La rete assistenziale ospedale-medicina generale della Asl Toscana sud est (Azienda sanitaria locale delle province di Arezzo, Grosseto e Siena) è stata potenziata attraverso l’attivazione del teleconsulto oncologico tra medici di famiglia e specialisti ospedalieri. Il servizio – che ha preso il via in provincia di Grosseto con l’Oncologia medica dell’ospedale Misericordia, e sarà esteso in modo graduale anche alle altre discipline ospedaliere nonché agli altri presidi territoriali – è il primo in tutta la regione a essere strutturato formalmente attraverso una piattaforma informatica che rispetta tutti i requisiti di sicurezza dei dati e privacy.
Si parte con la sperimentazione nelle AFT (Aggregazioni Funzionali Territoriali) di Orbetello e Pitigliano, nella provincia di Grosseto, per poi passare rapidamente al resto della provincia e a tutta la Toscana sud est. Un’innovativa modalità di collaborazione tra la sanità territoriale – nel dettaglio le cure primarie – e la medicina specialistica svolta all’interno dei presidi ospedalieri. Da oggi, presso il proprio medico di medicina generale, i pazienti possono contare sulla possibilità di avere in tempo reale consulenze oncologiche, grazie al collegamento informatico audio/video reso possibile con il “Misericordia”.
Un traguardo importante a beneficio dei pazienti oncologici e un’occasione di rilievo nell’ambito della condivisione tra professionisti
Si tratta “di un traguardo importante a beneficio dei pazienti oncologici ed è un’occasione di rilievo nell’ambito della condivisione tra professionisti”, precisano Carmelo Bengala, direttore UOC di Oncologia medica dell’ospedale Misericordia di Grosseto, e Renato Tulino, direttore del dipartimento di Medicina generale dell’Azienda Usl Toscana sud est.
Entrambi puntualizzano poi che l’esigenza del teleconsulto “nasce dall’esperienza pandemica degli scorsi anni. In particolare, dalla necessità di ridurre la distanza tra medici specialisti e medici di medicina generale (con un maggiore coinvolgimento di quest’ultimi) in varie fasi del percorso oncologico: screening e diagnosi precoce; riferimento precoce presso il centro di riferimento oncologico del paziente con sospetta patologia oncologica; controlli domiciliari del paziente oncologico in trattamento con farmaci antitumorali orali; gestione domiciliare di tossicità correlate al trattamento antitumorale; follow-up non specialistico; disponibilità di piattaforme telematiche; garanzia di una migliore qualità di vita del paziente oncologico”. Non tralasciando il fatto che, soprattutto all’interno di territori vasti, assume particolare valore l’opportunità di un confronto tra professionisti volto a un veloce e appropriato percorso diagnostico e terapeutico del paziente.
Vantaggi in termini di qualità e velocità della risposta di salute
Nell’ambito del nuovo sistema di teleconsulto oncologico tra medici di famiglia e specialisti ospedalieri – progetto in linea con i principi e gli interventi del PNRR ed in attuazione del DM 77 – il paziente riceve subito un primo parere specialistico, per poi essere indirizzato a ulteriori accertamenti in maniera più puntuale (con evidente risparmio di tempo che, in settori come l’Oncologia, rappresenta una componente fondamentale, se non vitale).
Un deciso miglioramento legato alla velocità e alla qualità della risposta di salute, grazie alla riduzione tanto dei tempi di presa in carico del paziente con sospetta patologia oncologica quanto degli accessi ospedalieri, del numero dei ricoveri e dei trasporti sanitari.
“Il teleconsulto mira ad attivare un processo di innovazione nella rete di cura oncologica – riprendono il direttore UOC di Oncologia medica dell’ospedale Misericordia di Grosseto e il direttore del dipartimento di Medicina generale dell’Azienda Usl Toscana sud est –, permettendo un’interazione tra professionisti nel contesto dei nuovi setting assistenziali territoriali, previsti anche dalle recenti linee di indirizzo regionali”.
