Nel 2023 meno attesa, ma volumi delle prestazioni inadeguati

Nel primo semestre 2023 le liste d’attesa per le prestazioni specialistiche (intese come prime visite e visite di controllo e diagnostica strumentale con l’esclusione delle analisi di laboratorio) si sono ridotte in quasi tutte le Regioni. Tuttavia, se si sposta il confronto al primo semestre 2019 tutte le Regioni – tranne che per la Toscana nell’ambito delle visite di controllo – mostrano delle criticità nel ristabilire i volumi di prestazioni antecedenti la pandemia.

Sono i risultati dell’analisi “Monitoraggio ex-ante dei tempi di attesa delle prestazioni ambulatoriali – anno 2023” condotta da Agenas con la Fondazione The Bridge, che insieme hanno avviato una sperimentazione di raccolta dati, da parte delle Regioni/Pa, sulle prenotazioni di prestazioni di specialistica ambulatoriale in modalità ex ante.

L’obiettivo generale del progetto pilota è quello far luce sulle liste di attesa rendendo disponibili dati omogenei e standardizzati a livello regionale.

“Le raccolte dati sulle liste d’attesa realizzate negli ultimi due anni dall’Osservatorio Healthcare Insights, promosso da Fondazione The Bridge, evidenziavano un quadro complessivo di scarsa confrontabilità dei dati tra le Regioni, ma anche tra quelli di una stessa Regione, se considerate diverse annualità”, ha spiegato Rosaria Iardino, Presidente di Fondazione The Bridge, ricordando come i dati forniti fossero spesso incompleti.

“Alla luce di tutto ciò, il cittadino si trova oggi in una situazione di grave carenza informativa, non avendo accesso a tutte le informazioni necessarie per comprendere l’andamento della performance del Servizio Sanitario Nazionale, nonostante sia suo diritto – ha proseguito Iardino – Da quest’anno, insieme ad Agenas, abbiamo intrapreso un percorso che ha l’obiettivo di individuare delle regole univoche per la raccolta dei dati sulle liste d’attesa da parte delle Regioni e consentirne la leggibilità, sia in termini di diritto di accesso da parte dei cittadini, sia per una corretta pianificazione da parte dei decisori”.

Per le visite è stato valutato sempre il 1° accesso. Per le prestazioni strumentali sono stati considerati sia il 1° accesso sia l’accesso successivo. La sperimentazione ha permesso di raccogliere in modo analitico i dati provenienti dai sistemi Cup a livello centrale. I dati sono stati raccolti nella settimana indice del 22-26 maggio 2023 e si riferiscono alle prestazioni monitorate dal Pngla 2019-2021 (14 visite e 55 prestazioni di diagnostica strumentale). In totale sono state raccolte informazioni su 125.000 prenotazioni di visite specialistiche e 146.000 prenotazioni di esami di diagnostica strumentale. Tutte le Regioni sono state invitate a partecipare alla sperimentazione. Hanno inviato attualmente i dati 13 Regioni su 21.

Le differenze regionali

In particolare, 6 (Emilia-Romagna, Toscana, Friuli-Venezia Giulia, Marche, PA di Trento, Piemonte, Toscana) hanno inviato i dati totali a livello regionale mentre Abruzzo, Calabria, Campania, Lazio, Sardegna, Umbria e Veneto hanno trasmesso dati parziali riferiti a una o più Asl. Per il calcolo del tempo di attesa si considera il primo appuntamento che il sistema è in grado di dare all’interno dell’ambito di garanzia delle Asl (ambito territoriale).

Sebbene i dati presentino un’ampia variabilità sia nell’utilizzo delle classi di priorità sia nei tempi di attesa, a livello globale la prima visita cardiologica è garantita in classe B nell’84% dei casi e in classe D nell’80% dei casi.

I valori mediani delle giornate di attesa in classe B che si osservano tra le Regioni passano da 13 giorni in Friuli Venezia Giulia ai 5 giorni dell’Emilia-Romagna. Per la prima visita ortopedica la garanzia, in classe B, è pari al 74% dei casi e in classe D al 78% dei casi.

In Regione Toscana, in classe D, il valore mediano di attesa è pari a 18 mentre in Regione Piemonte tale valore raggiunge i 36 giorni. Diagnostica strumentale – esempi. Passando ai tempi di attesa delle prestazioni di diagnostica strumentale, osserviamo che la Tac è garantita in classe B nel 78% dei casi e in classe D nel 89% dei casi.

I valori mediani delle giornate di attesa in classe D che si osservano tra le Regioni passano da 4 giorni in Pa di Trento ai 21 giorni delle Marche. Per un’Ecografia dell’Addome la garanzia, in classe B, è pari al 78% dei casi e in classe D al 84% dei casi.

In Regione Abruzzo, in classe B, il valore mediano di attesa è pari a 4 giorni mentre in Regione Lazio tale valore raggiunge i 31 giorni.

Tuttavia, è da rilevare che il dato relativo ai giorni che intercorrano tra la data di prescrizione della ricetta e la data di contatto al Centro prenotazioni è molto variabile. Ad esempio, si registra che solo il 18% delle prescrizioni in classe U (da erogare entro 3 gg) e il 40% delle prescrizioni in classe B (da erogare entro 10 gg) riportano una data di contatto nella stessa giornata o il giorno dopo la prescrizione. Nell’80% delle prescrizioni in classe U e nel 57% in classe B, la data di contatto è superiore a quella della prescrizione, mediamente, di 10 giorni. Tale modalità organizzativa o comportamentale può distorcere i risultati che tengono in considerazione la differenza dei giorni che intercorrono tra la data di contatto e la data di prima disponibilità offerta dal sistema.

Infine, altro elemento di distorsione rispetto alla corretta programmazione dell’offerta, è rappresentato dalla scelta dell’utente. Nel 51% dei casi, l’utente sceglie una data peggiorativa rispetto a quella che gli viene offerta dal sistema, perché chiede di poter avere la prenotazione presso una struttura diversa da quella proposta in prima disponibilità (73% dei casi) o perché sceglie una data successiva a quella proposta (20% dei casi).

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