Prevenzione dell’insufficienza cardiaca: al via l’arruolamento nello studio BRIMBERG

Età compresa tra i 50 e i 80 anni, residenza in uno dei 66 comuni tra Bergamo, hinterland, Val Brembana e Valle Imagna, presenza di fattori di rischio cardiovascolare e nessuna diagnosi pregressa di insufficienza cardiaca: è questo il profilo dei cittadini che possono essere coinvolti nello studio BRIMBERG, un progetto innovativo a livello mondiale con l’obiettivo di valutare l’efficacia di un programma di diagnosi precoce dell’insufficienza cardiaca (definita anche scompenso cardiaco) già sintomatica o asintomatica. I pazienti potranno essere arruolati tramite i medici di medicina generale. Sono oltre 50 i medici che hanno dato finora la disponibilità e che proporranno ai propri assistiti l’arruolamento nello studio.

La diagnosi precoce della disfunzione cardiaca è fondamentale per intervenire tempestivamente con terapie che possano modificare il corso naturale della patologia. Questa condizione può precedere la sindrome conclamata di insufficienza cardiaca, che si verifica quando il cuore non è in grado di pompare sangue o di accoglierlo nel ventricolo in modo efficiente, portando a sintomi debilitanti quali la mancanza di respiro, la stanchezza, il gonfiore delle gambe con una riduzione significativa della qualità della vita e che rappresenta una delle principali cause di morbilità e mortalità nel mondo.

«Lo scompenso cardiaco rappresenta la prima causa di ricovero per soggetti di età superiore o uguale ai 65 anni. L’insufficienza cardiaca è ormai considerata una pandemia mondiale con numeri destinati ad aumentare nel tempo dato l’invecchiamento della popolazione e il miglioramento delle terapie cardiovascolari che, purtroppo in molti casi non guariscono i pazienti, ma che ritardano ‘solo’ la comparsa dell’insufficienza cardiaca. Pertanto, poter prevenire l’insorgenza dell’insufficienza cardiaca sarà il solo modo per combattere l’aumento dei numeri», ricorda Michele Senni, professore dell’Università degli studi di Milano-Bicocca e Direttore del Dipartimento Cardiovascolare ASST Papa Giovanni XXIII.

I medici di medicina generale dell’ASST Papa Giovanni XXIII hanno già ricevuto le istruzioni per identificare i pazienti idonei, sulla base dei requisiti e del livello di rischio, e a coinvolgerli dopo aver valutato insieme ai ricercatori l’effettivo beneficio stimato dalla partecipazione allo studio. L’arruolamento dipenderà dalla presenza di fattori di rischio cardiovascolare –  ipertensione arteriosa, diabete, obesità, dislipidemia, fumo – e dalla loro correlazione all’età del paziente. Tra i 50 e 59 anni dovranno essere presenti tre fattori, tra 60 e 69 anni due fattori e tra 70 e 80 anni sarà sufficiente un solo fattore.

I pazienti che aderiranno allo studio saranno costantemente monitorati. La diagnosi avverrà grazie all’utilizzo di esami di laboratorio e strumentali molto sofisticati e grazie anche all’uso di dispositivi indossabili per il monitoraggio remoto in grado di valutare nel tempo valori come l’elettrocardiogramma e la respirazione, per indagare l’esistenza di una disfunzione ventricolare sinistra.

Lo studio BRIMBERG è una sperimentazione multicentrica promossa da Fondazione ANTHEM – AdvaNced Technologies for Human-centrEd Medicine – tra le principali iniziative di ricerca italiane ed europee finanziate dal Ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito del Piano nazionale complementare al PNRR con 120 milioni di euro. La sperimentazione è condotta nell’ambito del Pilot 2.2 – Studio epidemiologico delle malattie cardiovascolari nelle aree montane – coordinato dall’Università degli Studi di Milano-Bicocca, Università degli studi di Bergamo e ASST Papa Giovanni XXIII.

L’analisi dei dati raccolti permetterà, anche tramite intelligenza artificiale, di migliorare la diagnosi precoce, stratificare il rischio e definire strategie di screening efficaci e sostenibili. Tra i consulenti scientifici, Margaret Redfield, esperta mondiale nella prevenzione dell’insufficienza cardiaca, affiliata alla Mayo Clinic (USA) che anche quest’anno è stata riconosciuta come migliore Ospedale negli Stati Uniti, secondo la Classifica dell’autorevole rivista Newsweek.

«Lo studio BRIMBERG è un esempio concreto di integrazione tra le professionalità dell’organizzazione sociosanitaria territoriale e gli specialisti ospedalieri, in un’ottica di presa in carico condivisa e tempestiva. Entriamo oggi nella fase operativa grazie al pieno coinvolgimento delle Cure Primarie, che partecipano non solo alle attività di assistenza e cura, ma anche alla ricerca, contribuendo alla costruzione di un nuovo modello di prevenzione – sottolinea Simonetta Cesa, Direttore Sociosanitario ASST Papa Giovanni XXIII -. Crediamo profondamente nel valore della medicina di prossimità e nell’integrazione tra professionisti. Le Case di Comunità rappresentano, in questo senso, un’opportunità strategica per portare le competenze specialistiche più vicino ai territori in cui vivono i cittadini. La partecipazione attiva dei Sindaci e delle comunità locali è un elemento distintivo di questa iniziativa: vogliamo che la prevenzione diventi patrimonio collettivo e occasione di consapevolezza diffusa per tutta la popolazione».

Può interessarti