Scroccaro, presidente Cpr: come si dà valore al vantaggio di un nuovo farmaco

Operatività e criticità nel lavoro della commissione Cpr dell'Aifa: intervista alla presidente Giovanna Scroccaro. "La difficoltà della negoziazione è dare un valore al vantaggio del nuovo farmaco".

A sostegno dell’autorevolezza e dell’autonomia scientifica dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), l’attività del suo Consiglio di amministrazione è coadiuvata da quella di due commissioni tecnico-scientifiche, la Commissione consultiva tecnico-scientifica (Cts) e il Comitato prezzi e rimborso (Cpr), formate da esperti di comprovata e documentata esperienza nel settore.

Dopo un periodo in cui si sono rincorse voci sull’ipotesi di una riforma in base alla quale potrebbero essere unificate e a esse si ipotizza di affiancare un collegio dedicato specificamente ai farmaci usati in ambito oncologico, e dopo la scadenza delle nomine, risalente al 20 settembre scorso, il Decreto legge n. 152 del 6 novembre 2021 (art. 38) ha prorogato le Commissioni, stabilendo che i membri nominati nel 2018 restino in carica fino al 28  febbraio 2022.

Per comprendere meglio i compiti e le modalità operative in particolare del Cpr, il collegio che si occupa della contrattazione dei prezzi dei farmaci rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale, abbiamo interpellato la presidente Giovanna Scroccaro.

Qual è la funzione del Cpr?

Giovanna Scroccaro“Il Comitato prezzi e rimborso (Cpr) ha il compito di negoziare i prezzi dei farmaci nel caso in cui le aziende farmaceutiche sottopongano un dossier di Prezzo e Rimborso. Le aziende che non sono interessate a negoziare prezzo e rimborsabilità, dopo il parere favorevole della Cts, commercializzano il farmaco a un prezzo libero non negoziato. Il lavoro del Cpr inizia quindi a valle delle decisioni della Cts, una volta che questa ha definito il regime prescrittivo e di rimborso, il place in therapy del farmaco, il grado di innovatività e le alternative disponibili nella pratica clinica”.

In base a quali aspetti il Cpr fa le proprie valutazioni?

“Il Cpr, per definire il prezzo da proporre all’azienda farmaceutica, prende in esame diversi fattori: i costi delle terapie alternative, l’impatto di spesa generato dal nuovo farmaco, gli studi di costo-efficacia e le Analisi di impatto sul budget (Bia) sottoposti dalle aziende, le valutazioni espresse dalle principali agenzie di Health Technology Assessment e i prezzi negli altri paesi riportati dalla banca dati Euripid. Al termine del lavoro istruttorio, il Cpr propone un prezzo all’azienda e inizia la negoziazione. Gli esiti della negoziazione vengono sottomessi al parere del Consiglio di Amministrazione di Aifa, essendo il Cpr una commissione consultiva”.

La difficoltà principale della negoziazione è attribuire un valore al vantaggio clinico che il nuovo farmaco presenta rispetto alle alternative disponibili

Quali sono le maggiori criticità nel lavoro del Cpr?

“La difficoltà principale della negoziazione è attribuire un valore al vantaggio clinico che il nuovo farmaco presenta rispetto alle alternative disponibili: se il farmaco viene considerato dalla Cts sovrapponibile alle alternative già disponibili, il Cpr propone un prezzo allineato; se esiste un vantaggio, il Cpr propone un premio di prezzo (premium price), ma le aspettative delle aziende farmaceutiche sono sempre più elevate rispetto al premio di prezzo che il Cpr è disposto a riconoscere; in questi casi inizia una lunga trattativa che può allungare i tempi per ottenere la rimborsabilità. Nel caso di farmaci che non presentano delle reali alternative, le aziende richiedono prezzi molto elevati anche quando i vantaggi sono incerti, perché derivano da dati ancora immaturi: anche in questo caso è difficile conciliare la volontà di rendere disponibile il farmaco in tempi brevi con la sostenibilità del sistema”.

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