“La telemedicina ha numerose applicazioni nella pratica assistenziale quotidiana e il Servizio Trasfusionale della Usl Umbria 2 ha già in attivo diversi percorsi di consulenza a distanza come la telemedicina per le trasfusioni domiciliari, la donazione del cordone e il monitoraggio di pazienti con anemia cronica o che necessitano di salasso terapia. Tali percorsi hanno risolto diverse criticità che prima del Covid sembravano inestricabili e, di certo, ci ha aperto la mente per valutare nuove opportunità. In questo percorso abbiamo pensato alla telemedicina nella rete trasfusionale, da utilizzare per la selezione del donatore”.
Parole di Marta Micheli, Responsabile del Servizio ImmunoTrasfusionale della Usl Umbria 2. L’Azienda ha dato il via al progetto pilota nazionale “Assessment donors”, che ha permesso di coordinare l’attività in remoto del medico trasfusionista e l’attività in presenza del personale infermieristico già formato con il supporto del medico del Primo soccorso del distretto Valnerina della Usl Umbria 2, diretto dalla Dott.ssa Simona Marchesi.
Un lavoro di squadra con l’obiettivo di raggiungere l’autosufficienza nazionale di sangue e farmaci plasmaderivati. Seguendo le indicazioni stabilite dal comitato medico-scientifico dell’Istituto superiore di sanità e con l’approvazione del Centro nazionale sangue, il progetto è stato avviato presso l’unità di raccolta di Cascia (Perugia).
“Nel caso della donazione di sangue – riprende la responsabile del Servizio ImmunoTrasfusionale dell’Azienda Usl Umbria 2 – la telemedicina può agevolare molte delle attività rendendole più veloci ed efficienti. Parliamo in modo particolare delle sedi decentrate, contraddistinte da una media non molto alta di donatori e costrette a limitare il numero delle sedute per la mancanza del dirigente medico che può recarsi in presenza nel centro”.
L’intento, dunque, è sviluppare una gestione più efficiente dei processi di accettazione, colloquio, valutazione di idoneità e follow-up dei donatori, potenziando le sedute disponibili e le donazioni di sangue ed emocomponenti.
Incrementare le donazioni di sangue adottando soluzioni digitali innovative
Nella fase iniziale del progetto, i primi cinque donatori (“ormai adeguati ai nuovi device, si sono dimostrati collaborativi e contenti per la rapidità del percorso”, specifica la Dottoressa Micheli) potranno svolgere tutte le procedure di accertamento di idoneità alla donazione da remoto, utilizzando un tablet.
Attraverso l’uso del device, i donatori potranno compilare online il questionario, effettuare un colloquio a distanza con i medici e velocizzare il processo di valutazione dell’idoneità alla donazione.
La telemedicina permetterà di integrare il processo di donazione mediante l’uso di dispositivi specifici per la fornitura di servizi sanitari.
Sarà possibile effettuare controlli periodici dello stato di salute del donatore, consulenze a distanza, assistenza e monitoraggio tramite le televisite, il teleconsulto e la teleassistenza.
Nella donazione di sangue la telemedicina può agevolare molte attività rendendole più veloci ed efficienti, soprattutto nelle sedi decentrate
Questa rete digitale migliorerà l’esperienza del donatore, consentendo la prestazione di servizi che in passato richiedevano la presenza fisica e che ora possono essere erogati facilmente da remoto, supportati da nuovi dispositivi. A questo proposito la Dott.ssa Micheli – che, in qualità di responsabile del servizio, rimarca l’importanza di aver fornito, prima di iniziare il progetto, le adeguate informazioni alle Avis regionali, provinciali, comunali e agli operatori – spiega che “il percorso del donatore non viene modificato in modo significativo: l’accesso è ormai programmato con appuntamenti forniti dalle Avis del territorio. Al momento dell’accesso, il personale infermieristico valuta le condizioni del donatore, stampa la sua cartella ed acquisisce il consenso alla donazione, registra i parametri vitali ed esegue il prelievo per l’emocromo che viene svolto presso il Primo soccorso”.
