Farmaci, sovranità e salute globale: da Kigali un segnale forte per l’Africa e non solo

Dal 15 al 19 giugno la capitale del Ruanda ha ospitato la Summer School internazionale sulla sicurezza e sovranità farmaceutica. Tra i temi: governance, innovazione, comunicazione e sviluppo delle competenze nei Paesi a basso e medio reddito
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Kigali, Ruanda. Dal 15 al 19 giugno si è tenuta, presso il Lemigo Hotel della capitale ruandese, la Summer School internazionale dal titolo Pharmaceutical Security and Sovereignty in the Context of Public Health and Communicable Diseases. L’evento, organizzato dal Centro Universitario per la Cooperazione Internazionale (CUCI) dell’Università di Parma nell’ambito del progetto PNRR-TNE “ACHIEVE-IT”, con il contributo locale dell’Università INES-Ruhengeri, ha riunito esperti, accademici e professionisti della salute da ogni angolo dell’Africa Orientale, trasformando la capitale ruandese nell’epicentro per il dibattito sul futuro della salute pubblica globale.

La Summer School ha rappresentato un’immersione totale nelle sfide e nelle opportunità legate alla sicurezza e sovranità farmaceutica

La Summer School ha rappresentato un’immersione totale nelle sfide e nelle opportunità legate alla sicurezza e sovranità farmaceutica, con un focus particolare sulle malattie trasmissibili e l’importanza di un approccio multidisciplinare che valorizzi l’innovazione tecnologica locale e la collaborazione internazionale. Tra i tantissimi temi affrontati, anche la comunicazione sanitaria come pilastro strategico per il benessere pubblico, l’importanza dell’intervento politico per affrontare le malattie trasmissibili, la preparazione alle prossime emergenze sanitarie e le prospettive etiche e pratiche del riutilizzo dei farmaci nei paesi a basso e medio reddito.

Fondamentale, nel programma scientifico, l’ampia partecipazione della Rwanda Food and Drug Authority (FDA), una delle agenzie regolatorie del farmaco più avanzate dell’intero continente, con un Maturity Level 3 accreditato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

La voce di chi ha vissuto la Summer School

Locandina della Summer School

L’iniziativa di questa Scuola a Kigali nasce da una visione chiara e lungimirante, come spiega Gabriele Costantino, professore ordinario di Chimica Farmaceutica presso l’Università di Parma e organizzatore scientifico della Scuola: «Lo sviluppo del settore farmaceutico ha sempre accompagnato la transizione da Paesi a Basso Reddito a quelli a Medio Reddito. L’Europa stessa, con Italia e Germania in testa, dopo la Seconda guerra mondiale, ne è un esempio lampante».  Inoltre, prosegue Costantino, lo sviluppo farmaceutico implica un progresso a cascata: «Lo sviluppo del settore farmaceutico implica sviluppo infrastrutturale, creazione di value chain, necessità di forza-lavoro qualificata e addestrata, aumento della spesa pubblica in welfare e quindi aumento della capacità di spesa pro-capite. Il tema della sicurezza e della sovranità, cui si è aggiunto, nella discussione, quello dell’accessibilità farmaceutica, intercetta in maniera critica l’esigenza dei Paesi della Comunità dell’Africa Orientale di generare un sistema di fornitura del prodotto farmaceutico il più possibile autonomo.

Lo sviluppo farmaceutico può innescare un progresso a cascata

Questo sistema, attraverso scelte dal basso verso l’alto basate su esigenze locali, dovrebbe affiancare, e nel medio-lungo termine sostituire, il procurement internazionale. Il fine ultimo è rendere i sistemi sanitari interessati il più possibile indipendenti da instabilità economiche e sociopolitiche internazionali». Un’idea chiara che guarda al futuro del sistema farmaceutico, e non solo, dei Paesi a basso e Medio Reddito. In conclusione, Costantino dichiara: «Questo processo richiede lo sforzo congiunto del sistema pubblico, quello dell’istruzione secondaria e terziaria in primis, ma anche e soprattutto il sistema regolatorio farmaceutico, del sistema privato e della collaborazione internazionale».

