L’Italia, insieme agli Stati Uniti, è il paese dove si effettuano più screening neonatali, test indispensabili per rilevare diverse malattie, tra cui alcune patologie congenite rare. Lo screening andrebbe esteso e dovrebbe essere realizzato in tutte le Regioni, ma non essendoci un’uniformità nazionale, ogni Regione va a velocità diverse, creando disuguaglianze di accesso.
Servirebbe anche un cambio di approccio, per considerare le attività di screening come un investimento e non come costo, perché permettono non solo di diagnosticare le malattie ma anche di attivare per tempo i giusti trattamenti, evitando ospedalizzazioni, visite e altri costi per il Servizio Sanitario Nazionale.
Ne abbiamo parlato con Andrea Pession, direttore dell’unità pediatrica dell’IRCSS Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna e presidente SIMMESN, Società Italiana per lo studio delle Malattie Metaboliche Ereditarie e lo Screening Neonatale.