Lo scorso 1° ottobre il Senato ha approvato in via definitiva il DDL n. 1483 “Disposizioni per la cura e la prevenzione dell’obesità”. Si tratta di un primo passo per le persone che convivono con questa patologia, perché per la prima volta nel nostro Paese – e probabilmente nel mondo – c’è una legge che riconosce l’obesità come malattia progressiva e recidivante.
Un’opportunità per milioni di cittadini, ma la Commissione di albo nazionale dei dietisti della Federazione nazionale degli Ordini dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione (FNO TSRM e PSTRP) avanza alcune doverose considerazioni affinché tale legge possa realmente raggiungere i nobili obiettivi che si prefigge.
Finanziamenti solo per la prevenzione
La prima considerazione è legata alle risorse, attualmente autorizzate per finanziare le strategie di prevenzione ben descritte nella legge. Ma insufficienti per garantire anche le strategie di cura, come la terapia dietetica, quella farmacologica e la chirurgia bariatrica. Ciò comporterebbe lo stanziamento di maggiori fondi rispetto a quelli attualmente autorizzati, che sono dell’ordine di un milione di euro.
Le risorse attualmente stanziate sono sufficienti per la prevenzione, ma non per la cura dell’obesità
Va sottolineato, tuttavia, che investire risorse non solo sulla prevenzione ma anche sulla cura dell’obesità può generare di ritorno un risparmio sostanziale al SSN. Non sarebbero risorse spese, ma anzi ben investite per la salute dei cittadini: curando l’obesità si risolvono numerose patologie dismetaboliche e disfunzionali a essa correlate.
Le prestazioni non previste nei LEA
Se è vero, inoltre, che ora è avvenuto il riconoscimento dell’obesità come una condizione, che comporta il diritto all’accesso di prestazioni presenti nei LEA, ciò contrasta con ciò che può essere effettivamente erogato dal SSN. Infatti, nonostante la terapia dietetica debba costituire il primo livello di intervento, le prestazioni nutrizionali non sono previste nei LEA, e la neoapprovata legge non specifica per quali prestazioni, fra quelle presenti, le persone obese avranno diritto all’esenzione.
È quindi opportuno sottolineare, come seconda considerazione, che per avere un’applicazione reale, la legge dovrebbe permettere che le persone assistite possano accedere a prestazioni appropriate. Purtroppo però, per quanto l’assistenza nutrizionale rappresenti un settore fondamentale per la tutela della salute dei cittadini e per la prevenzione, nonché per il trattamento di numerose patologie (non solo l’obesità), a oggi, nel nuovo nomenclatore tariffario nazionale delle prestazioni di specialistica ambulatoriale, non sono previste prestazioni riconducibili all’ambito della nutrizione. Mancano infatti prestazioni specifiche relative alla terapia dietetico-nutrizionale, alla riabilitazione nutrizionale, al monitoraggio nutrizionale e, non ultimo, alla presa in carico del paziente in nutrizione artificiale domiciliare.
Nei LEA mancano prestazioni chiave riconducibili all’ambito della nutrizione
La Commissione di albo nazionale dei dietisti ha avanzato già nel 2024 proposte concrete di inserimento di nuove prestazioni, depositandole sulla piattaforma ministeriale dedicata, corredate da evidenze scientifiche, linee guida e studi di costo-efficacia.
L’assenza di queste prestazioni nel nomenclatore nazionale della specialistica comporta una disparità nell’accesso alle cure tra i cittadini di diverse parti del Paese, poiché solo poche Regioni lo garantiscono come extra-LEA.
Di pochi giorni fa è la notizia della bocciatura, da parte del TAR del Lazio, del DM “Tariffe della specialistica ambulatoriale”, entrato in vigore alla fine del 2024. Il Ministro della Salute Orazio Schillaci, in merito a tale bocciatura, ha dichiarato: «Il TAR ci ha dato 365 giorni non per perdere tempo, ma per costruire un sistema più equo e sostenibile; è necessario coinvolgere tutti gli attori del sistema stesso». Ebbene, la Commissione di albo nazionale dei dietisti auspica che il Governo voglia approfittare di questa opportunità, ritenendo necessario e urgente procedere all’inserimento delle prestazioni nutrizionali nel nomenclatore nazionale delle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale, sia in attuazione dei nuovi LEA, che del DDL n. 1483 sull’obesità, ormai legge. A tal proposito, la Commissione è pronta a dare il proprio contributo mettendo a disposizione propri rappresentanti all’interno della neoinsediata Commissione LEA, anche al fine di garantire un contributo professionale qualificato nell’elaborazione dei percorsi di cura.