Scienza e politica, una sinergia necessaria

Durante la Summer School è emersa in maniera chiara l’integrazione, oggi più che mai necessaria, tra scienza e politica in ambito farmaceutico: «Due settori che, pur sembrando molto distanti, devono lavorare in modo coordinato e integrato», nelle parole di Marco Pieroni, professore associato di Chimica Farmaceutica presso l’Università di Parma. Pieroni ha concentrato il suo intervento su malaria e tubercolosi, malattie endemiche nella regione, sottolineando come richiedano un «approccio multilivello: non solo il trattamento, ma anche la prevenzione e la diagnosi precoce sono fondamentali per evitare il dilagare delle epidemie, ed in qualche modo anche per porvi argine.

Non solo il trattamento, ma anche la prevenzione e la diagnosi precoce sono fondamentali per evitare il dilagare delle epidemie

È emerso chiaramente che, per quanto si possa puntare all’armonizzazione delle misure, non è realistico pensare che decisioni prese in un determinato contesto culturale e normativo possano essere semplicemente trasferite e adottate in un altro. Al massimo, se non l’uniformità, si può puntare ad una convergenza, di cui le istituzioni, in maniera indipendente e sovrana, si devono fare carico». Durante l’evento, Pieroni ha coordinato, insieme a Carmine Iorio, una simulazione di scenari di crisi che ha visto i partecipanti mettersi nei panni dei decisori, politici e stakeholder per gestire le future emergenze sanitarie.

La comunicazione è parte della risposta

«Nel nostro tempo, le emergenze sanitarie, in particolare le pandemie, non riguardano solo la diffusione di un nuovo patogeno. Lo abbiamo visto, in maniera chiara. durante il COVID-19: alla crisi sanitaria si è affiancata una crisi comunicativa». Lo ha ricordato Carmine Iorio, farmacista e speaker alla Summer School: «L’infodemia ha avuto un impatto profondo sulla percezione pubblica del rischio, prepararsi alle prossime emergenze sanitarie significa anche dotarsi di strumenti per comunicare in modo chiaro, trasparente ed etico. La comunicazione è parte integrante della risposta sanitaria alle emergenze del nuovo secolo».

Sfide e prospettive per l’Africa Orientale

La vera sfida locale del settore farmaceutico è stata riportata dal dottor Thierry Habyarimana, co-organizzatore locale e Capo della Facoltà di Scienze della Salute di INES, che ha sottolineato la mancanza di forza lavoro qualificata, un quadro normativo forte e investimenti. Inoltre, secondo Habyarimana «la mancanza di piattaforme di scambio scientifico, sia a livello nazionale, regionale che internazionale, ostacola una comprensione multidisciplinare delle reali lacune del settore. La sicurezza e la sovranità farmaceutica nella Comunità dell’Africa Orientale richiederebbero una forte integrazione regionale per costruire sistemi adeguati alla regione».

L’esperienza condivisa della Summer School di Kigali può rappresentare un nuovo modello di partnership pratiche per sviluppare un’industria farmaceutica in Africa/East Africa

Vedaste Habyalimana, Direttore del Dipartimento del Farmaco della FDA ruandese, ha sottolineato come questa scuola rappresenti un esempio dell’importanza della condivisione delle best practice: «L’esperienza condivisa italiana ed europea è stata d’ispirazione per le iniziative africane, e serve davvero come buon modello di partnership pratiche che possono portare alla realizzazione dell’industria farmaceutica in Africa/East Africa con la garanzia di successo in tempi molto brevi».

Un appuntamento che guarda al futuro

Per Habyalimana, la speranza è che la scuola diventi un evento annuale per continuare a promuovere lo scambio di informazioni e la costruzione di relazioni. A tal proposito, l’Università di Parma, con altri enti, ha dichiarato la volontà a continuare su questa strada di collaborazione.

Perché questa scuola non sia un evento isolato, ma il punto di partenza per un follow-up coerente, stabile, che permetta la creazione di una rete sempre più solida di professionisti sanitari, accademici e stakeholders determinati a essere protagonisti della vita farmaceutica e sanitaria del proprio Paese.

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