L’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), in collaborazione con il Laboratorio Management e Sanità (MeS) della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, l’8 luglio a Napoli ha presentato la sperimentazione del sistema di misurazione e valutazione della performance delle aziende ospedaliere.
“L’iniziativa è stata avviata su impulso di Agenas, che ha come compito istituzionale il monitoraggio e la valutuazione delle performance delle aziende sanitarie oltre che dei Servizi sanitari regionali – spiega Milena Vainieri, responsabile del Laboratorio Mes della Scuola Superiore Sant’Anna -. La sperimentazione, ispirandosi alle dimensioni della misurazione della qualità di Donabedian -ovvero struttura, processo ed esito -, si basa su due sistemi di misurazione consolidati – il Programma Nazionale Esiti e il Sistema di Valutazione dei Sistemi Sanitari Regionali, aggiungendo una prospettiva di analisi nuova, che fotografa l’assetto organizzativo e alcune scelte economico-gestionali delle aziende ospedaliere”.
“Valutare la performance dei servizi sanitari è tra i compiti istituzionali dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali – dichiara Domenico Mantoan, Direttore Generale Agenas – la legge 145/2018 prevede che l’Agenzia realizzi un sistema di analisi e monitoraggio delle performance delle aziende sanitarie che includa la dimensione economico-gestionale, organizzativa, finanziaria e contabile, clinico-assistenziale oltre all’efficacia clinica e dei processi diagnostico-terapeutici, della qualità, della sicurezza e dell’esito delle cure. La sperimentazione presentata l’8 luglio da Agenas, in collaborazione con il Laboratorio Management e Sanità (MeS) della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, è un punto di partenza importante per supportare le regioni e le aziende nell’analisi integrata e multidimensionale della performance dei servizi sanitari”.
“L’opportunità offerta dal PNRR – commenta Sabina Nuti, Rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna – richiede al nostro Servizio Sanitario Nazionale e ai nostri sistemi sanitari regionali e aziendali un ulteriore sforzo di trasparenza e accountability. Solo il confronto pubblico sui risultati può permettere di indirizzare gli investimenti verso quei progetti che saranno capaci di restituire il maggiore valore aggiunto e di contribuire alla riduzione di quel divario di cittadinanza che è una delle priorità trasversali del Piano stesso.”
Il prototipo è stato applicato all’anno 2019 per avere il punto di partenza pre-pandemia e per verificare l’attendibilità e rilevanza dei nuovi indicatori introdotti con questo lavoro. L’analisi, a disposizione delle Regioni e delle Aziende Ospedaliere, riguarda circa 70 indicatori calcolati per 52 Aziende Ospedaliere, aziende per le quali sono presenti tutte le informazioni e i flussi economico-gestionali e organizzativi.
Obiettivi e prospettive della sperimentazione
Il rapporto rappresenta quindi una proposta metodologica di calcolo e rappresentazione dei risultati. Questa proposta verrà sviluppata, sulla base dei feedback raccolti, e aggiornata. Il lavoro presenta una guida alla consultazione degli indicatori e delle rappresentazioni di sintesi, oltre a riportare le modalità di calcolo degli indicatori relativi alla struttura e al processo.
“L’obiettivo del progetto è fornire strumenti che aiutino i policy maker a prendere decisioni, comprendendo i punti di forza e di debolezza di ciascuna azienda in un’ottica multidimensionale. Il modello si basa su sistemi di misurazione e valutazione consolidati nel panorama nazionale. In particolare, abbiamo considerato il Programma nazionale esiti (più conosciuto con l’acronimo PNE) e una serie di indicatori di processo che riguardano l’ambito clinico-assistenziale ma anche gestionale ed organizzativo come ad esempio gli indicatori relativi all’equilibrio di bilancio e alla gestione del personale, inclusi nel sistema di valutazione della performance del network delle regioni (più conosciuto come il bersaglio) – spiega Vainieri, responsabile del Laboratorio Mes -.
“Siamo partiti nel misurare la performance delle aziende ospedaliere perché i flussi amministrativi che riguardano l’assistenza ospedaliera sono consolidati; inoltre, concentrarsi su un livello assistenziale (invece che su tre), è più “semplice” per partire e validare il metodo”
Siamo partiti nel misurare la performance delle aziende ospedaliere perché i flussi amministrativi che riguardano l’assistenza ospedaliera sono consolidati; inoltre, concentrarsi su un livello assistenziale (invece che su tre), è più “semplice” per partire e validare il metodo. Abbiamo raccolto informazioni che sono già presenti e disponibili a livello nazionale trasformandole in un cruscotto di indicatori che permette di confrontare la performance della propria azienda con le altre aziende ospedaliere per ciascun ambito e indicatore, restituendo infine una fotografia complessiva attraverso le rappresentazioni di sintesi”.
