“Gentilezza Digitale” è un progetto portato avanti da Fondazione Carolina, Crédit Agricole Italia e CASCO (Centro per gli Apprendimenti e lo sviluppo di Competenze), tre realtà diverse, che hanno deciso di unire le forze e mettere in campo un impegno concreto contro la violenza online.
L’iniziativa al momento è un progetto pilota e si rivolge agli istituti secondari di II grado di Parma, Milano e Lucca con percorsi educativi mirati. È però un progetto ambizioso che intende raccogliere una sfida educativa per il benessere delle nuove generazioni nell’ambito del digitale e che vuole arrivare in tutta Italia.
Cyberbullismo: alcuni dati
Il cyberbullismo è un fenomeno in crescita, grazie all’uso sempre più ampio dei mezzi di comunicazione online da parte di preadolescenti e adolescenti. La facilità con cui i giovani accedono a pc, smartphone o tablet consente al “cyberbullo” di commettere atti di violenza fisica e/o psicologica, anche in anonimato, attraverso i social network e la diffusione di materiale denigratorio (testi, foto e immagini) o la creazione di gruppi che si scagliano contro la vittima.
Si tratta di un uso errato della rete, senza il controllo dei genitori, con cui i ragazzi si scambiano contenuti violenti, denigratori, discriminatori, rivolti a coetanei considerati diversi per aspetto fisico, abbigliamento, orientamento sessuale, classe sociale o perché stranieri.
Già a 11 anni risultano vittime di cyberbullismo il 17,2% dei maschi e il 21,1% delle femmine
Già a 11 anni risultano vittime di cyberbullismo il 17,2% dei maschi e il 21,1% delle femmine; i 13enni coinvolti sono il 12,9% dei ragazzi e il 18,4% delle ragazze; gli adolescenti di 15 anni sono il 9,2% dei maschi e l’11,4% delle femmine.
È quanto emerge dai dati della rilevazione 2022 del Sistema di Sorveglianza HBSC Italia, promosso dal Ministero della Salute e dal CCM – Centro per il Controllo e la prevenzione delle Malattie del Ministero della Salute, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità insieme alle Università di Torino, Padova e Siena e svolto in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e del Merito, le Regioni e le Aziende Sanitarie Locali.
Bullismo e cyberbullismo rappresentano un serio problema di salute pubblica, come dimostrano sempre più studi, e hanno un impatto reale e negativo sulla salute, ma non solo.
Diversi studi indicano, infatti, anche un’associazione tra essere vittima di atti di “bullismo” e abbandono scolastico.
I problemi di salute più ricorrenti invece includono disturbi d’ansia e dell’umore, ideazione suicidaria, autolesionismo, disturbi da deficit di attenzione e disturbo oppositivo-provocatorio e sono spesso associati a un maggior rischio di incorrere in abuso e dipendenza da alcol e/o sostanze psicoattive.
Le parole fanno più male delle botte
Gentilezza Digitale vuole dare ai ragazzi strumenti concreti per affrontare e prevenire atteggiamenti di prevaricazione nati dall’uso improprio di web, social network e App di messaggistica
Andando controcorrente, “Gentilezza Digitale” vuole dare ai ragazzi strumenti concreti per affrontare e prevenire atteggiamenti di prevaricazione che nascono da un uso improprio o poco consapevole del web, dei social network e delle App di messaggistica. L’obiettivo è contrastare la diffusione, sempre più dilagante, di fenomeni allarmanti come hate speech, grooming, dissing, sexting e bodyshaming. E lo si fa attraverso laboratori e attività di formazione dedicate, per creare una nuova cultura basata sull’ascolto e il dialogo con i teenager, che ormai “abitano” la Rete allo stesso modo con cui frequentano la scuola, le palestre e i contesti sociali e familiari.
L’iniziativa, che ha preso il via a gennaio 2023, ha visto il coinvolgimento di 24 classi e circa 540 ragazzi.
All’interno del progetto è stato stilato un decalogo che aiuti i ragazzi a portare con sé uno strumento utile per vivere più serenamente l’estate e per imparare nuove regole per vivere la Rete.
Abbiamo parlato di “Gentilezza Digitale” con gli ideatori del progetto: Ivano Zoppi, Segretario Generale della Fondazione Carolina, Alessandro Catellani, Co-founder e Community & general manager di CASCO e Stefania Sessi, Responsabile del Servizio Responsabilità Sociale di Crédit Agricole Italia.
Come nasce il progetto “Gentilezza Digitale”?
Nasce dall’esigenza di dare alla dimensione del digitale qualcosa che non andasse sempre solo e soltanto nella direzione del brutto e cattivo – risponde Ivano Zoppi – ma provare a convogliare i ragazzi sul tema della gentilezza. Si può essere gentili anche in Rete, tornare forse a essere gentili sul web, perché siamo convinti che l’esperienza della Rete deve essere promossa come esperienza positiva, aggregante. Ma poiché ormai è da considerare come un vero e proprio ambiente, ci vogliono delle regole da rispettare che fanno parte dello stile della gentilezza.
Perché si è sentita l’esigenza di stilare un decalogo di comportamenti da adottare nel web? La situazione è così negativa?
In Rete, lo vediamo quotidianamente, le situazioni di vessazione, di mancanza di gentilezza e di diseducazione sono sempre più frequenti. Da qui l’idea di raccontare – prosegue Zoppi – soprattutto in estate, dove ci si dimentica più facilmente delle regole e si usano molto di più i device per dire dove siamo o condividere le esperienze, qualcosa da considerare simpaticamente, alcuni consigli sugli atteggiamenti da tenere. Quando si va in vacanza, si prepara la valigia e dunque perché non metterci anche questi strumenti che riteniamo fondamentali per relazionarsi con gentilezza e senza violenza? Ne dico uno soltanto: l’empatia. Diciamo spesso ai ragazzi quando affrontano la Rete “se capitasse a te, come ti sentiresti?”. Da quel momento si può capire che si può agire comportandosi in un altro modo.
