Snack proteici, sigarette elettroniche e diete yo-yo: lo studio YOUGOODY svelerà i rischi per la salute

di Silvia Pogliaghi

Oscillazioni di peso, dispositivi per lo svapo, nuovi prodotti a base vegetale e bevande alcoliche alla moda: questi nuovi fenomeni di ‘tendenza’ costituiscono pericoli reali per l’insorgenza di tumori e altre patologie croniche? A fornire le risposte sarà YouGoody, uno studio di riferimento della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, che coinvolgerà 100mila cittadini italiani in una ricerca all’avanguardia e in continuo aggiornamento. Ne parliamo con Sabina Sieri, Direttrice della Struttura Complessa di Epidemiologia e Prevenzione dell’INT e responsabile dello studio.

Con l’avvento di questi prodotti, molti consumatori pensano di fare scelte più salutari. Lo studio Yougoody indaga la correlazione tra questi prodotti e il rischio di sviluppare cancro e malattie cronico-degenerative?

«Il nostro è uno studio di coorte prospettico e siamo ancora nella fase di reclutamento. In questo momento possiamo solo descrivere il consumo di questi alimenti, ma per stabilire una relazione con l’insorgenza delle malattie cronico-degenerative serviranno anni di follow-up. Gli studi precedenti, essendo questi alimenti relativamente nuovi, non hanno raccolto informazioni specifiche sui prodotti plant-based o proteici. Quello che possiamo dire, basandoci su studi consolidati sulla mortalità, è che il consumo elevato di proteine non è associato a un minor rischio di mortalità. Il vantaggio emerge piuttosto dalla sostituzione delle proteine animali con quelle vegetali. Viviamo in una popolazione senza carenza proteica e ad oggi non c’è indicazione ad aumentare il consumo di proteine. Questi prodotti non rispondono a un’esigenza reale della popolazione italiana, e gli effetti benefici millantati, come quelli sul peso, non sono supportati da studi solidi, specialmente per la dieta iperproteica proposta ai giovani».

Può approfondire il tema dei rischi legati al consumo di proteine?

«Mi riferisco ai grandi studi di coorte, come il nostro che fa parte dello studio europeo EPIC. Abbiamo una coorte di 13mila persone reclutate in provincia di Varese negli anni ’90, che continuiamo a seguire. EPIC è uno studio prospettico che ha reclutato 500mila persone in tutta Europa tra il 1993 e il 1998, raccogliendo informazioni dettagliate su dieta, stile di vita e campioni biologici. Anche nel nostro studio abbiamo confermato che chi consumava molte proteine non aveva un minor rischio di mortalità, ma abbiamo osservato un vantaggio in chi sostituiva le proteine animali con quelle vegetali. È emersa l’importanza non della quantità totale, ma della qualità delle proteine come fattore protettivo».

Quanto è importante monitorare fenomeni recenti come l’uso della sigaretta elettronica o le diete yo-yo rispetto ai fattori di rischio classici?

«Per le sigarette elettroniche è fondamentale. Attualmente non abbiamo informazioni dettagliate sul loro utilizzo con tutte le diverse tipologie. Il nostro questionario dettagliato ci permetterà di dare risposte sui loro effetti nei prossimi anni, sia negli adulti che nei giovani. Stiamo infatti implementando la partecipazione dei giovani attraverso iniziative nelle scuole e nelle università. Dai primi dati su 30mila persone reclutate, emerge positivamente che i consumatori di sigarette elettroniche sono principalmente ex fumatori. Sembra che vengano utilizzate come ausilio per smettere di fumare, come auspicato dalle agenzie internazionali, senza evidenze di ‘addiction’ tra chi non fumava in precedenza. Per le diete yo-yo, gli studi mostrano che le oscillazioni continue di peso possono aumentare il rischio tumorale diminuendo le difese immunitarie. Gli studi epidemiologici danno risultati contrastanti: alcuni mostrano effetti protettivi (il dimagrimento riduce l’infiammazione), altri mostrano aumenti di rischio per le oscillazioni di peso. Il vantaggio del nostro studio è che ogni due anni aggiorneremo le informazioni su peso e diete, permettendoci di verificare nel tempo gli effetti reali delle diete yo-yo su tumori, malattie cardiovascolari e diabete, senza i bias del ricordo».

A che punto siete con il reclutamento di YOUGOODY?

«Ad oggi abbiamo 30mila iscritti alla piattaforma, di cui 20mila hanno completato tutti i questionari. Il nostro obiettivo è raggiungere 100mila persone in tutte le regioni italiane. Lo studio EPIC aveva coinvolto solo cinque centri (Milano, Ragusa, Napoli, Firenze, Torino), principalmente nelle grandi città. Ora abbiamo avviato la seconda fase coinvolgendo diversi istituti di ricerca e collaborando con AVIS per la loro distribuzione capillare. Vogliamo studiare anche regioni mai coinvolte prima e indagare se i donatori di sangue sono realmente più sani, come si ipotizza, per i controlli frequenti o per stili di vita più salutari».

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