i reumatologi

Una delle novità presentate al Congresso è il documento di Consensus Delphi, realizzato da Ig-Ibd insieme alla Società italiana di Reumatologia (Sir), per la cura delle persone affette da malattie infiammatorie croniche intestinali associate ad una patologia reumatologica. Questo documento raccoglie raccomandazioni pratiche relative all’invio precoce del paziente al collega specialista, e alla gestione condivisa delle terapie, alcune delle quali in grado di trattare entrambe le problematiche.  

Le malattie infiammatorie croniche intestinali – sottolinea Caprioli -si associano talora a patologie articolari, e questa condizione aumenta la difficoltà di trattamento dei pazienti. Sempre più si rende necessaria quindi una collaborazione a livello multidisciplinare. La Consensus Delphi, prodotta da un lavoro condiviso e paritetico fra rappresentanti Ig-Ibd e Sir, ha conferito un significato istituzionale alla collaborazione fra le società scientifiche di riferimento in Italia per le due condizioni, pur mantenendo un’elevata utilità pratica”

Dieta di esclusione 

Tra le tematiche al centro del Congresso, vi è la modulazione della dieta per i pazienti che avrà, fra i relatori, anche Maria Teresa Abreu, esperta internazionale, Direttrice del Centro per le Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali dell’Università di Miami e Presidente eletta dell’American Gastroenterological Association (Aga). Il concetto della dieta nelle malattie infiammatorie croniche intestinali è stato negli ultimi anni rivoluzionato: si è passati da una dieta restrittiva, con l’obiettivo di ridurre i sintomi o il rischio di ostruzione del transito, a un nuovo concetto di alimentazione, in grado di modulare la flora batterica intestinale in senso antinfiammatorio, per arrivare alla sperimentazione di alcune diete di esclusione per la malattia di Crohn nel paziente adulto. 

“Nella gestione della dieta – commenta il Segretario Generale Ig-Ibd – si è passati dal concetto della malnutrizione a quello del controllo dell’infiammazione. È una novità importante, mutuata in parte dall’esperienza pediatrica, che inizia a mostrare dei vantaggi anche in età adulta”.

Rischi-benefici

La gestione del paziente affetto da rettocolite ulcerosa o da malattia di Crohn deve basarsi su un adeguato rapporto fra beneficio e rischio, soprattutto nel trattamento della patologia mediante i farmaci immunomodulanti, oggi sempre più numerosi e diffusi. 

“Durante la sessione dedicata al tema – anticipa Caprioli – parleremo della possibilità che le terapie immunomodulatorie prescritte per le Ibd di determinare un’infiammazione paradossa in altri apparati. La gestione degli effetti paradossi è talora di difficile gestione: è possibile l’uso di terapie di combinazione, ma in alcuni casi, può essere necessario sospendere il trattamento”.

Collaborazione con i pazienti

Nella cura quotidiana delle malattie infiammatorie croniche intestinali,la direzione verso il futuro non verrebbe presa senza la collaborazione con l’associazione dei pazienti.

Per quanto riguarda il coinvolgimento dei pazienti e la visione futura nella gestione delle malattie infiammatorie croniche intestinali, è importante lavorare a stretto contatto con Ig-Ibd – dichiara Valentina Ferracuti, Presidente di Amici Italia – La voce dei pazienti è fondamentale per definire le migliori strategie di gestione delle Ibd, e il nostro impegno è quello di garantire che le esigenze e le prospettive siano sempre al centro di ogni decisione e iniziativa. Insieme, possiamo costruire un futuro migliore per tutti coloro che vivono con queste patologie. In questo contesto, la digitalizzazione riveste un ruolo fondamentale per migliorare l’accesso alle informazioni, la condivisione di esperienze e la promozione della ricerca. È essenziale che le istituzioni siano al nostro fianco in questo percorso che rappresenta un passo importante per garantire una migliore qualità di vita ai pazienti affetti da Ibd e per promuovere politiche che rispondano alle loro esigenze, garantendo la sostenibilità del nostro Servizio sanitario nazionale.”

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