Insultare qualcuno in Rete troppo spesso diventa una quotidianità frequente e “normale”
Del resto i dati sul cyberbullismo sono sempre in aumento purtroppo, proprio perché c’è una mancanza di consapevolezza nell’atteggiamento che si ha in Rete e una normalizzazione di comportamento, cioè insultare qualcuno in Rete, troppo spesso diventa una quotidianità frequente e “normale”.
Ma i genitori hanno una qualche responsabilità?
I genitori hanno una grandissima responsabilità – prosegue Zoppi. Primo perché mettono in mano questi strumenti ai bimbi in tenera età; secondo perché troppo spesso danno il cattivo esempio e terzo perché lasciano questi ragazzi completamente da soli davanti allo schermo. Quindi, c’è una triplice responsabilità dei genitori che ci spaventa. Non solo, ma sono genitori troppo assenti nella vita dei ragazzi. Occorre puntare sul coinvolgimento e sulla responsabilizzazione della comunità educante (in particolare in genitori) attraverso percorsi di formazione. Lasceremmo mai i nostri figli da soli, di notte, in mezzo a un bosco? Credo di no. E allora, mi chiedo, perché lo permettiamo in Rete?
Occorre puntare sul coinvolgimento e sulla responsabilizzazione della comunità educante (in particolare in genitori) attraverso percorsi di formazione
Come nasce la collaborazione con CASCO e Crédit Agricole Italia e in che modo contribuiscono al progetto?
Riprende Zoppi: CASCO è un ente di formazione che fa un lavoro molto bello e abbiamo collaborato spesso insieme e per questo progetto ci è sembrato il partner ideale. Loro fanno formazione e progetti di formazione nelle scuole. Mentre per Crédit Agricole, oltre al discorso economico, c’è stata una collaborazione anche sul fronte comunicativo e dei contenuti. Il progetto ha visto un lavoro di condivisione importante. Credo che l’impegno delle aziende, che siano banche o altro, inizi a essere orientato anche al benessere digitale. Ci si rende sempre più conto che questo tema è prioritario, non soltanto accessorio, e l’impegno delle aziende con cui lavoriamo va in quella direzione.
Interviene Stefania Sessi di Crédit Agricole Italia: Questo progetto si inserisce all’interno del nostro programma FReD, un percorso internazionale che nasce con l’obiettivo di accompagnare e rafforzare i valori della Responsabilità Sociale del Gruppo, rappresentati da 3 pilastri: Fiducia (il rispetto del cliente), Rispetto (il rispetto delle persone e della comunità) e Demetra (il rispetto e tutela dell’ambiente). In particolare, “Gentilezza Digitale” si inserisce nel primo di questi tre pilastri, dove il focus riservato alle tematiche di “Data Protection” ha l’obiettivo di lanciare diverse attività riguardanti il tema della sicurezza digitale. Grazie a questa iniziativa, proseguiamo inoltre nel nostro percorso d’attenzione e sostegno ai territori e alle nuove generazioni, attraverso attività di formazione e laboratori condotti da esperti – rivolti anche a docenti e famigliari – che si avvalgono di tecniche di insegnamento all’avanguardia e strumenti innovativi. La nostra ambizione è di accompagnare le nuove generazioni nel loro percorso di crescita, aiutandole a sviluppare una solida coscienza critica, per declinare i valori del rispetto e dell’empatia anche nel mondo online e contrastare i fenomeni allarmanti del cyberbullismo.
Siamo tre partner – sottolinea Catellani di CASCO. Noi in particolare lavoriamo da tanti anni con le scuole e con i docenti, con competenze nell’ambito psicopedagogico per le attività socio-affettive nell’ambito anche dei conflitti e del cyberbullismo. È quindi un co-progetto che prevede degli interventi di tipo pedagogico-educativo all’interno delle classi di secondo grado, dislocate in tre territori differenti, Parma, Lucca e Milano. Noi ci occupiamo dei laboratori espressivo-creativi, ossia i ragazzi interessati a proseguire il laboratorio in orario extrascolastico diventano dei piccoli tutor per i loro coetanei sul tema della gentilezza digitale soprattutto attraverso lo strumento del visual storytelling.
Ogni scuola ha realizzato una propria clip-spot di comunicazione sociale in cui ha trattato il tema con due sguardi diversi
Infatti, ogni scuola ha realizzato una propria clip-spot di comunicazione sociale in cui ha trattato il tema con due sguardi diversi: chi è partito dalla problematica, per cui lo spot indicava nel cyberbullismo un comportamento negativo, da evitare. Chi, invece, spiegava cos’è la gentilezza digitale e qual è il vantaggio di essere gentili in Rete. Poi c’è stato un evento finale che ha rappresentato un momento di riflessione, scambi e confronti, mettendo al centro sia i ragazzi che gli educatori. In una fase successiva sarà prevista anche la presenza dei genitori e si chiuderà il progetto.
Ciò di cui ci siamo occupati nello specifico, pertanto, sono i laboratori esperienziali che partono da due concetti base: un oggetto catalizzatore (o una tecnologia o un linguaggio, ad esempio una stampante 3D o il podcasting) e un “apprendo facendo”, realizzando cioè un prodotto coerente con il tema dato. Con il tema della gentilezza digitale i ragazzi si sono aperti alla tematica, hanno acquisito delle competenze tecniche e hanno lavorato insieme.
Al momento è una sperimentazione, un progetto pilota, ma l’idea è di “esportarlo” a livello nazionale.