Dal Congresso europeo di farmacia ospedaliera la fotografia di una professione che sta cambiando

Piera Polidori, componente italiana del board Eahp: "Abbiamo la responsabilità di interpretare il nostro nuovo ruolo in un mondo sanitario che sta cambiando a velocità vertiginosa". Come? Con Special interest group multidisciplinari e una rinnovata consapevolezza

Se c’è una professione per la quale la pandemia ha tracciato un solco fra prima e dopo, è la farmacia ospedaliera: i farmacisti ospedalieri hanno finalmente assistito al riconoscimento del loro ruolo come snodo fondamentale dell’assistenza, punto di riferimento per l’approvvigionamento dei medicinali – e non solo – durante l’emergenza.

L’occasione per mettere a confronto le esperienze e guardare al futuro è stato il 26° Convegno annuale della European Association of Hospital Pharmacy (Eahp), recentemente concluso, a Vienna. Significativo sin dal titolo “Ruoli che cambiano in un mondo che cambia”: “Nel corso del periodo del Covid-19 i farmacisti ospedalieri hanno vissuto una particolare stagione professionale. Da un lato infatti l’emergenza pandemica ha mostrato quanto la nostra professione sia stata nevralgica e importante, sia per i vaccini, che per i presidi, che per la gestione dei farmaci. Dall’altro lato, tutto questo ci ha offerto un’inedita visibilità, perché anche i media oltre alla società ed ai cittadini, si sono accorti più che mai nel passato di quanto la nostra professione sia importante e sostanziale per la Piera Polidoristessa qualità dei servizi sanitari”, spiega Piera Polidori, Presidente del Collegio dei Sindaci della Società Italiana di Farmacia Ospedaliera (Sifo) e componente italiana del board Eahp, che a Vienna ha ricevuto un nuovo prestigioso incarico: è stata infatti inserita come componente esperto in rappresentanza di Eahp nel gruppo di lavoro della European Medicine Agency (Ema) sulle carenze del farmaco, tema su cui anche Sifo in Italia è particolarmente attiva. “Ecco spiegato il titolo dell’evento di quest’anno: dobbiamo interpretare un nuovo ruolo in un mondo che sta cambiando a velocità vertiginosa. Il convegno Eahp ha voluto mettere a fuoco questa considerazione, offrendo ai partecipanti strumenti e metodi per interpretare al meglio questa nostra nuova condizione professionale di protagonisti finalmente riconosciuti della sanità per aver garantito la continuità e la qualità delle cure. Ma non è tutto: ad esempio come Eahp durante l’emergenza abbiamo prodotto un sistema informatico che aiutava a stabilire il quantitativo di farmaci necessari tenendo conto dell’andamento epidemiologico del Covid, che è stato fondamentale nel periodo clou”.

Quali sono i principali temi emersi durante l’evento?

L’Eahp ha condiviso la revisione degli European Statements dell’Hospital Pharmacy, documento di riferimento della professione realizzato nel 2014 e oggi soggetto a un processo di revisione in cui sono coinvolte a partire da Vienna non solo le Associazioni nazionali di farmacia ospedaliera, ma anche oltre trenta soggetti “laici”, tra cui associazioni di pazienti ed altre società scientifiche.

Tra gli altri progetti rilevanti in atto, vale la pena citare la revisione della legislazione sulla gestione di sangue, tessuti e cellule, l’apertura a iscrizioni di realtà associative non-europee e l’attenzione continua al mondo degli studenti, con specifici ‘Students science awards’ che, sviluppati già negli anni, che hanno proprio l’obiettivo di introdurre, in collaborazione con la European Pharmacutical Students Association (Epsa), i giovani professionisti in una visione di collaborazione internazionale.

È stata molto interessante, inoltre, la sessione in cui si è parlato di intelligenza artificiale, algoritmi e strumenti decisionali di supporto che, insieme alla tecnologia informatica, rappresentano la nuova sfida per affrontare al meglio il futuro della nostra professione.

Va sottolineata l’importanza dell’avvio degli Special Interest Group (Sig), team collaborativi multiprofessionali in cui farmacisti ospedalieri, medici, infermieri, pazienti e partner possono contribuire a creare una cultura specifica rispondendo a particolari quesiti

Da ultimo sottolineo l’importanza enorme dell’avvio degli Special Interest Group (Sig), gruppi collaborativi multiprofessionali, dove farmacisti ospedalieri, ma anche medici, infermieri, pazienti e vari partner possono contribuire a creare una cultura specifica rispondendo a particolari quesiti.

In concreto di cosa si tratta?

Sono sei gruppi di lavoro europei che da subito, anche con il coinvolgimento Sifo, si sono messi a lavorare su ambiti specifici: medicinali pericolosi (il cui primo report è stato già presentato proprio a Vienna); indagine sugli errori nelle unità di terapia intensiva; management delle automazioni ospedaliere (in termini di sicurezza ed efficienza delle cure); uso e gestione delle siringhe pre-riempite (prefilled); grado di preparazione alla gestione per le terapie geniche; eliminazione dei danni evitabili (altro progetto che punta sulla safety e sul management del rischio).

Avendo l’obiettivo di sviluppare una rete collaborativa, ciascun gruppo esprime al meglio proprio il valore basilare che come associazione europea intendiamo portare avanti: il futuro si costruisce attraverso reti professionali che siano in grado di affrontare insieme criticità presenti nel quotidiano di chi opera in sanità.

Quali ricadute sul panorama nazionale?

I contenuti ed i temi sviluppati dall’Eahp presentano lo stadio più avanzato di ciò che la nostra professione sta affrontando sullo scenario internazionale. Come realtà italiana della farmacia ospedaliera possiamo di certo interagire intensamente con i contenuti e con i progetti emersi, ad esempio partecipando attivamente alle survey proposte dai sei Special Interest Group e anche – ma questa è un’attività ormai tradizionale e consolidata – continuando a ospitare all’interno del Congresso Sifo la Sessione internazionale che anche quest’anno ha il fondamentale supporto della presidenza.

Eahp sta portando a termine un progetto internazionale di accreditamento omogeneo degli eventi formativi

Inoltre possiamo spingere verso un sempre maggiore coinvolgimento dei giovani nell’invio di poster e abstract come strumento per confrontare le proprie progettualità con i colleghi europei. Infine, ricordo che Eahp sta portando a termine un progetto internazionale di accreditamento omogeneo degli eventi formativi. L’obiettivo è che tutti i colleghi che partecipano ad eventi sovranazionali si vedano riconosciuti i crediti formativi all’interno del proprio Paese di appartenenza. Anche questa sarà un’iniziativa capace di positive ricadute anche per i farmacisti ospedalieri del nostro Paese.

Come valuta il nuovo regolamento che rafforza l’Agenzia Europea del Farmaco (Ema)?

L’Agenzia sta mettendo in atto diverse iniziative in questo senso e sono convinta che troverà il modo per essere più forte e incisiva: ha compreso l’importanza del suo ruolo come ente sovranazionale e la necessità che alcune attività siano centralizzate a livello europeo. Ad esempio il problema della carenza dei farmaci non è di un singolo stato, ma di tutta Europa.

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