DDL Intelligenza Artificiale, quello che c’è da migliorare su formazione e ricerca a beneficio del SSN

Il contributo di SIIAM - Società Italiana Intelligenza Artificiale in Medicina nella lettera al Senato sul testo in discussione in questi giorni: «Ancora difficoltà sulla condivisione di dati nel contesto di studi multicentrici»

Nell’ambito del dibattito in corso in questi giorni al Senato italiano sul disegno di legge “disposizioni e delega al Governo in materia di intelligenza artificiale”, la Società Italiana Intelligenza Artificiale in Medicina (SIIAM) ha presentato una serie di proposte e raccomandazioni alla Commissione Affari Sociali e Sanità. Queste osservazioni, che mirano a garantire che l’adozione dell’IA nel settore sanitario avvenga in modo responsabile ed efficace, si pongono anche l’obiettivo di rendere il provvedimento ancora più innovativo e coerente con il quadro normativo nazionale ed europeo.

Fondamentale il coinvolgimento di più Ministeri nella redazione e nell’implementazione della strategia nazionale per l’IA, assicurando un ruolo primario anche al Ministero della Salute e al Ministero dell’Università e della Ricerca

Fra i punti principali, la SIIAM ha voluto ribadire quanto sia essenziale fornire una formazione adeguata sull’uso e l’implementazione dell’IA ai professionisti sanitari, primi beneficiari delle nuove tecnologie con le quali possono apportare benefici ai propri pazienti. Questo non solo al fine di migliorare le loro competenze, ma anche per mantenere le abilità esistenti, mitigando il rischio di perdita di competenze tradizionali.

Un ulteriore argomento sollevato nelle proposte è quello dell’importanza di facilitare la ricerca scientifica e l’uso secondario dei dati esistenti nel settore sanitario, per favorire l’innovazione e l’avanzamento delle conoscenze, portando a migliori soluzioni sanitarie. Sebbene un primo passo avanti sia stato fatto con la modifica dell’articolo 110 del Codice Privacy, l’uso secondario dei dati sanitari presenta infatti ancora alcune barriere che ostacolano la ricerca italiana e ne rallentano lo sviluppo.

Le principali difficoltà sono legate alla condivisione di dati nel contesto di studi multicentrici, fondamentali per gli studi clinici, ma anche per la generalizzabilità dei modelli di intelligenza artificiale. Esistono soluzioni tecnologiche che possono ovviare a queste difficoltà, come il Federated Learning (un approccio di apprendimento automatico che addestra algoritmi su dati distribuiti su più dispositivi o server senza condividere i dati grezzi, preservando così la privacy), e una loro maggiore adozione è auspicabile.

Infine, date le primarie applicazioni dell’IA nell’ambito della sanità, la SIIAM ritiene che sarebbe fondamentale il coinvolgimento di più Ministeri nella redazione e nell’implementazione della strategia nazionale per l’IA, assicurando un ruolo primario anche al Ministero della Salute e al Ministero dell’Università e della Ricerca. Questo permetterebbe un approccio coordinato e integrato, e potrebbe ulteriormente favorire l’innovazione se correlata a “regulatory sandbox” (ambienti controllati in cui le aziende possono testare prodotti o servizi innovativi sotto la supervisione delle autorità, beneficiando di temporanee deroghe normative).

Essenziale che il sistema sanitario italiano venga preparato adeguatamente per salvaguardare il diritto alle cure di tutti i cittadini

Tanti sono i documenti prodotti negli ultimi anni che sottolineano l’importanza strategica dell’IA per la sanità. Da ultimo, è stato appena pubblicato il rapporto sulla competitività europea redatto dall’ex Presidente del Consiglio Mario Draghi, in cui appare evidente quanto l’IA rappresenti una sfida chiave per il rilancio dell’economia dell’UE e uno strumento fondamentale per efficientare il settore sanitario. Anche alla luce di quest’ultimo rapporto, per la SIIAM è ancora più essenziale che il sistema sanitario italiano venga preparato adeguatamente, in quanto l’adozione dell’IA non rappresenterà più solo un’opportunità per migliorare la qualità delle cure, ottimizzare le risorse e promuovere l’innovazione, ma anche una necessità per salvaguardare il diritto alle cure di tutti i cittadini italiani ed europei.

In un momento in cui il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) naviga in acque incerte, questa rappresenta una direzione di investimento promettente e destinata a distribuire abbondanti dividendi a chi avrà il coraggio di osare. Gli sforzi governativi ed economici, continuando il processo di digitalizzazione già avviato a macchia di leopardo sul territorio nazionale e indirizzando correttamente il processo di upskilling e reskilling dei professionisti sanitari, possono raddrizzare un SSN in difficoltà ad erogare le prestazioni richieste e gestire le liste d’attesa costantemente sature.

Le opinioni espresse nel presente articolo appartengono ai soli autori e alla SIIAM

e non riflettono necessariamente la posizione ufficiale di ulteriori enti di appartenenza.

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Presidente SIIAM. Dipartimento di Ricerca Traslazionale e Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia, Università di Pisa
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Vice-presidente SIIAM. Medico in corso di Dottorato di ricerca presso l’Università Cattolica di Roma
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