«Morbillo, il boom di casi tra gli adulti non vaccinati mette a rischio i bambini»

Annamaria Staiano, presidente della Società Italiana di Pediatria, a TrendSanità: «Nella settimana mondiale dell'immunizzazione lanciamo un appello ad aumentare coperture vaccinali. Di morbillo si muore...»

Per la settimana dell’immunizzazione, che ogni anno ricorre a fine aprile, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato un messaggio semplice e chiaro: «Per salvare vite umane bisogna vaccinarsi».

Quest’anno l’appello ha un senso ancora più attuale e intenso. E sono alcuni numeri a dirci perché: 34 infezioni a gennaio, 93 a febbraio e 86 a marzo. Il morbillo torna a colpire anche in Italia, dove, da gennaio 2024, si sono verificati 213 casi, 11 dei quali in bambini di meno di 1 anno di vita e un boom di contagi che riguarda la fascia che va dai 25 ai 45 anni.

Non è una patologia leggera per i bambini: in 40 casi su mille questa patologia lascia conseguenze importanti come la sordità

Non si tratta di un’anomalia nazionale: anche nel resto d’Europa, per effetto del grande calo di coperture e del posticipo di molte vaccinazioni, i contagi sono in drammatico aumento. Tanto da costringere l’Unicef a lanciare un allarme a livello internazionale segnalando ai governi degli Stati dell’Europa e dell’Asia centrale che nel 2023 le infezioni sono aumentate del 3.266 per cento rispetto all’anno precedente.

Tra gennaio e l’inizio di dicembre 2023 sono stati infatti confermati 30.601 casi di morbillo, rispetto ai 909 del 2022. «L’impennata dei casi in Europa e Asia centrale è il risultato del crollo dei tassi di vaccinazione», ha confermato di recente a TrendSanità Fatima Čengić, specialista in immunizzazione dell’Ufficio Regionale Unicef, spiegando che questo crollo è dovuto a vari fattori, come l’interruzione dei servizi sanitari, l’indebolimento dei sistemi di assistenza sanitaria primaria e l’aumento della disinformazione sulle vaccinazioni.

In Italia arriva la conferma dall’Istituto Superiore di Sanità. Nell’ultimo bollettino epidemiologico nazionale su morbillo e rosolia, emerge che quasi 9 contagiati su 10 (88,2%) non erano vaccinati.

Il rischio più elevato riguarda i bambini

Il morbillo è tradizionalmente associato alle malattie pediatriche. Eppure, sono i cosiddetti “giovani adulti”, che da piccoli non sono stati immunizzati, i principali responsabili dell’aumento dei contagi.

«Se oggi non sono più i bambini ad ammalarsi questo lo dobbiamo proprio alla vaccinazione – conferma a TrendSanità Annamaria Staiano, medico, Professoressa Ordinaria di Pediatria dell’Università di Napoli Federico II e presidente della Società Italiana di Pediatria –. La Legge 119/2017, chiamata anche Legge Lorenzin, ha introdotto l’obbligo vaccinale e ha vietato l’accesso ai servizi educativi per l’infanzia, siano essi scuole pubbliche, paritarie o private a chi non era immunizzato. Questo provvedimento ha permesso, fino al 2020, di raggiungere il target di copertura del 95% dei bambini di quasi tutte le Regioni italiane».

«Le cose purtroppo sono cambiate con la pandemia da covid-19, che ha rallentato tutto il processo – prosegue Staiano –. La raccomandazione della SIP per le famiglie con figli non ancora vaccinati, o in attesa di fare il richiamo che si esegue verso i 5 anni di età, è di non indugiare e di espletare al più presto tutti gli obblighi vaccinali perché la nuova ondata di casi potrebbe colpire ora con più facilità proprio i più piccoli, che sviluppano conseguenze statisticamente più gravi a seguito del contagio».

La fascia d’età più a rischio in assoluto è quella dei minori di 1 anno, soprattutto se figli di madri non vaccinate. Il vaccino MPRV, tetravalente, si può somministrare solo a bambini dopo l’anno di vita come ricorda il “calendario vaccinale” del Ministero della Salute e offre l’immunità contro quattro diverse malattie infettive: morbillo, parotite, rosolia e varicella.

