Diabete di tipo 1: urgente riconoscere codice di patologia anche nelle fasi asintomatiche

Nell’ambito delle celebrazioni per la Giornata Mondiale del Diabete si è parlato di diabete di tipo 1, la forma autoimmune della malattia che esordisce in età pediatrica, al centro del Convegno che si è tenuto a Palazzo Colonna a Roma. 

Nell’ambito della sessione ‘Dallo screening all’innovazione: le nuove sfide della ricerca’ Raffaella Buzzetti, Presidente SID, ha sottolineato una necessità urgente: «La legge 130 del 2023 che istituisce lo screening per il diabete di tipo1 e la celiachia gratuito per bambini e ragazzi, mette il nostro paese all’avanguardia nel mondo, ma c’è ancora qualcosa da fare. Se da un lato lo screening ci permette di individuare la malattia in una fase molto precoce, allo stadio 1 e 2 grazie alla individuazione di almeno due autoanticorpi, nel nostro paese questa fase asintomatica non è ancora riconosciuta con il codice ICD 10 di malattia, come avviene a livello mondiale, ma solamente con il codice ICD 9 che definisce una mera ‘alterazione della glicemia’. Questo gap impedisce che vi sia un DRG dedicato e che la popolazione positiva allo screening possa accedere sia alle tecnologie per il monitoraggio che al farmaco che permette di modificare la storia naturale della malattia rallentandone l’evoluzione alla fase sintomatica».

La richiesta è stata presentata anche al Ministero della Salute: il riconoscimento del codice di patologia permetterebbe una migliore presa in carico delle persone con diabete di tipo1 asintomatico e un controllo dei rischi legati alla chetoacidosi, la più grave complicanza improvvisa.

Lo screening, che sarà operativo i primi mesi del nuovo anno, permetterà di individuare la predisposizione alla malattia prima che manifesti i suoi sintomi e valutare una terapia che agisce sui meccanismi di autoimmunità ritardandone l’insorgenza di mesi o anni. 

Può interessarti