Ursula von der Leyen sconfitta sulla trasparenza contratti vaccini COVID-19 alla vigilia del voto di conferma

di Luisa Antunes

La Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen ha subito una sconfitta significativa nella causa sulla trasparenza dei contratti per i vaccini COVID-19, portata avanti davanti alla Corte di Giustizia dell’Unione europea. La sentenza arriva in un momento particolarmente delicato, alla vigilia del decisivo voto per la rielezione di Ursula von der Leyen come Presidente della Commissione europea, da parte del Parlamento Europeo, previsto per domani (18 luglio) alle 13:00.

La Corte ha stabilito che la Commissione non ha concesso al pubblico un accesso sufficientemente ampio ai contratti di acquisto di vaccini contro la Covid-19. La mancanza di trasparenza riguarda in particolar modo l’indennizzo per eventuali danni del vaccino  e le dichiarazioni di assenza di conflitto di interessi dei membri della squadra negoziale. Il caso è emerso da una richiesta avanzata da cinque deputati del gruppo dei Verdi/Alleanza Libera Europea, di aver accesso a tali contratti per assicurare che l’interesse pubblico fosse tutelato.

In un comunicato stampa, la Commissione ha dichiarato di aver dovuto trovare un difficile equilibrio tra il diritto del pubblico all’informazione e la necessità di proteggere gli interessi commerciali dei partner contrattuali. Ha aggiunto di riservarsi opzioni legali rispetto alla sentenza. 

Nonostante la sconfitta giudiziaria, il voto di conferma di domani non sembra essere a rischio per von der Leyen. Per essere rieletta, von der Leyen avrà bisogno del voto favorevole della metà più uno dei membri del Parlamento europeo, ovvero 361 voti su 720. La candidata del Partito Popolare Europeo (PPE) conta con il consenso dei principali gruppi politici, inclusi il centro-destra (PPE), il centro-sinistra (Socialisti e Democratici, S&D) e i liberali (Renew), che insieme raggruppano 401 deputati. Dovrebbe inoltre ricevere i voti favorevoli dei Verdi/ALE e dei Conservatori (ECR).

Tilly Metz

Tilly Metz, una delle eurodeputate dei Verdi che ha avanzato la causa, ha commentato: «Questa sentenza è significativa per il futuro, poiché la Commissione europea è destinata a intraprendere ulteriori acquisti congiunti in settori come la salute e potenzialmente la difesa. La nuova Commissione europea deve ora adattare la gestione delle richieste di accesso ai documenti per essere in linea con la sentenza odierna».

Martin Schirdewan

L’unico gruppo dichiaratamente contrario alla rielezione di von der Leyen sembra essere The Left. Martin Schirdewan, co-presidente del gruppo, ha dichiarato: «La decisione è un’ulteriore prova che von der Leyen manca di un senso morale per la trasparenza o l’integrità. Se qualche eurodeputato avesse ancora dubbi: un voto per von der Leyen significa altri cinque anni di accordi segreti e mancanza di trasparenza».

Con la sentenza della Corte di Giustizia UE che getta un’ombra sulla candidatura di von der Leyen, alcune fonti indicano che gli altri gruppi politici guadagnano maggior potere negoziale di fronte al Partito Popolare Europeo (PPE) di von der Leyen per la decisione di nomine in Commissioni e Delegazioni.

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