Il Centro Congressi Lingotto di Torino ospiterà, da giovedì 10 a sabato 12 aprile, il congresso internazionale Change in Cardiology, che riunirà i maggiori esperti nazionali e internazionali per esplorare i progressi più significativi nella ricerca e nella pratica cardiovascolare.
A promuovere la tre giorni il Comitato Scientifico coordinato da Giuseppe Musumeci, Direttore di Cardiologia dell’Ospedale Mauriziano di Torino; Giuseppe Patti, Direttore del Dipartimento Toraco-Cardio-Vascolare dell’AOU di Novara; Italo Porto, Direttore di Cardiologia dell’Università degli Studi di Genova; Ferdinando Varbella, Direttore Cardiologia dell’Ospedale di Rivoli AslTo3. Co-director Giuseppe Ferro, Presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Torino, e Stefano Corgnati, Rettore del Politecnico di Torino.
Nell’ambito del congresso, l’Ordine Ingegneri, con la collaborazione della Commissione Clinica Biomedica, organizza, presso la Sala Istanbul, il seminario erogante CFP Ricerca e sviluppo, certificazione e commercializzazione di dispositivi medici: sfide del prossimo decennio, venerdì 11 aprile, dalle 14.30.
L’evento è la terza edizione del progetto Change the FUTURE WITH Bioengineering, parte integrante dell’iniziativa Change in BioEngineering, ideata da Manuela Appendino, Coordinatrice della Commissione Clinica Biomedica dell’Ordine, in stretta sinergia con il Comitato Scientifico di Change in Cardiology, con il medesimo Ordine, il Politecnico di Torino e l’Associazione WeWomEngineers ETS.
Il progetto, sviluppato per avvicinare i giovani ingegneri biomedici alla pratica clinica, ambisce con l’edizione 2025 a un obiettivo ancora più ampio: rafforzare la consapevolezza e la cultura sui cambiamenti in atto nel settore industriale medtech, incentivando un dialogo più stretto tra industria, università e clinica. Sarà messo in evidenza il ruolo cruciale della professionalità sia clinica sia ingegneristica in tutto il processo di progettazione, validazione e certificazione dei dispositivi medici.

«In questi anni ho riflettuto spesso su come approfondire temi del mondo biomedicale complessi da rappresentare, ne parlai un giorno con il Dott. Giuseppe Musumeci in occasione del Change in Cardiology, volevo creare un momento che potesse ampliare il dietro le quinte di chi fa ricerca e di chi lavora per progettare e certificare i dispositivi medici, perché anche se abbiamo 4.621 aziende biomedicali in Italia non significa che i problemi e le complessità non esistano e perché spesso è il ruolo dell’ingegnere biomedico a non essere compreso né spiegato per le sue vere potenzialità – scrive Appendino sul suo profilo Linkedin -. Così è nato Change in BioEngineering», che persegue tre scopi principali: offrire agli studenti del Politecnico di Torino uno scenario reale di esperienza clinica, perseguire l’aggiornamento professionale che secondo Appendino è mancato in questi anni, mixando le attività di ricerca universitaria con ciò che si vive quotidianamente lato industriale e, infine, il confronto e le sinergie.
«Il nuovo regolamento europeo è complesso: oggi abbiamo uno strumento straordinario che va raccontato, riconosciuto come tale, perché in fondo da qui parte la base per tutte nostre attività di supporto e consulenza tecnica. Non è vero che il biomedico non è talentuoso, ho conosciuto tantissimo talento in questi anni, è vero che non viene a sufficienza raccontato e di conseguenza non sufficientemente valorizzato», conclude.