Mortalità e gravi complicanze cliniche: tutto quello che c’è da sapere

Se la Legge 119/2017 ha introdotto l’obbligo vaccinale per il morbillo (oltre che per altre 8 malattie infettive) e ha vietato l’accesso ai servizi educativi per l’infanzia, pena sanzioni amministrative che vanno da cento a cinquecento euro di multa, i motivi sono da ricercare nella pericolosità di questa forma virale.

«Non è una patologia da sottovalutare visto che non vi è una terapia possibile, se non la prevenzione – conferma la dottoressa Staiano –. Se si infettano, anche i bambini sotto i 5 anni di età possono andare in contro a sintomi molto gravi e persino alla morte in 3/15 casi di contagio su 1.000, mentre in 40 casi su mille questa patologia lascia conseguenze importanti come la sordità».

Dei 213 casi di infezione nel 2014, 56 casi (il 26,3%) hanno riportato almeno una complicanza: in 23 casi si è trattato di polmonite e in un caso di encefalite in un giovane adulto, non vaccinato. L’incidenza più elevata di complicazioni è stata osservata nella fascia di età tra 0 e 4 anni: 11 casi avevano meno di 1 anno di età. Sia nei bambini che negli adulti il morbillo porta frequentemente a sviluppare l’otite nelle sue forme più gravi, ma anche l’encefalite, la polmonite, l’infiammazione cerebrale e il ritardo mentale. «Il 50% dei malati è over 30 – conclude la pediatra –, ma è grazie a questi adulti che la platea di bambini che hanno meno di un anno, e che ancora non possono immunizzarsi, dovrebbe poter contare sull’immunità di comunità ed evitare di ammalarsi e potenzialmente morire di morbillo».

Gli appelli dell’OMS e della SIP nella settimana dell’immunizzazione

Come ricordavamo in precedenza, ogni anno, nell’ultima settimana di aprile, si celebrano la Settimana mondiale delle vaccinazioni (dal 24 al 30 aprile) e la Settimana europea delle vaccinazioni (dal 21 al 27 aprile). L’obiettivo è quello di mettere in luce l’importanza dei vaccini per proteggere la salute delle persone di tutte le età e di sensibilizzarle rispetto ai rischi più attuali, fra cui proprio quelli rappresentati dall’impennata di nuovi casi di morbillo.

L’appuntamento quest’anno riveste un significato speciale perché coincide con il cinquantesimo anniversario del “Programma Esteso di Immunizzazione”, un’iniziativa lanciata dall’Oms nel 1974 e che rappresenta uno sforzo globale per garantire un accesso equo ai vaccini salvavita per ogni bambino, indipendentemente dallo stato socioeconomico o dalla sua posizione geografica. Per l’occasione anche la Società Italiana di Pediatria (SIP) si è fatta sentire e ha rinnovato l’invito alla vaccinazione dei più piccoli per tutte le malattie prevenibili con vaccino, con particolare attenzione per morbillo e pertosse.

Attenzione anche alla pertosse

«Così come per il morbillo, in particolare dall’inizio di quest’anno stiamo assistendo ad una recrudescenza di casi di un’altra malattia infettiva prevenibile con vaccino: la pertosse – specifica Rocco Russo, responsabile del tavolo tecnico vaccinazioni della SIP –. Si tratta di una malattia infettiva che non conferisce una immunità permanente, neanche dopo una prima infezione, per cui bisogna cercare di contrastarla con alti livelli di copertura vaccinale nel corso del tempo, effettuando i dovuti richiami».

Anche i dati delle coperture vaccinali del Papillomavirus umano (Hpv), virus trasmissibile per via sessuale responsabile di infezioni che possono anche portare allo sviluppo delle specifiche tipologie di tumori correlati, sono rimasti ancora troppo bassi nella fascia degli adolescenti sotto i 12 anni. La copertura vaccinale per HPV è molto al di sotto della soglia ottimale prevista dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale (95% nel dodicesimo anno di vita). E in Italia nessuna Regione o Provincia Autonoma ha raggiunto ancora l’obiettivo.

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Sofia Rossi
Giornalista specializzata in politiche sanitarie, salute e medicina