Indoor tracking in ambito ospedaliero: i vantaggi di monitorare pazienti chirurgici e attrezzature

L’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo ha attivato un sistema di mappatura digitale in real-time di ingressi e uscite dei pazienti nel tragitto reparto-blocco operatorio e delle apparecchiature

“Le moderne strutture ospedaliere sono dotate di reti cablate di alta qualità e l’evoluzione tecnologica offre soluzioni software e hardware di asset tracking a costi limitati. La tecnologia BLE, che sfrutta un sistema Bluetooth con basse emissioni simile a quello installato sui nostri smartphone, consente di riconoscere un tag associato a un oggetto/soggetto in movimento. Il localizzatore oggi può dirci in quale punto dell’ospedale si trova un paziente oppure un apparecchio elettromedicale”. Parla così Antonio Fumagalli, Direttore dei Sistemi informativi ICT dell’ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo, riferendosi al sistema innovativo di indoor tracking in ambito ospedaliero che è entrato in funzione all’interno della struttura lombarda.

Le moderne strutture ospedaliere sono dotate di reti cablate di alta qualità e l’evoluzione tecnologica offre soluzioni software e hardware di asset tracking a costi limitati

Una soluzione che consente il monitoraggio in real-time degli ingressi e delle uscite dei pazienti lungo il percorso reparto-blocco operatorio nonché degli spostamenti intraospedalieri delle principali attrezzature elettromedicali ed informatiche mobili.

All’atto pratico, specifici braccialetti vengono allacciati al polso del paziente ricoverato, in reparto oppure in terapia intensiva, al momento del trasferimento in sala operatoria (il primo tracciamento ad essere stato attivato, a fine 2022, ha riguardato proprio le sale operatorie).

Il paziente, dunque, risulta tracciato in automatico lungo l’intero tragitto intraospedaliero per merito di una nuova rete di antenne cablate. Nel settembre scorso, ha preso il via l’apposizione di uno speciale “bottone” su circa 3.000 attrezzature (elettrocardiografi, ecografi e sonde, pompe a siringa, defibrillatori, elettrobisturi, cardiostimolatori esterni, carrelli per la cartella clinica elettronica informatizzata) e la rete di antenne di rilevazione è stata estesa a ogni reparto ed ambulatorio.

Ma Fumagalli già guarda oltre, ritenendo che a breve reti come questa consentiranno la navigazione indoor, sul modello di quella che siamo abituati ad utilizzare per gli spostamenti su strada, orientando il paziente nell’individuare l’ambulatorio per la visita prenotata oppure teleguidando il visitatore fino al letto di degenza del parente ricoverato all’interno di una grande struttura sanitaria. Realtà importanti proprio come l’Ospedale Papa Giovanni XXIII.

Mediante lo smartphone e una specifica app, che sfrutta le antenne già posizionate in ospedale, i pazienti possono essere indirizzati e condotti verso il luogo di cura navigando sulla mappa dell’ospedale

“Molte volte orientarsi in grandi ospedali come il nostro diventa difficile nonostante l’ampia segnaletica e la presenza di appositi punti informativi. Mediante lo smartphone e una specifica app, che sfrutta le antenne già posizionate in ospedale, i pazienti possono essere indirizzati e condotti verso il luogo di cura navigando sulla mappa dell’ospedale analogamente a quanto avviene quando ci muoviamo per strada. All’indicazione visuale del percorso sarà inoltre possibile offrire ulteriori servizi informativi al cittadino per una migliore accoglienza”, evidenzia.

Tracciamento intelligente indoor: decisiva la pianificazione aziendale

Oltre ai servizi ospedalieri dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII e dell’Ospedale Civile di San Giovanni Bianco, l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale Papa Giovanni XXIII ha la responsabilità di organizzare e gestire anche le prestazioni prima fornite al cittadino dalle ex-Aziende sanitarie locali.

A maggior ragione, è facile comprendere come implementare nella struttura – che conta 4.600 operatori tra medici e dirigenti sanitari (806 unità), dirigenti tecnici e amministrativi (24), personale del comparto sanitario (2.667) e personale comparto tecnico e amministrativo (856) – un sistema di tracciamento real-time indoor abbia richiesto una mole di lavoro non indifferente.

“Per portare a termine un progetto come questo – interviene Maddalena Branchi, Direttore dell’Ingegneria clinica dell’ASST Papa Giovanni XXIII – è necessario un grande lavoro di squadra tra le parti tecniche e le parti cliniche. È una novità nel nostro campo che deve essere ben calibrata per non creare troppe aspettative e neppure essere sovradimensionata, ottimizzando le risorse sempre limitate. Meglio iniziare con un progetto di base, conoscerne i limiti e poi svilupparne le potenzialità”.

Per realizzare un progetto come questo è stato necessario un grande lavoro di squadra tra le parti tecniche e le parti cliniche

L’impegno profuso è stato, in particolare, di “tempo uomo”. Ovvero, riprende Branchi, “identificare dove mettere le antenne simulando il campo di ciascuna, ma anche trovare le giuste soluzioni per i sistemi da usare per il tracciamento ha comportato un’analisi del mercato che è durata qualche mese. La mappatura delle apparecchiature, che deve essere fatta manualmente per associare il numero del dispositivo di tracciamento al rispettivo numero di inventario, è stata effettuata da quattro persone e ha richiesto tre mesi di lavoro”.

