Le sfide etiche dell’infermieristica moderna
L’infermieristica moderna, in continua evoluzione, si confronta e non può esimersi dal farlo – in tutti gli ambiti: clinico, organizzativo, formativo e della ricerca – con le sfide etiche legate al progresso tecnologico, ai cambiamenti sociali, ai nuovi modelli sanitari, i bisogni nuovi e sempre più complessi delle persone assistite.
Si tratta di sfide difficili, non eludibili, complesse tanto quando il contesto che le genera e che se non “viste, lette e affrontate” o sottovalutate, possono generare stress morale, burnout, insoddisfazione lavorativa da parte dei professionisti con inevitabili riflessi sugli esiti dell’assistenza. Ancora, sono sfide che richiedono un “bilanciamento continuo” tra i bisogni e le risposte assistenziali da dare e le risposte assistenziali possibili in uno scenario in continuo mutamento e con risorse mai o quasi mai adeguate alla complessità dei bisogni individuati e manifestati dalle persone assistite. Ai bisogni degli assistiti si affiancano poi i bisogni di conciliazione del tempo vita-lavoro dei professionisti.
Un’alleanza per prevenire il cortocircuito del sistema
È evidente, che in un contesto sistematicamente così complesso, la mancanza di equilibrio tra sfide etiche e bisogni genera un “corto circuito” tra benessere, valori, azioni, bisogni e risposte.
Si tratta di un equilibrio che per essere trovato e mantenuto deve vedere un’azione corale e in rete di tutti i protagonisti del sistema salute: istituzioni, professionisti, organizzazioni, cittadini e persone assistite.
L’etica è il cuore della professione infermieristica, non un accessorio
Ma come si affrontano le sfide etiche di questo tempo con una visione su un domani che sicuramente non sarà uguale a oggi e come si fa alleanza per prevenire il cortocircuito del sistema? Di questo si è parlato recentemente a Genova in occasione dell’inaugurazione del Centro Interuniversitario per lo studio e la Ricerca dell’Etica Infermieristica (CIREI), nato dalla collaborazione tra l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, l’Università di Genova, l’Università Vita-Salute San Raffaele e Humanitas University, con l’obiettivo di affrontare in modo strutturato e condiviso le sfide etiche di oggi e del futuro.
Diseguaglianze sanitarie: la giustizia sociale come priorità
Tra i temi più importanti, specialmente in contesti di risorse limitate, figurano senza dubbio le diseguaglianze sanitarie. A questo proposito, Gennaro Rocco, Direttore scientifico del Centro di Eccellenza per la Cultura e la Ricerca Infermieristica (CECRI) di Roma, ha sottolineato come, per garantire equità di accesso alle cure, sia irrinunciabile e non procrastinabile l’adozione di politiche sanitarie inclusive. Tali politiche dovrebbero mirare alla giustizia sociale oltre che alla distribuzione equa delle risorse. È fondamentale, secondo Rocco, avere ben chiare le cause delle diseguaglianze: l’insufficienza delle risorse, i fattori socio-economici, la disponibilità differenziata dei servizi nelle diverse aree del Paese. Per affrontare ciò, suggerisce la necessità di leggere la realtà con gli “occhiali giusti” adatti al contesto e alla persona e che permettano una visione da “vicino” con una prospettiva sul “lontano”.
Etica e ricerca: tra tutela e semplificazione
Anche la ricerca può delinearsi come una sfida etica perché non può prescindere da una sempre maggiore condivisione di dati tra i professionisti garantendo all’assistito il diritto alla privacy e alla riservatezza. E qui, entrano i gioco i comitati etici che, come ha evidenziato Rosaria Alvaro, Pro Rettore per le politiche Sociali e di Politiche per l’Innovazione sociale dell’Università di Roma Tor Vergata, possono essere vissuti come un ostacolo da chi gli studi li conduce per la burocrazia e la lentezza delle procedure, la disomogeneità delle decisioni, per l’insufficienza delle risorse, il carico di lavoro e di responsabilità dei membri e ancora, l’eccesso di prudenza che può modificare o bloccare molti studi.
Affrontare le sfide etiche significa tutelare la qualità della cura e il benessere dei professionisti
Per non soccombere a questa sfida, secondo Alvaro è necessario favorire lo snellimento delle procedure, il dialogo e il confronto con i ricercatori, semplificare gli iter per alcune tipologie di studio, migliorare il coordinamento tra i comitati etici.
Tecnologia e umanizzazione delle cure
Anche l’integrazione della tecnologia nell’assistenza è una sfida etica perché solleva interrogativi sull’umanizzazione delle cure, sulla tutela dei valori e sul mantenimento di un rapporto empatico con la persona assistita. Questa sfida può essere vinta, secondo Loredana Sasso (Direttore Scientifico del Centro di Eccellenza per la Ricerca e lo Sviluppo dell’Infermieristica della Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche e professore dell’Università di Genova), con la realizzazione di tecnologie che rispettino i valori etici sin dalla loro progettazione, una formazione non solo digitale ma anche etica degli operatori, la partecipazione delle persone assistite e con politiche eque e pubbliche con la chiarezza che la tecnologia è una risorsa, non è il fine e che non può sostituirsi al giudizio del professionista, alla relazione e alla dimensione umana della cura.
Lo stress morale come sfida organizzativa e identitaria
Non da meno, in termini di sfida etica, è lo stress morale che, come ha spiegato Duilio Manara (Direttore del Centro per la Ricerca e l’Innovazione Infermieristica dell’Università San Raffaele di Milano), è generato da sovraccarico di lavoro, risorse insufficienti, vincoli organizzativi e “tocca” valori e identità del professionista e genera frustrazione e burnout.
Condividere visioni e strumenti è essenziale per costruire un’alleanza etica nel sistema salute
Per affrontarlo sono necessari interventi organizzativi, formativi, culturali e una svolta nell’approccio che si deve sostanziare con lo studio non solo del moral distress, ma del suo contrario, ovvero della moral gratification.
Una formazione continua per un’etica proattiva
Molte, dunque le sfide etiche da affrontare. Per essere ben preparati a gestirle in modo efficace è necessaria, ha ribadito Beatrice Mazzoleni (Direttore dei Corsi di Laurea in Infermieristica Humanitas University di Milano e Segretaria Nazionale FNOPI), una formazione continua e trasversale oltre che strumenti operativi che facilitino ai professionisti un agire responsabile, coerente e tutelante. Solo così l’etica diventa proattiva e può essere condivisa nel quotidiano e non rimanere sulle righe di una pagina per quanto ben scritta.