Psichedelici, un trip lungo 80 anni

Lsd, mescalina, psilocibina: sostanze in grado di alterare lo stato di coscienza in maniera temporanea e spesso di trattare disturbi come dipendenze, depressione o stress post traumatico. Considerate per anni come droghe, da un decennio la ricerca scientifica si è nuovamente concentrata sui loro effetti benefici se utilizzate in un ambiente controllato

“Era dal 2017 che non organizzavamo una conferenza nostra e avevamo come obiettivo un pubblico di 10.000 persone. Ci sembrava un numero enorme. Quando abbiamo superato le 12.000 registrazioni, siamo stati sorpresi positivamente prima di tutto noi”. Federico Menapace è Deputy Director di Maps Usa (Multidisciplinary Association for Psychedelic Studies), un’organizzazione no-profit nata negli Stati Uniti nel 1986 per supportare la ricerca sulla scienza psichedelica e aiutare a creare contesti in cui queste sostanze possano portare benefici riducendo i potenziali danni.

Con psichedelici si intendono sostanze in grado di alterare lo stato di coscienza in maniera temporanea (i cosiddetti “trip”)

A luglio Maps ha organizzato Psychedelic Science 2023, un evento da oltre 300 speaker che si è tenuto a Denver e che ha visto alternarsi sul palco scienziati, attivisti, autori e ricercatori. “Si è fatto il punto sulla ricerca scientifica, ma si è anche parlato della riforma delle politiche della droga – racconta Menapace – E poi c’è stata una discussione molto vivace dal punto di vista culturale, oltre al confronto sugli usi indigeni di queste sostanze”.

Con psichedelici si intendono sostanze in grado di alterare lo stato di coscienza in maniera temporanea (i cosiddetti “trip”). Lsd, Mdma, mescalina o psilocibina (la sostanza presente nei funghi allucinogeni) ne sono alcuni esempi.

Luci e ombre

Esattamente 80 anni fa il chimico svizzero Albert Hofmann scoprì casualmente l’Lsd studiando un fungo parassita delle graminacee nella speranza di ricavarne un farmaco che stimolasse le funzioni cardiorespiratorie.
Hofmann si accorse delle potenzialità della molecola a causa di un’assunzione involontaria che lo portò a vivere un’esperienza allucinatoria.

Negli anni successivi fiorì la ricerca sulle sostanze psichedeliche, anche se non sempre effettuata in modo rigoroso. Inoltre, l’entusiasmo nei loro confronti fece sì che si diffondesse anche un uso fuori dai contesti terapeutici e sperimentali, con conseguenze non sempre positive. È noto che l’assunzione incontrollata di queste sostanze può portare a un crollo psicotico che può provocare danni permanenti in persone con certe predisposizioni psichiche.

Syd Barrett, co-fondatore dei Pink Floyd, per esempio, è uno dei primi casi documentati di disturbo persistente della percezione da allucinogeni, una condizione nella quale gli effetti visivi tipici delle fasi di alterazione della coscienza legati all’assunzione dell’Lsd non si esauriscono in poche ore ma permangono a volte per anni.

Per contro, è dimostrato che queste sostanze possono servire per combattere dipendenze e alcuni problemi di salute mentale se inserite in un percorso di psicoterapia. La loro assunzione da parte di persone senza alcuna preparazione e senza un accompagnamento professionale ha contribuito al proibizionismo iniziato negli anni Sessanta.
Negli Stati Uniti erano gli anni della contestazione alla guerra in Vietnam, della Summer of Love e del movimento hippie, i cui membri erano grandi consumatori di questo genere di sostanze.

Gli psichedelici non sono per tutti e sono ancora in fase di studio, per cui hanno dei rischi, come molte altre sostanze

La Convenzione sulle sostanze psicotrope del 1971 include gli psichedelici tra le sostanze disponibili solo a scopo di ricerca. Nel 1985 la Drug Enforcement Administration (Dea) americana ha reso illegale l’Mdma (conosciuta anche come ecstasy). Proprio in risposta a questa scelta l’anno successivo Rick Doblin ha fondato Maps negli Stati Uniti.  

“È importante ricordare che gli psichedelici non sono per tutti e che queste sostanze sono ancora in fase di studio, per cui hanno dei rischi, come molte altre – ricorda Menapace – Tuttavia, ritengo che bloccare completamente per 40-50 anni alcuni trattamenti che hanno il potenziale di aiutare persone che soffrono molto sia stato un danno incalcolabile”.

Oggi, per esempio, ci sono studi che mostrano miglioramenti significativi legati alla somministrazione dell’Mdma in persone che soffrono del disturbo da stress postraumatico, una patologia che colpisce i veterani di guerra, ma anche le vittime di violenza e in generale chi ha vissuto un forte trauma.

Esistono poi studi che mostrano come gli psichedelici aiutino i malati terminali ad accettare la morte, oppure come possano combattere le dipendenze ed essere utilizzati per la depressione che non risponde ad altre terapie. Restano tuttavia da chiarire gli effetti a lungo termine di queste sostanze.

