“Terza Missione e Salute”: il convegno UniCamillus sulla medicina inclusiva

La salute spetta a tutti: è questo il focus della Tavola Rotonda “Terza Missione e Salute: impatto sociale e medicina inclusiva”, organizzata mercoledì 5 luglio a Roma dall’Università Medica Internazionale di Roma UniCamillus.

Dopo i saluti istituzionali del Rettore di UniCamillus Gianni Profita, e del Prof. Antonio Felice Uricchio, Presidente ANVUR, si sono confrontati la Dott.ssa Sandra Romagnosi, Unità Organizzativa Terza Missione ANVUR, il Rettore di Tor Vergata Nathan Levialdi Ghiron, la Dott.ssa Mariella Mainolfi, Direttore Generale Professioni Sanitarie e Risorse Umane SSN del Ministero della Salute, la Prof.ssa Donatella Padua, Delegata alla Terza Missione UniCamillus e il Prorettore alle Relazioni Istituzionali UniCamillus Paolo Miccoli.

A moderare l’evento Michele Mirabella, noto volto televisivo per l’informazione sanitaria.

La salute come diritto di tutti

La medicina inclusiva, ossia la democratizzazione delle cure mediche, non è un concetto scontato: povertà, scarsa scolarizzazione, difficoltà imposte da età avanzata o handicap e condizioni geografiche avverse rendono complicato l’accesso alle cure. “Includere vuol dire condividere – afferma Uricchio – e la medicina inclusiva si prende cura di tutti, sviluppando il senso sociale della medicina stessa”. È dello stesso parere Mainolfi: “Siamo tutti diversi, e la medicina inclusiva cura tutti rispettando le differenze, come nella medicina di genere”.

Università e assistenza sanitaria

Il ruolo delle università mediche è focale per formare i futuri medici e operatori sanitari non solo dal punto di vista professionale, ma anche umano, senza perdere di vista l’obiettivo “paziente”, di cui prendersi cura in ogni accezione del termine.

È sempre più centrale il ruolo della Terza Missione, ovvero il compito delle università di valorizzare a livello sociale i prodotti della didattica e della ricerca accademica. “UniCamillus è un’università naturalmente orientata alla Terza Missione, come è avvenuto in vari progetti di prevenzione sanitaria realizzati a beneficio dei quartieri attigui all’Ateneo”, spiega Profita.

La ricerca universitaria risponde alle esigenze sociali

La Terza Missione fa sì che le università abbiano un impatto sociale positivo, “valutato in base a quanto realizzano in termini di miglioramento economico, ambientale, sanitario, culturale, anche al fine di ridurre le disuguaglianze”, specifica Romagnosi. Cruciale il ruolo della ricerca, che “trova soluzioni a problematiche sociali, come nel caso della telemedicina che risponde al bisogno di nuove e migliori forme assistenziali”, osserva Ghiron.

Gli atenei non sono più intesi come roccaforti di nozioni astratte e tecnicismi, ma rendono il proprio sapere funzionale al mondo che le ospita, come chiosa Padua: “Noi creiamo cultura, tecnologia e innovazione, ma abbiamo il dovere di proiettare tutto questo all’esterno per migliorarlo e migliorarci”.

Esplicativo il parere di Mirabella: “La salute è una cultura”. Gli fa eco Miccoli: “La sanità non è un costo, ma può produrre ricchezza, anche sociale”.

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