Il Covid-19 ha rivelato interazioni complesse e inaspettate tra malattie trasmissibili e non trasmissibili, fattori ambientali e disuguaglianze socio-economiche. La pandemia Covid-19 è parte di una sindemia, nella quale popolazioni vulnerabili stanno subendo simultaneamente il peso crescente di malattie croniche, disabilità, alterazioni ambientali, squilibrio demografico, disuguaglianze sociali ed economiche.
L’articolo “Environmental health, Covid‑19, and the syndemic: internal medicine facing the challenge”, pubblicato su Internal and Emergency Medicine, mette in evidenza il legame indissolubile che c’è tra ambiente e salute e la necessità impellente di trattare le questioni sanitarie allargando lo sguardo a problematiche di tipo ambientale, sociale ed economico. L’approccio che auspicano gli autori è quello integrato “One Health”, basato sulla concezione della salute dell’uomo, dell’ambiente e degli animali come una sola salute.
La rivista su cui è stato pubblicato l’articolo è una delle riviste internazionali di riferimento per gli specialisti in medicina interna i quali hanno, secondo gli autori, conoscenze e competenze adatte a guidare questo cambiamento di paradigma perché “specialisti della complessità”.
“Nell’articolo – afferma il Dr. Di Ciaula, primo autore e presidente del comitato scientifico ISDE – si evidenzia come ci sia ancora troppa distanza tra le solide evidenze scientifiche oggi disponibili sull’importanza fisiopatologica delle alterazioni ambientali e il loro concreto utilizzo nella pratica clinica, attraverso misure di prevenzione primaria. Tali evidenze sono quasi sistematicamente ignorate, contribuendo ad aggravare una situazione già critica. Numerosi studi dimostrano come modificazioni climatiche, inquinamento, squilibrio demografico e disuguaglianze abbiano influenzato la diffusione e gli esiti del Covid-19 in comunità vulnerabili”.
“L’inquinamento ambientale – continua Di Ciaula – ha anche un ruolo critico nell’incremento epidemiologico di numerose malattie non trasmissibili e disabilità, aumentando il livello di vulnerabilità individuale e riducendo le capacità di resilienza di ampie comunità”.
Nell’articolo si evidenzia come le interazioni complesse tra questi elementi necessitino di un cambiamento generale di strategia, finalizzato a gestire con un approccio “One Health” non solo la pandemia in atto ma anche l’incremento progressivo di numerose malattie non trasmissibili e la comparsa di future, facilmente prevedibili pandemie.
La situazione richiede un approccio globale e olistico alla salute, politiche multidisciplinari, multisettoriali e di lungo termine orientate a salute ambientale e sostenibilità e programmi di prevenzione primaria e riduzione della vulnerabilità individuale, anche attraverso percorsi educativi e programmi coordinati.