La Società Italiana d’Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI) e la Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT), in mancanza di un Piano operativo per la prossima stagione, hanno formulato delle indicazioni, derivanti da un’analisi delle migliori evidenze scientifiche, raccomandando l’uso di una nuova dose di vaccino contro il Covid-19 nel periodo autunnale, ogni 12 mesi.
Devono essere coinvolti tutti i soggetti adulti Over 50, coloro – tra i 6 mesi e i 50 anni – con condizioni di fragilità e gli operatori sanitari dopo 12 mesi dall’ultima vaccinazione ricevuta. Il richiamo dopo 6 mesi, invece, è raccomandato per tutti gli anziani Over 75, per tutti al di sopra di 6 mesi d’età con condizioni di immuno-compressione moderata o grave, per le donne in gravidanza (a distanza di 6 mesi dalla precedente). Per tutti i soggetti non rientranti nelle categorie precedenti, invece, è consigliata una dose annuale di vaccino (ogni 12 mesi).
L’importanza dei vaccini nella lotta alla pandemia
Il vaccino ci ha salvato la vita, grazie anche allo sviluppo dell’immunità ibrida e all’emergere di varianti Omicron meno virulente. Nonostante ciò, a livello globale, come segnalato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ancora oggi sono centinaia di migliaia le persone ricoverate negli Ospedali per Covid, con decessi settimanali nell’ordine delle migliaia di persone.
Ricordiamo che i numeri del Covid-19 durante gli anni di pandemia sono stati impressionanti: 767 milioni di casi, per un totale di circa 6 milioni 941 mila decessi, di cui quasi 188mila in Italia. Sono questi gli effetti devastanti dall’inizio della pandemia da Sars-Cov-2.
“Il nostro Paese, tra i pochi a livello europeo non ha ancora definito un piano di vaccinazione contro il Sars-CoV-2 per proteggere la popolazione, soprattutto quella fragile, nella prossima stagione autunnale – dichiara la Prof.ssa Roberta Siliquini, Presidente della Società Italiana d’Igiene (SItI) -. Attualmente la copertura vaccinale è molto bassa, e si continuano a contare circa 13 morti al giorno. La SItI e la SIMIT, così, hanno stilato delle raccomandazioni, sulla base delle migliori evidenze scientifiche e delle coperture vaccinali, nonché dell’andamento della patologia, utili a fornire indicazioni a ‘decision-maker’ ed Operatori sanitari, per la definizione di una strategia vaccinale”.
Le due Società scientifiche sottolineano inoltre l’importanza di tenere una piattaforma vaccinale più ampia possibile, mantenendo sia i vaccini a mRNA che quelli proteici adiuvati, al fine di garantire la scelta più opportuna e, quindi, personalizzata alle esigenze del singolo soggetto. Queste raccomandazioni andranno aggiornate sulla base dell’evoluzione delle varianti e della situazione epidemiologica.
“I modelli matematici dell’European Center for Disease Prevention and Control suggeriscono che una campagna di vaccinazione autunnale con un’elevata adesione nelle persone Over 50 potrebbe ridurre fino al 32% delle ospedalizzazioni da Covid-19 entro la fine di febbraio 2024 – sottolinea il Prof. Claudio Mastroianni, Presidente di SIMIT -. In particolare la raccomandazione è quella di concentrarsi sulla vaccinazione delle persone Over 50 e di altri gruppi vulnerabili durante le stagioni autunnali/invernali, in combinazione con la campagna di vaccinazione antinfluenzale”.
Aumentata l’incidenza del covid nei grandi anziani
Non bisogna, quindi, abbassare la guardia, anche alla luce dell’andamento epidemiologico dei casi di infezione da Covid-19 in Italia, riportati settimanalmente grazie alla Sorveglianza Integrata dell’Istituto Superiore di Sanità. L’ultimo aggiornamento a Giugno 2023 mostra un’incidenza pari a 14 casi per 100mila abitanti, con un indice di trasmissibilità (Rt) uguale a 0,71 (0,64 – 0,77), in diminuzione rispetto alla settimana precedente (18 casi per 100mila abitanti) in tutte le regioni, con una maggiore incidenza di malattia nei grandi anziani, con età superiore di 90 anni (27 casi per 100mila abitanti).
Secondo quanto affermato dall’Agenzia Italiana del Farmaco, si nota un progressivo declino della protezione fornita dai vaccini a partire da circa 5-6 mesi dal completamento del ciclo vaccinale iniziale. Degno di nota il fatto che solamente un’esigua quota della popolazione over 60 (1,07%) ha ricevuto una somministrazione (o è guarita da Covid-19) al massimo da 4 mesi. Per questi motivi è raccomandata la somministrazione di una dose di richiamo.