Introduzione
Per il professionista infermiere, la formazione continua e l’aggiornamento professionale costituiscono un obbligo imprescindibile sancito da specifiche normative e dallo stesso Codice deontologico degli infermieri (2019).
La ricerca scientifica rappresenta la fonte primaria da cui poter attingere per acquisire nuove conoscenze da attuare nella pratica clinica.
L’approccio evidence-based è fondamentale per garantire qualità e sicurezza nelle cure al paziente, come indicato anche nel Codice Etico dell’International Council of Nurses (2021). Al fine di invogliare gli infermieri nel migliorare le proprie competenze vengono citate una discreta varietà di strategie formative [McCurry e Martins, 2010; Young et al., 2014].
Il Journal Club Infermieristico rappresenta una delle opportunità offerte ai professionisti; questa metodologia didattica prevede incontri regolari tra gli infermieri per valutare criticamente l’applicazione nella pratica clinica delle evidenze riportate dalla letteratura [Rowlands e Winslow, 2011], con lo scopo di facilitare l’utilizzo della ricerca e promuovere l’Evidence-Based Nursing [Häggman-Laitila et al., 2016].
Il Journal Club Infermieristico rappresenta una delle opportunità offerte ai professionisti per la formazione continua
La letteratura riconosce un ruolo molto importante alla leadership del coordinatore infermieristico per adeguare l’ambiente alla formazione continua, educare il personale e coinvolgerlo nel processo di cambiamento, ponendo l’accento sul valore dell’innovazione [Clement-O’Brein et al., 2011], ma anche sull’individuare le barriere che costituiscono un ostacolo all’implementazione degli strumenti di formazione continua [Bianchi et al., 2018].
Il ruolo del coordinatore infermieristico assume una rilevanza particolare nei contesti altamente specialistici e complessi, come l’area ematologica.
Sulla base di quanto sopra esposto, nel presente articolo si intende esplorare il ruolo del coordinatore infermieristico nella formazione continua degli Infermieri di una Unità Operativa di Ematologia, dove la programmazione strutturata di attività di aggiornamento professionale può verificarsi anche attraverso l’utilizzo del Journal Club Infermieristico.
Metodi e strumenti
Per perseguire lo scopo sopracitato, è stato messo in atto uno studio esplorativo con metodi misti.
Il ruolo del coordinatore infermieristico assume una rilevanza particolare nei contesti altamente specialistici e complessi, come l’area ematologica
In un primo momento è stata eseguita un’indagine qualitativa descrittiva, effettuando una raccolta dati con somministrazione di un questionario a risposta multipla, per indagare tra gli infermieri di area ematologica il grado di conoscenza, diffusione e applicazione del Journal Club Infermieristico. Il campionamento dello studio è stato di tipo propositivo, con un reclutamento opportunistico con effetto snowball (anche conosciuto come snowball-sampling). Nello specifico, sono stati reclutati infermieri con esperienza professionale in Unità Operativa di Ematologia al momento della raccolta dati, sia in ambito clinico sia gestionale-organizzativo.
A seguito della somministrazione del questionario, è stata condotta un’analisi sistemica di natura organizzativa, utilizzando il modello di Vaccani [Vaccani, 2012] come strumento di indagine.
Questa tipologia di analisi è stata eseguita su un’Unità Operativa di Ematologia del territorio milanese assunta come modello ipotetico, con una raccolta dati sul campo attraverso l’osservazione diretta e il reperimento di informazioni tecniche e organizzative direttamente dal coordinatore infermieristico e dalla Direzione delle professioni sanitarie.
Risultati
Analisi qualitativa descrittiva
Dei 142 soggetti che hanno aderito all’indagine, 2 sono stati esclusi perché non rispettavano i criteri di inclusione. La descrizione della popolazione coinvolta (N=140) è illustrata in Tabella 1.
Nello specifico, la maggior parte dei professionisti risulta essere di sesso femminile (79,3%) e per lo più rientrante nella fascia di età compresa tra i 24 e i 40 anni (45,7%). I soggetti coinvolti hanno mediamente 40,7±10,7 anni [range: 24-64 anni] e una anzianità di servizio complessiva pari a 17,05±10,9 anni [range: 1-40]. Mediamente, lavorano presso l’Unità Operativa di Ematologia da circa 10,5±9,5 anni.