Se necessario, il medico di famiglia può consultare lo specialista oncologo contestualmente alla visita che sta effettuando
Dunque, qualora ravvisi la necessità di un parere di approfondimento, il medico può consultare gli specialisti oncologi contestualmente alla visita che sta effettuando, scambiarsi documenti online e fornire un referto finale firmato digitalmente e con valore legale, al pari di una visita in presenza, al termine del teleconsulto.
Teleconsulto e trattamento dei dati sanitari del paziente
Questa innovativa modalità di collaborazione non solo favorisce la gestione domiciliare del paziente, quando possibile, evitando il ricovero ma supporta il follow-up non specialistico di pazienti con diagnosi oncologica con lungo intervallo libero da malattia.
Fondamentale è stato il percorso di condivisione con gli esperti di dati per gestire la delicata questione della privacy
Per avviare il servizio, al paziente viene richiesto di rilasciare l’autorizzazione per il trattamento dei propri dati, firmando l’apposito consenso informato – il cui sviluppo, a monte, ha necessitato di un percorso di condivisione con lo staff della Direzione sanitaria del “Misericordia”, in particolare con gli esperti di privacy – affinché le informazioni che interessano le sue condizioni di salute possano essere condivise tra i professionisti sulla piattaforma che veicola il servizio.
Ogni singolo passaggio della procedura rimane tracciato dal sistema nel rispetto della tutela delle informazioni riguardo la salute dei pazienti. Un ulteriore aspetto importante da evidenziare è che – sottolineano Bengala e Tulino – “il teleconsulto oncologico può essere richiesto in tutti i casi nei quali il medico di medicina generale lo ritenga opportuno. In particolare, come anticipato, nei casi di pazienti con clinica sospetta o molto sospetta per patologia oncologica, che il professionista desidera discutere prima di inviare il paziente alla prima visita oncologica. E ancora, nell’eventualità di chiarimenti sui percorsi diagnostico-terapeutico strutturati esistenti per una più rapida e migliore presa in carico del paziente, di pazienti in trattamento oncologico con tossicità per valutarne la gestione domiciliare, di pazienti in follow-up con clinica sospetta per ripresa di malattia dove il medico di medicina generale ritenga di discutere il caso prima di inviarlo al centro oncologico”.
Da parte sua, il paziente può fare affidamento su un servizio tecnologico innovativo in grado di influire, in maniera positiva, sul suo approccio alle cure e sulla capacità di risposta assistenziale della rete.
Fasi di sviluppo del progetto pilota presso l’Asl Toscana sud est
Il progetto del nuovo servizio di teleconsulto oncologico tra medici di famiglia e specialisti ha avuto un percorso di sviluppo tutt’altro che semplice, necessitando il coinvolgimento di vari dipartimenti: Oncologico, Medicina generale, Tecnologie informatiche, staff della Direzione sanitaria.
“Infatti – circoscrivono ancora il direttore UOC di Oncologia medica dell’ospedale Misericordia di Grosseto e il direttore del dipartimento di Medicina generale dell’Azienda Usl Toscana sud est – è stato indispensabile mettere a punto una piattaforma informatica che consentisse al medico di medicina generale di inviare e condividere con gli specialisti tutte le informazioni cliniche riguardanti il paziente. Condivisione, questa, che ha necessitato di approfondire tutte le tematiche relative alla privacy del paziente”.
È stato indispensabile mettere a punto una piattaforma informatica che consentisse al medico di medicina generale di inviare e condividere con gli specialisti tutte le informazioni cliniche del paziente
Per la richiesta del teleconsulto, invece, sono state create delle agende telematiche in due fasce orarie (ore 10:00-11:00 e ore 16:30-17:30), dal lunedì al venerdì, che includono, ciascuna, quattro slot. Inoltre, il servizio può avvenire in modalità asincrona o sincrona.
“In quest’ultimo caso è possibile effettuare una video-teleconsultazione in tempo reale. Il teleconsulto si conclude con una lettera/referto che lo specialista scrive al medico di medicina generale e firma digitalmente. La lettera farà quindi parte del dossier clinico del paziente”, chiosano Bengala e Tulino.