La ricerca scientifica

Dal punto di vista della ricerca scientifica, il punto di svolta è stato il 2016, quando il gruppo dell’Imperial College di Londra ha capito, grazie alla risonanza magnetica, come l’Lsd agisce sul cervello e perché ha proprietà terapeutiche. Queste sostanze si legherebbero infatti ai recettori della serotonina inibendo la selezione degli stimoli e creando una sorta di caos che sarebbe responsabile dell’alterata percezione sensoriale. Una seconda fase, quella che sembra essere efficace dal punto di vista terapeutico, è quella in grado di spezzare i circoli viziosi legati a traumi o dipendenze: qui il cervello stabilisce nuove connessioni elaborando in modo diverso rispetto a quanto fatto fino ad allora gli stimoli che riceve.

federico menapace

Tuttavia, gli studi sull’uomo per quanto riguarda l’Lsd e la psilocibina non sono a uno stadio molto avanzato. Tra i motivi, anche il fatto che l’aspetto allucinatorio di queste sostanze rende impossibile la sperimentazione in cieco o doppio cieco.
Vanno meglio l’Mdma per il trattamento del disturbo da stress post traumatico e la ketamina per la depressione (due sostanze non considerate propriamente psichedeliche).

“In autunno Maps dovrebbe depositare all’Fda un pacchetto di evidenze per chiedere l’approvazione della terapia assistita con l’Mdma per il trattamento del disturbo da stress post traumatico. L’obiettivo è farla diventare una medicina legale e prescrivibile”, afferma Menapace. L’organizzazione ha infatti finanziato, grazie a donazioni private, uno studio di fase 3 proprio su questo. La risposta da parte dell’ente regolatorio americato è attesa per la prima parte del 2024.

Dal 2014, poi, esiste una società controllata, Maps Pbc (Public Benefit Corporation), azienda profit con capitale sociale posseduto interamente da Maps e fondata per poter commercializzare le sostanze. “Se otterremo l’approvazione, la nostra no-profit dovrebbe riuscire ad avere degli introiti provenienti dalla vendita dell’Mdma, che potranno essere utilizzati per continuare su larga scala la nostra missione”.

La normativa

L’Oregon è stato il primo Stato negli Usa a legalizzare l’uso negli adulti della psilocibina, che dal 1° gennaio 2023 è dunque legale a determinate condizioni. La sostanza, a differenza della cannabis, non è venduta nei negozi, ma erogata in centri dotati di apposita licenza. Il secondo Stato nel quale è avvenuta una cosa analoga è il Colorado (la legge sarà effettiva dal 2024). Inoltre, una dozzina di città hanno depenalizzato l’uso e il possesso di funghi allucinogeni.

L’Oregon è stato il primo Stato negli Usa a legalizzare la psilocibina negli adulti, seguito dal Colorado. Da luglio 2023 in Australia si può prescrivere Mdma e psilocibina

Il primo Paese al mondo a rendere legali Mdma e psilocibina a scopo terapeutico è stata l’Australia: da luglio 2023 le due sostanze possono essere prescritte rispettivamente per il disturbo da stress postraumatico e per la depressione resistente ad altre terapie.

In Italia la coltivazione di funghi allucinogeni è reato e tutti gli psichedelici sono classificati nella tabella 1 delle sostanze stupefacenti e psicotrope. Tuttavia, la legge permette, nel caso di cure compassionevoli, di utilizzare nei malati terminali terapie non ancora approvate. Nel mondo anglosassone si parla a questo proposito di right to try, il diritto a tentare il tutto e per tutto in presenza di una situazione disperata.

In questo caso, anche in assenza di un protocollo, è possibile somministrare una sostanza non approvata, purché si senta il parere del Comitato etico della struttura, ci sia un consenso informato e un medico si assuma la responsabilità della prescrizione. Infine, la terapia deve essere accreditata da dati scientifici, anche internazionali.

In Italia la legge sulle cure compassionevoli permette di somministrare sostanze non approvate a persone in fin di vita

“Questo è uno spiraglio in cui ci si potrebbe inserire per sperimentare alcune sostanze psichedeliche – afferma Menapace – Noi da molti anni supportiamo delle no-profit in giro per il mondo che hanno missioni paragonabili a Maps, permettendo loro di utilizzare il nostro nome e logo. Si tratta di organizzazioni indipendenti, ma con questi strumenti hanno più peso nelle discussioni istituzionali o durante le raccolte fondi”.

E dopo Canada, Israele e Germania, potrebbe essere il turno dell’Italia: “C’è un gruppo di volontari molto intraprendenti con cui ci stiamo interfacciando da oltre un anno e mezzo – rende noto Menapace – Maps Italy potrebbe diventare una realtà già a partire dall’autunno”.

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Michela Perrone
Giornalista pubblicista