Quindi il donatore viene fatto accomodare in una stanza dedicata dove gli viene consegnato un tablet “attraverso cui può eseguire il questionario informatizzato, e viene collegato online con il medico che farà il colloquio e darà (o meno) l’idoneità alla donazione”.
A quel punto – prosegue la Dott.ssa Micheli – “il medico ha la possibilità di visionare il questionario compilato dal donatore e di valutarlo per poi aggiungere delle note e indicare all’infermiere le modalità di salasso terapeutico oppure gli esami da eseguire”.
Subito dopo “il medico collegato in rete cloud virtuale (Virtual Network Computing, VNC) con il computer presente in sede, ha modo di stampare l’intera modulistica e le etichette indispensabili. L’infermiere, invece, acquisisce le firme necessarie ed esegue il salasso. Le bilance interfacciate tracciano il percorso della donazione che il dirigente medico può controllare per eventuali note da comunicare al centro Hub di lavorazione”.
Telemedicina a servizio della rete trasfusionale: l’implementazione delle attività sui territori disagiati
Lo scorso 3 marzo, nell’ambito del convegno “Telemedicina e la sua applicazione nelle unità di raccolta” organizzato a Roma da Avis nazionale e Simti (Società italiana di medicina trasfusionale e immunoematologia), con il supporto dell’Istituto superiore di sanità, Fnopi (la Federazione italiana ordini professioni infermieristiche, particolarmente attenta al ruolo dell’infermiere nella sanità digitale) e Centro nazionale sangue, il direttore di quest’ultimo, Vincenzo De Angelis si è detto certo che la telemedicina può supportare le procedure di accertamento di idoneità della donazione: “Si pensi alla possibilità di compilare online il questionario, a cui potrebbe far seguito un colloquio da remoto tra il medico e il donatore. Questo comporterebbe da un lato un miglioramento dell’efficienza nel processo di selezione e dall’altro un conseguente incentivo alla prenotazione delle donazioni”.
Il percorso di innovazione digitale vuole assicurare un sostanziale miglioramento dell’efficienza nel processo di selezione dei donatori, riducendo i tempi di attesa e incentivando le prenotazioni
In tal senso è significativo il progetto “Donatori re-volution” – la telemedicina a servizio della rete trasfusionale –, promosso da Avis regionale Lombardia, esattamente come il progetto pilota nazionale “Assessment donors” avviato dall’Usl Umbria 2. Quest’ultimo è un percorso di innovazione digitale (sostenuto con forza dalla direzione strategica dell’azienda sanitaria) per assicurare un sostanziale miglioramento dell’efficienza nel processo di selezione dei donatori, riducendo i tempi di attesa e incentivando la prenotazione delle donazioni. L’obiettivo è raggiungere l’autosufficienza di componenti labili del sangue e di prodotti derivati dal plasma in Umbria.
“L’integrazione della telemedicina nelle normali attività trasfusionali, pur nell’ottica della massima tutela del donatore, costituisce un passo in avanti fondamentale non solo in termini di trasparenza e sicurezza, ma anche una soluzione preziosa dal punto di vista organizzativo che porta con sé una natura nuova e digitale che fornisce un’immagine del Servizio Trasfusionale della Usl Umbria 2 moderna e al passo con i tempi”, commenta la Responsabile del Servizio ImmunoTrasfusionale della Usl Umbria 2.
Telemedicina e implementazione delle attività sui territori disagiati costituiscono un binomio inscindibile. “Sono entrambi temi al centro del PNRR e il progetto “Assessment donors” li riassume. Abbiamo presentato il progetto in Regione Umbria per capire se potrà rientrare nei finanziamenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza”, conclude la Dott.ssa Micheli.