Distribuzione della popolazione | Frequenza (N) | Percentuale (%) |
Genere Uomo Donna Preferisce non dichiarare |
28 111 1 |
20% 79,3% 0,7% |
Età 24-40 anni 41-50 anni Più di 50 anni |
64 43 33 |
45,7% 30,7% 23,6% |
Anzianità professionale 0-5 anni 6-10 anni 11-20 anni Più di 20 anni |
28 20 41 51 |
20% 14,3% 29,3% 36,4% |
Esperienza professionale in Ematologia Adulti 0-5 anni 6-10 anni 11-20 anni Più di 20 anni |
57 25 34 24 |
40,7% 17,9% 24,3% 17,1% |
Titolo di studio Diploma per Infermiere Professionale Diploma Universitario in Scienze Infermieristiche Laurea in Infermieristica Altro |
37 12 90 1 |
26,4% 8,6% 64,3% 0,7% |
Formazione post-base Sì No |
82 58 |
58,6% 41,4% |
Posizione ricoperta Infermiere Clinico in Unità di Degenza Infermiere Clinico in Day Hospital Coordinatore Infermieristico Non specifica Altro |
89 13 26 1 11 |
63,6% 9,3% 18,6% 0,7% 7,8% |
Tabella 1. Dati socio-anagrafici della popolazione in oggetto
Il 44,3% dei soggetti indagati (N=62) conosce il Journal Club Infermieristico, mentre il 12,9% (N=18) ne ha avuto esperienza.
Analizzando le risposte di chi afferma di conoscere il Journal Club Infermieristico, emergono una serie di informazioni sulle modalità con cui questi dovrebbe strutturarsi.
Il 48,4% di chi conosce il Journal Club Infermieristico preferirebbe incontri a distanza, in maniera interattiva (N=30). Per il 59,7%, gli incontri dovrebbero svolgersi con la frequenza di una volta al mese (N=37), mentre il 46,8% preferirebbe incontri della durata massima di 1 ora (N=29).
Al fine di incoraggiare la partecipazione degli infermieri agli incontri del Journal Club Infermieristico, l’erogazione di crediti ECM rappresenta la motivazione migliore per il 53,2% (N=33).
Le modalità di strutturazione del Journal Club secondo i soggetti che conoscono lo strumento sono riassunte nella Tabella 2.
| Risposta | N | % |
Modalità | Incontri a distanza, in maniera interattiva | 30/62 | 48,4% |
Frequenza | 1 volta al mese | 37/62 | 59,7% |
Durata | Massimo 1 ora | 29/62 | 46,8% |
Principale motivazione | Erogazione di crediti ECM | 33/62 | 53,2% |
Tabella 2. Strutturazione del Journal Club Infermieristico
La qualità assistenziale è l’argomento di approfondimento scelto per gli incontri dal 74,2% (N=46); subito dopo viene individuata la pratica clinica specifica per il 69,4% (N=43), quindi l’organizzazione dell’attività lavorativa per il 54,8% (N=34), come illustrato all’interno della Figura 1.
Figura 1. Possibili ambiti di approfondimento
Come riportato nella Figura 2, la mancanza di tempo è il fattore principale che potrebbe ostacolare l’introduzione o l’implementazione del Journal Club Infermieristico per il 56,5% (N=35), seguito dagli ostacoli di natura organizzativa per il 45,2% (N=28) e dalla carente strategia a favore della ricerca e dello sviluppo per il 40,3% (N=25).
Figura 2. Possibili fattori di intralcio
Analisi sistemica di natura organizzativa
Nell’eseguire l’analisi sistemica di natura organizzativa secondo il modello di Vaccani, sono state analizzate le variabili di input, inside, output e outcome inerenti all’introduzione e implementazione del Journal Club Infermieristico all’interno di un’Unità Operativa di Ematologia Adulti.