Il framework teorico è quello usato a livello internazionale dalla maggior parte dei Paesi che vogliono misurare la performance a tutto tondo, con uno strumento che fornisca una guida sulle criticità
Come avete operato? “Il framework teorico è quello usato a livello internazionale dalla maggior parte dei Paesi che vuole misurare la performance a tutto tondo, con uno strumento che fornisca una guida sulle criticità. Questo approccio prevede tre ambiti: struttura, processo ed esito. La struttura l’abbiamo intesa come una fotografia delle scelte di assetto, anche del passato, delle aziende: la dimensione del personale, il grado di esternalizzazione, le politiche di investimento come ad esempio il ricorso a macchinari di proprietà oppure in leasing o locazione – sostiene la professoressa -. Poi abbiamo proceduto alla valutazione del processo attraverso una selezione di indicatori già presenti nel sistema del network delle regioni, aggiungendone altri di carattere gestionale rappresentando la performance complessiva con il bersaglio ed infine, per l’esito, abbiamo fatto ricorso ai 21 indicatori selezionati utilizzando la valutazione complessiva espressa dalla treemap del PNE. Ne deriva un cruscotto davvero utile, in cui le aziende ospedaliere possono leggere a colpo d’occhio qual è la performance ottenuta negli esiti e nei processi e metterla in relazione alle condizioni di partenza e alle scelte di assetto in ottica comparata”.
Il cruscotto può quindi servire ad aziende e regioni per comprendere dove mettere in campo azioni migliorative
Il cruscotto può quindi servire ad aziende e regioni per comprendere dove mettere in campo azioni migliorative: “Senza evidenze quantitative e senza un confronto, a volte è difficile capire se il risultato ottenuto dalla propria azienda è buono o può essere migliorato – dice Milena Vainieri -. Il sistema mette in luce che per alcuni indicatori, come le dimissioni volontarie, ovvero le dimissioni contro il parere del medico, vi è un gap fra Nord e Sud evidente, mentre su altri indicatori si registrano performance diverse fra le aziende, in modo indipendente dalla zona geografica come ad esempio, la percentuale di assenza del personale. In questo caso, all’interno di una stessa regione, la Campania ad esempio, vi sono aziende con percentuali di assenza inferiore al 8% e aziende con percentuali di assenza due o tre volte superiori. Va comunque precisato che l’indicazione del colore come in un semaforo non deve essere considerata un giudizio, bensì un supporto per comprendere in modo più immediato gli ambiti su cui lavorare, fornendo anche una sorta di priorità. Va sottolineato anche che non ci sono aziende “tutte verdi” oppure “tutte rosse”: è sempre un mix e non si arriva ad avere un dato unico con una “classifica” di quali aziende vanno meglio o peggio. Trattandosi di organizzazioni complesse, con migliaia di professionisti al lavoro, e un contesto con tanti vincoli e regole da rispettare qual è la Pubblica Amministrazione, si va ad analizzare come ciascuna azienda riesca a produrre il risultato di salute, mettendo in evidenza anche gli aspetti da premiare o di cui essere orgogliosi”.
Perché il 2019? “Un anno che ormai ci sembra così distante è l’ideale per testare il metodo e ragionare sullo strumento, altrimenti ci sarebbe stato il rischio di resistenze da parte delle aziende – dice Vainieri -. È anche un anno di normalità: testare su un anno particolare come il 2020 sarebbe stato troppo sfidante. Adesso l’obiettivo è replicarlo sugli anni successivi e far sì che ne derivi un monitoraggio sistematico, aggiornato nel tempo, uno strumento a disposizione dei decisori e delle direzioni aziendali.
Un ulteriore step sarà di allargare il panel di aziende coinvolte: si pensa al privato e alle aziende sanitarie locali
Un altro step sarà provare ad allargare il panel di aziende coinvolte: per ora sono entrate 52 aziende non specialistiche, pubbliche. Il motivo risiede nella disponibilità dei dati. Poiché buona parte degli indicatori si basa sui flussi di conto economico e stato patrimoniale, ovvero il bilancio, a disposizione di Agenas, abbiamo potuto testare il modello completo solo per le aziende pubbliche. È auspicabile l’estensione anche alle aziende private, per cercare di avere un quadro completo del funzionamento delle aziende ospedaliere per regione. Un altro step sarà provare a traslare il modello anche sulle aziende territoriali “.
Infine, spiega la docente, il prossimo rapporto sarà consultabile in maniera interattiva, per essere ancora più fruibile da parte delle aziende sanitarie.
“Un passo importante, come hanno commentato il direttore Mantoan e la professoressa Nuti, per poter restituire in modo trasparente i risultati di performance ottenuti da ciascuna azienda per supportare la programmazione nazionale, regionale e aziendale – conclude la docente -. Un ulteriore progresso verso l’utilizzo di un patrimonio informativo, quali sono i sistemi informativi del SSN e delle pubbliche amministrazioni, e la messa a punto di strumenti che aiutano a trovare una lettura nella giungla di dati e informazioni a disposizione delle aziende e del SSN”.