Earth Overshoot Day, Fnomceo lancia un corso di formazione per valutare l’impatto ambientale delle prestazioni sanitarie

Un percorso formativo che dia ai medici gli strumenti per stimare l’impatto ambientale delle prestazioni sanitarie. È questa la nuova iniziativa messa in campo dalla Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, a tutela dell’ambiente. Ad annunciarla, il Presidente Filippo Anelli, in occasione dell’Earth Overshoot Day, la data calcolata dal Global Footprint Network, in cui la popolazione globale ha esaurito virtualmente tutte le risorse che la Terra riesce a rigenerare in 365 giorni.

Anche quest’anno – spiega Anelli – il bilancio della nostra Terra è in passivo: oggi, con un giorno di anticipo rispetto al 2021, è l’Earth Overshoot Day. Da domani, dunque, la Terra inizierà a lavorare in perdita. Questo significa che consumiamo il 74% in più di quanto produciamo e che, per rendere sostenibile il nostro stile di vita, avremmo bisogno di quasi due Terre, una Terra e tre quarti, per la precisione”.

“Le conseguenze di questo utilizzo non oculato delle risorse – spiega – sono già sotto gli occhi di tutti: ondate di calore, siccità, incendi, inondazioni. E un aumento delle disuguaglianze: più di 3 miliardi di persone vivono in Paesi che producono meno cibo di quanto ne consumano, generano meno reddito della media mondiale e hanno quindi una capacità alimentare inadeguata, oltre a uno svantaggio nell’accesso al cibo sui mercati globali”.

“Noi medici – aggiunge Anelliabbiamo una doppia responsabilità per quanto riguarda la tutela dell’ambiente, come determinante della salute, e l’uso appropriato delle risorse. Ce lo chiede il nostro Codice deontologico che, all’articolo 5, dedicato alla promozione della salute, all’ambiente e alla salute globale impegna il medico a favorire un utilizzo appropriato delle risorse naturali, per un ecosistema equilibrato e vivibile anche dalle future generazioni. E ce lo chiede, ora in maniera esplicita, anche la Costituzione, che, all’articolo 9, ha introdotto tra i principi fondamentali la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni, e che ha subordinato, all’articolo 41, l’iniziativa economica alla tutela della salute, dell’ambiente, della sicurezza, della libertà e dignità umana”.

“La Fnomceo ha attivato già da anni la Commissione “Ambiente e Salute” – afferma – che ha l’obiettivo di monitorare, analizzare, prevenire e contenere le ripercussioni sulla salute dei danni all’ambiente. Ma anche le prestazioni sanitarie hanno un impatto ambientale piuttosto rilevante: secondo un report pubblicato su The Lancet, i sistemi sanitari sono responsabili di una percentuale che va dal 4 al 6% di tutte le emissioni di gas serra. Mentre i recenti dati presentati da Choosing Wisely stimano che una macchina per la risonanza magnetica che lavori per un anno inquini, producendo anidride carbonica, quanto un’auto che viaggi per circa 500mila km, che copra cioè per quasi 500 volte la distanza Roma – Parigi. Per questo, la prossima iniziativa sarà un percorso formativo che metterà i medici nelle condizioni di poter valutare l’impatto ambientale delle diverse prestazioni sanitarie”.  

Rispettare la Terra è dovere di ogni medico, di ogni cittadino, di ogni uomo – conclude il Presidente Fnomceo. – E lo diventa tanto più in questo momento, nel quale la natura ci mette alla prova, e la solidarietà, l’approccio globale alla salute, l’unitarietà d’intenti diventano la chiave per uscire dalla pandemia di Covid e per prevenirne di nuove. Dobbiamo rispettare il nostro pianeta, i nostri mari, i luoghi in cui viviamo e lavoriamo. Dobbiamo farlo ora, per risolvere i nostri problemi di salute. E dobbiamo farlo anche per ridurre, nel futuro, il rischio di nuove pandemie e salti di specie degli agenti patogeni”.

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