I vantaggi delle tecnologie di indoor tracking negli ospedali

Nello scorso anno gli interventi chirurgici svolti all’ospedale di Bergamo sono stati oltre 37.000. Oggi su monitor è possibile controllare in modo automatico i tempi di utilizzo delle sale, quelli necessari per il trasferimento dai reparti di degenza e dalle terapie intensive verso i blocchi operatori (e viceversa).

Implementato dai Sistemi Informativi – ICT dell’Ospedale, il progetto è stato curato da Silvia Scetti, medico dell’Unità Gestione Operativa, in staff alla Direzione del Papa Giovanni XXIII, che illustra: “La digitalizzazione dei processi offre l’opportunità di ottimizzare la gestione e i tempi del blocco operatorio, di individuare eventuali criticità e di ridurre gli sprechi”.

La digitalizzazione dei processi offre l’opportunità di ottimizzare la gestione e i tempi del blocco operatorio, di individuare eventuali criticità e di ridurre gli sprechi

Sottolinea Branchi: “Il nuovo sistema di localizzazione digitale real-time della dotazione tecnologica è stato introdotto per offrire maggiore sicurezza clinica al paziente. Attualmente in qualsivoglia istante e in tempi brevi possiamo recuperare le apparecchiature che occorrono per erogare le prestazioni anche in urgenza. La gestione centralizzata delle informazioni è un fattore basilare in un’azienda complessa come la nostra, che vive di turnazione continua di professionisti, con urgenze 24 ore su 24”.

Mappatura digitale all’interno di un ospedale: possono emergere anche delle criticità? Su questo fronte, Branchi e Fumagalli tengono a precisare che “essendo sistemi fondati su una tecnologia Bluetooth, risulta rilevante verificare che non si creino interferenze con altri sistemi clinici: la rete Wi-Fi che trasmette le immagini cliniche all’interno dell’ospedale, possibili interferenze magnetiche che alterino il funzionamento delle apparecchiature elettromedicali”. Fatto salvo ciò, l’unico “svantaggio” di questi sistemi è rappresentato dal costo di gestione.

Sia i braccialetti usati per i pazienti sia i sistemi di localizzazione delle apparecchiature hanno una durata oltre la quale devono essere sostituiti o almeno si devono ripristinare le batterie. I costi non sono molto alti, ma resta la necessità, almeno per quanto riguarda le apparecchiature, di andare fisicamente ad effettuare l’operazione su ciascuna di esse”, chiariscono entrambi.

Ottimizzare la gestione di processi strategici dell’ospedale

Quella dell’ospedale di Bergamo risulta essere una delle più vaste e capillari operazioni di indoor tracking sulle forniture elettromedicali realizzate a livello nazionale. Con una serie di benefici che vanno oltre quelli sopraelencati. Il digitale, infatti, assicura anche una gestione del bilancio più aderente ai vincoli di certificazione, apre all’opportunità di gestire in modo più efficiente determinati processi in outsourcing sulle attrezzature elettromedicali (come è il caso della manutenzione).

Il digitale assicura un bilancio più aderente ai vincoli di certificazione e consente di gestire in modo più efficiente alcuni processi, come la manutenzione

Conoscere dove si trova un’apparecchiatura, infatti, assicura di poter svolgere la manutenzione preventiva sia rispettando i tempi stabiliti dal produttore sia, soprattutto, garantendo in questo modo la sicurezza del paziente e degli operatori.

Sull’argomento interviene Branchi, spiegando che “per sicurezza clinica si intende proprio la certezza che l’apparecchiatura in uso stia lavorando in modo corretto. Per fare questo, il produttore identifica una serie di attività che devono essere svolte per verificare che questo sia vero, con determinate periodicità. Una sorta di ‘tagliando’ dell’automobile. Se non so dove si trova l’apparecchiatura e non la trovo dove dovrebbe essere, non posso effettuare questi controlli e la macchina potrebbe non lavorare correttamente, fornendo dati non precisi che potrebbero alterare il processo di diagnosi e di cura del malato”.

In aggiunta, a livello di utilizzo, per ciascun device è possibile studiare i tempi di impiego medio giornaliero e la cosiddetta giornata-tipo.

“Ad esempio possiamo registrare quelli di un ecotomografo che viene utilizzato la mattina per le procedure ambulatoriali, mentre il pomeriggio fa rientro per essere utilizzato in reparto. Possiamo ottimizzare la dotazione di ciascuna Unità e sfruttare al meglio le opportunità di condivisione della strumentazione. Possiamo infine evitare sprechi in fase di acquisto, monitorare il sottoutilizzo della strumentazione oppure il mancato utilizzo, dovuti a differenti motivi organizzativi”, chiosa il direttore dell’Ingegneria clinica dell’ASST Papa Giovanni XXIII.

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Massimo Canorro
Giornalista specializzato in salute e sanità