Input
Il Decreto Legislativo 502/92 introduce per primo il sistema di educazione continua per i professionisti sanitari. Quanto sancito dal Decreto Legislativo 502/92 viene integrato con quanto disposto dal Decreto Legislativo 229/99, che dà l’avvio al Programma Nazionale ECM a partire dal 2002. L’obbligo di un operato che si fonda sull’aggiornamento continuo è ravvisabile anche nella legge 24/2017. Infine, la formazione continua per gli infermieri è un obbligo sancito dallo stesso Codice Deontologico degli Infermieri.
Gli infermieri di ematologia coinvolti nell’indagine hanno un buon approccio nei confronti delle attività di formazione continua. Il 73,4% degli infermieri partecipa più di 5 volte l’anno ad attività di formazione continua (N=107); di questi, il 31,4% supera il numero di 10 momenti di formazione continua in un anno (N=44).
Nello specifico del Journal Club Infermieristico, solo il 44,3% afferma di conoscerlo (N=62), con il 12,9% che afferma di averne avuto esperienza (N=18).
In questo studio, il 44,3% dei professionisti coinvolti conosce il Journal Club Infermieristico e solo il 12,9% ne ha avuto esperienza
La formazione continua viene vista come molto utile per le attività professionali in Area Ematologica dal 75,7% (N=106), con il 35% che riferisce come l’attività lavorativa sia abbastanza compatibile con la formazione continua (N=49).
Il campione rappresentativo della popolazione di infermieri di area ematologica, inoltre, è composto per il 58% da soggetti che ritengono utile l’introduzione o l’implementazione del Journal Club Infermieristico come strumento per la formazione continua (N=81).
Inside
L’Unità Operativa di Ematologia Adulti presa in oggetto afferisce ad una struttura privata accreditata d’eccellenza, di riferimento nel territorio per la cura e per l’assistenza ai pazienti oncologici.
Nello specifico dell’Unità Operativa in oggetto, le principali patologie oncoematologiche trattate sono i linfomi di Hodgkin e i linfomi Non Hodgkin, le leucemie acute mieloidi e linfoblastiche, le leucemie croniche mieloidi e linfatiche, le mielodisplasie e le gammopatie monoclonali.
L’Unità Operativa di Ematologia Adulti comprende 19 infermieri, di cui un infermiere case manager e un infermiere specializzato nella raccolta di cellule staminali emopoietiche. L’età media degli infermieri è di 33,94 anni.
Output
La struttura organizza per gli infermieri dell’Unità Operativa corsi interni di aggiornamento, tenuti da professionisti sanitari esperti. L’offerta formativa esterna prevede la possibilità, per gli infermieri, di partecipare alla formazione offerta dalle principali società scientifiche in ambito ematologico. Il Gruppo Italiano per il Trapianto di Midollo Osseo, Cellule Staminali Emopoietiche e Terapia Cellulare dà la possibilità agli infermieri di partecipare ai Congressi e agli eventi formativi organizzati su tutto il territorio nazionale, mentre l’European Group for Bone Marrow Transplant estende la propria attività formativa in merito alla cura e all’assistenza dei pazienti con malattia oncoematologica su tutto il territorio europeo.
La formazione continua viene vista come molto utile per le attività professionali in area ematologica dal 75,7% degli infermieri partecipanti allo studio
Negli anni precedenti la pandemia da Covid-19, il Journal Club Infermieristico rientrava tra le attività messe in atto per la formazione continua degli infermieri di ematologia.
Outcome
Con l’introduzione o implementazione del Journal Club come strumento per la formazione continua degli infermieri di Ematologia Adulti, occorre valutare quali cambiamenti vengono generati nell’organizzazione.
A priori non è possibile saperlo, ma al fine di definire i cambiamenti che potrebbero derivare da queste modifiche è possibile distinguere mettere in atto due diverse tipologie di indagine:
- analisi quantitativa, attraverso la definizione e l’utilizzo di indicatori di processo o di outcome;
- analisi qualitativa, valutando la soddisfazione del personale o dell’utenza attraverso la somministrazione di customer satisfaction.
Conclusioni
L’obbligo di formazione continua viene normato da un punto di vista sia legislativo sia deontologico, poiché l’assistenza infermieristica deve necessariamente essere messa in atto sulla base di standard minimi di qualità, da assicurarsi con tutte le attività formative che rientrano nell’aggiornamento professionale e nell’educazione continua.
