L’investimento è imponente: si parla di 1,5 miliardi di euro per coinvolgere almeno 300.000 pazienti entro il 2025, arrivando a quota 800.000 nel 2026.
Le risorse messe a disposizione per l’implementazione della telemedicina nel nostro Paese provengono dai fondi PNRR e uno snodo importante è stato nel gennaio 2024, con l’avvio della Piattaforma Nazionale di Telemedicina gestita da AGENAS. Si tratta di un’infrastruttura per monitorare l’erogazione dei servizi su scala nazionale, tutelando allo stesso tempo le peculiarità regionali.
Il percorso verso la digitalizzazione della sanità, tuttavia, non è privo di ostacoli: la mancata interoperabilità dei sistemi, la necessità di formare operatori sanitari e pazienti e la disomogenea copertura della banda larga sono solo alcune delle criticità che rallentano la piena integrazione della telemedicina nel SSN e fanno sì che ci siano percorsi non ancora pienamente integrati.
E anche nella sanità privata si stenta a decollare. In questo scenario, GVM Assistance si distingue per un approccio centrato sul paziente.
Parte del gruppo GVM Care & Research – una delle principali realtà ospedaliere private italiane – GVM Assistance nasce per sviluppare servizi di telemedicina sia a uso interno delle strutture sanitarie del gruppo, sia per pazienti esterni, in un’ottica B2B e B2C.

«Non ci limitiamo a fornire una piattaforma tecnologica – spiega Davide Barenghi, Direttore Operativo GVM Assistance – ma eroghiamo direttamente servizi sanitari». Per garantire un approccio alla telemedicina rigorosamente sanitario, GVM Assistance si avvale di partner tecnologici dedicati all’ambito della salute, come CGM Telemedicine: «Abbiamo scelto la loro piattaforma proprio perché è certificata come dispositivo medico, e questo ci ha permesso di costruire un ecosistema digitale solido e conforme alla normativa italiana», prosegue Barenghi.
La piattaforma è stata ampiamente personalizzata per rispondere alle esigenze aziendali: «Abbiamo integrato un software di valutazione dei sintomi che non offre diagnosi dirette, ma supporta il medico raccogliendo in modo strutturato le informazioni cliniche del paziente prima della televisita. In questo modo l’esperto può massimizzare il tempo dedicato davvero a chi si rivolge a lui».
La sanità di prossimità
Uno degli ambiti in cui GVM Assistance si sta muovendo è il welfare aziendale. «Ci concentriamo molto sulla medicina primaria, che in Italia soffre di una grave carenza strutturale – afferma Barenghi -. Le nostre soluzioni, pensate per i dipendenti delle aziende, offrono accesso a consulti di medicina generale, pediatria, psicologia. Sempre più spesso ci troviamo a colmare i vuoti lasciati dalla medicina territoriale tradizionale».
L’altro elemento che GVM Assistance sta sviluppando per quanto riguarda la sanità di prossimità è un’evoluzione della “farmacia dei servizi”. Sempre grazie alla collaborazione con CGM Telemedicine, fornisce refertazione cardiologica a distanza per gli esami eseguiti in farmacia. «Stiamo contribuendo a rendere concreta quella rete di prossimità tanto auspicata nei documenti di riforma del SSN – racconta Barenghi –, sfruttando la capillarità delle farmacie e la solidità del nostro know-how clinico e tecnologico».
La telemedicina permette di rimanere accanto ai pazienti anche a distanza, quando tornano a casa
Per quanto riguarda i servizi interni al Gruppo, l’obiettivo è assicurare continuità assistenziale ai pazienti di GVM anche dopo la dimissione ospedaliera. «Siamo il gruppo ospedaliero con la maggiore estensione geografica in Italia – ricorda Barenghi – e spesso i pazienti tornano a casa a centinaia di chilometri dalla struttura dove sono stati operati. La telemedicina ci permette di rimanere loro accanto anche a distanza, con follow-up, monitoraggio dei parametri vitali e supporto clinico continuativo».
Verso un telemonitoraggio più accessibile
Tra le priorità future, Barenghi indica il potenziamento del telemonitoraggio, con particolare attenzione alla cardiologia, settore di eccellenza per il Gruppo. «In Italia siamo ancora un po’ indietro, non per mancanza di tecnologia, ma per ostacoli culturali e normativi. Lavoriamo per rendere i nostri servizi più usabili, perché il paziente-tipo non è un ventenne esperto di tecnologia, ma una persona più anziana che deve poter accedere facilmente a un servizio semplice e affidabile».
Anche per questo, GVM Assistance cura con attenzione la formazione del personale sanitario, affinché possa supportare in modo efficace l’utente finale. «Il nostro obiettivo – conclude Barenghi – è rendere la digital health un’esperienza umana, integrata e sostenibile, non un semplice prodotto da vendere».