È arrivato il libera definitivo della Camera al decreto legge che prevede la riforma dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). Dopo il Senato, anche Montecitorio ha approvato nei giorni scorsi, con 160 voti favorevoli, 54 contrari e 76 astenuti, il Ddl di conversione in legge del Decreto legge 8 novembre 2022, n. 169 recante “Disposizioni urgenti di proroga della partecipazione di personale militare al potenziamento di iniziative della Nato, delle misure per il Servizio sanitario della regione Calabria, nonché di Commissioni presso l’Aifa. Differimento dei termini per l’esercizio delle deleghe in materia di associazioni professionali a carattere sindacale tra militari”.
La riforma è radicale. Si prevede l’abolizione della figura del direttore generale dell’Agenzia (attualmente ricoperta da Nicola Magrini) e allo stesso tempo il presidente (a oggi Giorgio Palù) ne diventa rappresentate legale. Sarà un decreto del ministero della Salute, di concerto con Funzione pubblica e Mef, e d’intesa con la Conferenza Stato-Regioni, a individuare non più solo le funzioni, ma anche le modalità di nomina dello stesso presidente di Aifa, nonché del direttore amministrativo e del direttore tecnico-scientifico.
Ancora, è previsto l’accorpamento delle attuali due Commissioni tecnico-scientifiche (la Commissione tecnico-scientifica per la valutazione dei farmaci, Cts, e il Comitato prezzi e rimborso, Cpr) che ne supportavano l’attività in una una nuova Commissione unica. La permanenza in carica dei membri delle due commissioni in carica è prorogata al 28 febbraio 2023. Dopo quella data le due commissioni sono soppresse e le relative funzioni attribuite alla nascente Commissione Scientifica ed Economica del Farmaco (Cse) composta in tutto da dieci membri.