Patel e colleghi (2011) individuano come limite la difficoltà di implementazione di attività di formazione all’interno di un’organizzazione, motivo per cui occorre individuare a monte sia i fattori che possono costituire delle barriere, sia quelli che invece possono condurre a un’implementazione di successo del cambiamento proposto.
In riferimento al core del progetto, dall’indagine generale sul campione di infermieri di ematologia è emerso come meno della metà conosca il Journal Club Infermieristico come strumento di formazione continua, con un dato ancor più basso in relazione agli infermieri che ne hanno avuto esperienza. Tutto questo nonostante la letteratura riporti come il Journal Club rappresenti una metodologia didattica per la formazione infermieristica che contribuisce allo sviluppo delle competenze per ciò che concerne la discussione professionale, la valutazione dei processi di ricerca e l’applicazione dei risultati appresi nella pratica clinica [Mattila et al., 2013].
Nell’implementazione di un Journal Club Infermieristico è necessario definire con precisione gli obiettivi di contenuto e come superare le possibili barriere all’adozione
Nel pensare di introdurre o implementare il Journal Club Infermieristico bisogna innanzitutto considerare le barriere principali riportate dalla letteratura e dai dati raccolti in prima istanza, investendo molto nella cultura della ricerca, con una leadership forte e trainante in tal senso; non soltanto, risulta fondamentale mettere in atto strategie condivise e personalizzate che analizzino il contesto di riferimento.
Al fine di generare sempre maggiore interesse, è necessario considerare quali argomenti vengono considerati dagli infermieri necessari di approfondimento, al fine di trovare soluzioni concrete da mettere in atto nella pratica clinica.
Il ruolo del coordinatore infermieristico sarà quello di condividere adeguatamente il progetto con il personale infermieristico, nonché di formarlo debitamente sulla strutturazione degli incontri; quindi, implementare le strategie di monitoraggio e controllo, soprattutto agendo da facilitatore e semplificando il processo di introduzione dello strumento.
Si auspica, in virtù delle indagini effettuate e sulla base di quanto espresso dalla letteratura in tal senso, che il Journal Club Infermieristico per l’area ematologica possa diventare uno strumento di formazione da utilizzare in maniera continuativa, nonché in grado di portare gli infermieri a sentirsi partecipi della ricerca infermieristica e di conseguenza maggiormente valorizzati nel loro ruolo di professionisti.
Bibliografia
- Bianchi M, Bagnasco A, Bressan V, Barisone M, Timmins F, Rossi S, Pellegrini R, Aleo G, Sasso L. A review of the role of nurse leadership in promoting and sustaining evidence-based practice. Journal of Nursing Management 2018; 26(8): 918-932
- Clement-O’Brien K, Polit DF, Fitzpatrick J. Innovativeness of nurse leaders. Journal of Nursing Management 2011; 19(4): 431-438
- Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche. Codice Deontologico delle Professioni Infermieristiche, 2019
- Häggman-Laitila A, Mattila L, Melender H. A systematic review of Journal Clubs for nurses. Worldviews on Evidence-Based Nursing 2016; 13(2): 163-171
- International Council of Nurses. The ICN Code of Ethics for Nurses. 2021
- Mattila LR, Rekola L, Koponen L, Eriksson E. Journal club intervention in promoting evidence-based nursing: Perceptions of nursing students. Nurse Education in Practice 201; 13(5): 423:428
- McCurry MK, Martins DC. Teaching undergraduate nursing research: a comparison of traditional and innovative approaches for success with millennial learners. Journal of Nursing Education 2010; 49(5): 276-279
- Patel PC, Panzera A, DeNigris J, Dunn R, Chabot J, Conners S. Evidence-based practice and a nursing journal club: an equation for positive patient outcomes and nursing empowerment. Journal for Nurses in Staff Development 2011; 27(5): 227-230
- Rowlands A, Winslow S. The executive nursing leadership journal club. AORN Journal 2011; 94(2): 190-193
- Vaccani R. Riprogettare la Sanità. Modelli di analisi e sviluppo. Roma: Carocci Faber Editore, 2012
- Young T, Rohwer A, Volmink J, Clarke M. What are the effects of teaching evidence-based health care (EBHC)? Overview systematic reviews. PLoS One 2014; 9(1): e86706