Il nodo della governance farmaceutica ancora non ha trovato una soluzione. Le percentuali dei tetti di spesa farmaceutica sono cambiate (secondo l’ultima Finanziaria, il tetto per la spesa di acquisti diretti passa da 6,89% a 7,85%) ma in sostanza non è cambiato nulla. I silos rimangono, gli sforamenti continuano, il payback resiste e le aziende farmaceutiche (insieme alle Regioni) ogni anno devono pagare cifre consistenti per ripianare lo sforamento. Finirà mai?
La produzione farmaceutica in Italia rappresenta quasi il 2% del Pil e negli ultimi cinque anni è il settore che ha assunto più personale (+10%) in tutta Italia. Nonostante questi grandi punti di forza, l’industria farmaceutica italiana fa ancora i conti con una spesa pubblica insufficiente rispetto al fabbisogno (più bassa di circa il 20% rispetto alla media degli altri big europei) e ogni anno si trova a discutere con Governo e Istituzioni su meccanismi di calcolo del payback e tetti di spesa.
Per ottimizzare la spesa sanitaria, il problema è nell’allocazione delle risorse che non sono sufficienti a rispondere al fabbisogno del paese. Occorre un approccio più olistico in cui non ci si concentri sui canali di spesa ma sul valore delle prestazioni fornite; in questo modo si mette al centro del sistema il paziente, si pensa a come offrigli la migliore prestazione possibile e si smette di pensare ai silos che ormai non funzionano più.
Ne parliamo con:
- Francesco Trotta
Dirigente Ufficio Monitoraggio della spesa farmaceutica AIFA - Carlo Riccini
Centro Studi Farmindustria
Modera:
- Angelica Giambelluca
Giornalista professionista in ambito medico