Progetto PonGov Cronicità: promuovere le buone pratiche con strumenti ICT

L’obiettivo primario del PonGov è la promulgazione di buone pratiche facilmente trasferibili per la gestione integrata, proattiva, sostenibile e soprattutto innovativa della cronicità, a supporto delle Amministrazioni e delle Regioni e Province autonome

7 miliardi: è quanto il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza stanzia per la prima delle due componenti della Missione Salute 6 (M6) per l’assistenza sanitaria territoriale. Un miliardo è la cifra destinata a un ulteriore potenziamento della telemedicina e della sanità digitale. All’interesezione tra i due settori c’è il Progetto PonGov Cronicità, finanziato dal Fondo sociale europeo, realizzato dal Ministero della salute e affidato all’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Agenas) per il coordinamento scientifico.

Francesco Enrichens“Si tratta di un progetto europeo di ampissimo respiro che si suddivide in tre fasi – spiega il Project Manager PonGov-Agenas Francesco Enrichens -. La prima consiste nell’usare strumenti e indicatori per individuare nei territori le buone pratiche nell’ambito della gestione della cronicità; la seconda, nell’elaborarle e renderle visibili per favorirne l’implementazioni soprattutto nelle regioni che sono ancora un po’ più deboli per quanto riguarda la digitalizzazione. Infine, la terza fase prevede la creazione di una comunità di pratica formata dalle figure coinvolte, per favorire il confronto e le progettualità comuni”.

L’obiettivo primario del PonGov è la promozione di buone pratiche facilmente trasferibili per la gestione integrata, proattiva, sostenibile e soprattutto innovativa della cronicità, a supporto delle Amministrazioni e delle Regioni e Province autonome.

“Abbiamo licenziato un manuale provvisorio e stiamo predisponendo una piattaforma informatica che dia la possibilità di scambiare informazioni agli utenti coinvolti nella gestione della cronicità a livello sia di regioni che di aziende sanitarie: dai direttori generali ai direttori distretto, medici di medicina generale, infermieri, fisioterapisti e tutti gli altri operatori del sistema”, dice Enrichens.

L’obiettivo primario del PonGov è la promozione di buone pratiche facilmente trasferibili per la gestione integrata, proattiva, sostenibile e soprattutto innovativa della cronicità

Un’ulteriore spinta al progetto è arrivata dalla pandemia: “L’iniziativa coincide con due momenti particolarissimi. Uno è l’avvento del Covid, che ci ha messi tutti in condizioni di grande precarietà ma d’altro canto ha favorito l’accelerazione verso l’adozione di strumenti come la telemedicina, che prima era parcellizzata in oltre 300 diverse sperimentazioni in giro per l’Italia e si è evoluta rapidamente e in modo anche proattivo con l’obiettivo di non ospedalizzare e quindi di tenere a casa i pazienti meno gravi”.

L’altro momento cruciale cui Enrichens fa riferimento è il PNRR: “Un grosso pezzo dei fondi per la telemedicina fanno parte della Missione 6 Salute (M6) – Componente 1 (C1) che è stata affidata proprio ad AGENAS per la sua realizzazione, al fine di un uso omogeneo e governato dei finanziamenti a livello nazionale. L’idea del PonGov è nata nel 2014 e il progetto è stato sviluppato negli anni 2018, 19 e 20: arriva giusto come stampella e come fase propedeutica all’implementazione del PNRR. Del resto, altro non è che un progetto europeo di presa in carico  della persona e di costruzione di una rete territoriale che era non dico l’anello mancante ma di certo debole della catena del sistema sanitario”.

Ci sono state difficoltà nel concretizzarlo? “Le principali sono state legate all’enorme macchina di rendicontazione e burocrazia necessaria, giustamente, per poter accedere ai fondi europei – dichiara il Project Manager -. L’altro aspetto è che avevamo in programma una serie di incontri itineranti, che non sono stati possibili a causa della pandemia. Abbiamo però accelerato sui processi di digitalizzazione, informatizzazione e comunicazione usando molto lo strumento della videoconferenza, che ci ha permesso di organizzare incontri costanti della comunità di pratica”.

Nei prossimi due anni si procederà al monitoraggio e all’implementazione delle buone pratiche, anche riorientandole secondo la Missione 6 Salute e la Missione 5 Sociale del PNRR

Il progetto terminerà nel 2023: “Ancora per due anni si procederà al monitoraggio e all’implementazione delle buone pratiche, anche riorientandole nei grossi filoni della Missione 6 – Salute e della Missione 5 – Sociale del PNRR che in questo settore deve essere coinvolta”.

In particolare, per la realizzazione della Componente 1 della Missione 6 sono previsti:

  • Case della Comunità e presa in carico della persona (M6C1 1.1) con un investimento di 2 miliardi di euro (almeno 1350 Case della Comunità);
  • Centrali operative territoriali, promuovendo la telemedicina, l’interconnessione aziendale, i device (M6C1 1.2.2) con un investimento di euro 280.000.000 (saranno almeno 600);
  • Ospedali di Comunità, rafforzamento dell’assistenza sanitaria intermedia e delle sue strutture (M6C1 1.3) per un importo di circa 1 miliardo di euro (almeno 400 sul territorio nazionale);
  • Il potenziamento dell’assistenza domiciliare con la previsione di una presa in carico, nel
    2026, del 10% della popolazione sopra i 65 anni (M6C1 1.2.1) mediante investimento di 2.720.000.000 miliardi di euro.
  • L’intero Pnrr, inoltre, prevede ulteriori interventi a favore di un potenziamento della telemedicina e della sanità digitale (circa 1 miliardo di euro – M6C1 1.2.3).

Afferma Enrichens: “In questo contesto di grandi finanziamenti, ripartiti tra le Regioni ai sensi dell’articolo 2 comma 6-bis del DL 77/2021, secondo cui il finanziamento complessivo è stato distribuito attribuendo il 40% delle risorse alle Regioni del Mezzogiorno e il 60% alle regioni del Centro-Nord, il Progetto PonGov Cronicità ha rappresentato e rappresenta tuttora un volano per quelle Amministrazioni/Regioni ancora secondarie nei processi di sviluppo, avendo obiettivo primario la promulgazione di buone pratiche facilmente trasferibili a supporto nella gestione integrata, proattiva, sostenibile e innovativa della cronicità”.

“Serve un enorme salto culturale e filosofico che consiste nello sposare la condivisione e la messa a disposizione di conoscenze in ambito multidisciplinare”

Ma il PNRR sarà la soluzione a tutti i nostri mali? “Siamo noi la soluzione ai nostri mali, se ci rimbocchiamo maniche e crediamo nella condivisione. Non basta un uso puro e semplice di risorse per costruire e ristrutturare edifici e rimodernare tecnologie: serve un enorme salto culturale e filosofico che consiste nello sposare la condivisione e la messa a disposizione di conoscenze in ambito multidisciplinare. Dobbiamo vedere il Servizio Sanitario Nazionale non come una serie di reti differenti o di silos poco comunicanti, ma come un unico sistema di servizio alla persona, in uno scambio tra ospedale e territorio in base alle necessità del paziente per una presa in carico virtuosa, che si prenda cura della salute della persona anche nell’aspetto della salute mentale”.

Obiettivi determinanti, se si considera che in Italia su circa 60 milioni di abitanti il 39% soffre di una patologia cronica (cronicità semplice), il 4% soffre di forme di cronicità complesse e avanzate e, di questi, circa 800mila abitanti con bisogno di cure palliative.

 

Per ulteriori approfondimenti

Può interessarti