L’impatto socio-economico delle patologie oncologiche

Pensavamo che l’oncologia avesse, rispetto ad altre patologie che impattano pesantemente sulla qualità della vita, come la sclerosi multipla o l’artrite reumatoide, un costo prevalentemente a carico del SSN. Invece il questionario PROFFIT ci dice che la cosiddetta tossicità finanziaria è un problema anche italiano, per quanto sia diverso e prezioso il nostro SSN rispetto ad altre realtà come gli Stati Uniti.

È quanto emerso nel corso dell’evento “L’impatto socio-economico delle patologie oncologiche. Quali sfide e quali risposte in campo”, organizzato dall’Associazione Preziosa e ospitato dalla Regione Piemonte, a Torino.

Sedici domande, come ha illustrato Massimo Di Maio, Direttore del Dipartimento di Oncologia del Mauriziano, fotografano il disagio, lo misurano e soprattutto sondano le possibili cause: un questionario che sarebbe auspicabile fosse impiegato in studi prospettici non solo per fotografare ma anche come tentativo di correzione e di miglioramento.

Favo, nella persona del Presidente Nazionale, Francesco De Lorenzo, ha riportato dati importanti e drammatici: in Italia, il 70% dei cittadini colpiti da cancro manifesta difficoltà finanziarie rilevanti; il 65% sottolinea conseguenze sulla salute mentale (gravi nel 6,7); per il 30% la malattia ha influito negativamente sulla carriera in termini di mancato avanzamento, riduzione dell’orario da full time a part time, ricollocazione in altro ambito professionale e, nei casi più drammatici, perdita del lavoro.

Tra i pazienti oncologici la popolazione attiva diminuisce dal 51% al 39% a seguito della diagnosi, un dato che sottolinea la difficoltà a mantenere il lavoro.

Diventa cruciale il territorio, come sottolinea Mario Airoldi, Responsabile Area Ospedaliera della Rete Oncologica Piemonte e Valle D’Aosta, per limitare la tossicità, il MMG deve essere maggiormente coinvolto.

“La gestione del follow-up è un altro costo che il paziente spesso subisce, come per la diagnostica – ha sottolineato -. Il accesso è il CAS che compie un qualcosa di unico in Italia con l’assegnazione del codice 048 per cui tutti gli accertamenti vengono effettuati senza un esborso da parte del paziente, semplicemente sulla base di un sospetto di tumore, sono indagini molto costose, ma se il paziente segue il percorso CAS i costi non sono caricati”.

Per il prof. Claudio Jommi, Ordinario dell’Università del Piemonte Orientale, oggi stiamo assistendo ad uno scivolamento silenzioso verso la spesa privata nel percorso del paziente, le risorse sono scarse e vanno gestite al meglio.

Visione integrata nella gestione dei percorsi, integrata nella componente sanitaria e sociale, un approccio non a silos nella gestione delle risorse e allocare le giuste risorse ai tre componenti del welfare: previdenza, assistenza e sanità.

Le evidenze riportate dai pazienti sono sempre più importanti, devono entrare sempre di più nel processo di valutazione dei benefici, delle problematiche di accesso e della patologia.

Le soluzioni proposte da Franco Ripa della Direzione Sanità Regione Piemonte, sono l’appropriatezza, la semplificazione e una buona comunicazione.

Laura Patrucco, Paziente Esperto Eupati e Patient Advocate Associazione Preziosa, ed Eugenia Caggese, Associazione Oncologica Bergamasca ODV, hanno sottolineato il tema importante del diritto all’oblio per i pazienti sopravviventi.

La lotta contro il cancro, hanno spiegato, non è uguale per tutti a causa delle disuguaglianze socio economiche diverse anche da regione a regione.

Per la patient advocacy il binomio salute e lavoro dovrebbe essere all’ordine del giorno oltre al concetto di cura e malattia, quindi diventa corretto parlare di riabilitazione oncologica integrata dei pazienti dopo la guarigione dalla malattia, se considerata come una parentesi di momentanea difficoltà.

Può interessarti